CHAPTER EIGHT

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Prende il suo telefono, inserisce il codice '0974' per sbloccarlo e andare sulle immagini.
Vorrà farmi vedere qualche sua nuova foto e chiedere un consiglio sul postarla o no in qualche social-network? Mi sembra l'ipotesi più adatta e, forse, anche quella più ragionevole.
Ma non è cosí; no, assolutamente.
Mi mostra una vecchia foto.
Una vecchia foto che ritrai me e lui con in mano il pass per il backstage del suo primo tour: eravamo piccoli.
Cosí piccoli che lui portava ancora quel taglio di capelli adorabile, tanti ciuffi castani che gli ricadevano sopra gli occhi, io ero più o meno la stessa, con un viso più da bambina, ma pur sempre la stessa.
Alla sua destra c'erano le mie sorelle maggiori e alla mia sinistra c'era una Kylie irriconoscibile.
Adesso ricordo il momento in cui ci scattarono quella foto, io e mia sorella minore lo adoravamo e Kim e Khloé da brave sorelle maggiori ci portarono al suo concerto, fu la prima volta che parlai con lui; la sua voce era melodica.
Ci scambiammo i numeri e cominciammo a sentirci e vederci svariate volte, da lí nacque tutto; da lí cominciai a scoprire cosa volesse significare la frase 'avere le farfalle nello stomaco'.
Il mio flashback finí, portandomi nuovamente alla realtà.
"Da dove l'hai tirata fuori?" sorrido prendendo il suo cellulare tra le mie mani.
"L'ho tirata e basta. Eravamo molto amici prima" sorride cercando di trovare il mio sguardo che è, del tutto, intento a fissare l'immagine.
"Sì, lo so. Sono venuta anche ad uno dei tuoi primissimi concerti, non so se ricordi ma-" mi ferma alzando un dito in segnale di silenzio.
"Pensi che non me lo ricorda?" aggrotta la fronte.
"Quando ci siamo scontrati mi hai anche chiesto il mio nome come se non ci fossimo mai conosciuti prima di allora" rispondo in tono serio, forse troppo serio.
"Lo so, ma è stata solo una una scenata, c'erano i miei amici e Amanda dietro" si mette le mani in tasca; segno di nervosismo.
Sta mentendo? Non era stato proprio lui ad affermare che non gliene fregasse nulla di Amanda?
"Ti vergogni di far sapere ai tuoi amici di conoscermi solo perchè non sono ai tuoi stessi livelli di fama?" stavolta fui io ad aggrottare la fronte.
"No, è complicato da spiegare.." lo fermo alzando la mia mano destra.
"Non mi devi spiegazioni, però dovrai darle a mia sorella se arriviamo in ritardo!" Sto mentendo, voglio delle spiegazioni più di ogni altra cosa.
Essendo una pessima bugiarda cerco di fare il possibile per non farmi accorgere di aver appena detto una bugia: prendo borsa e giubbotto, poggiati nello schienale della mia sedia, mettendomi gli occhiali da sole e andando verso l'uscita della sala, quasi correndo.

In macchina avevamo accesso la radio, lui parlava ed io facevo finta di ascoltare: annuivo e sorridevo giusto quando si voltava verso di me per controllare se fossi stata attenta al suo discorso.
Ma ero tutt'altro tranne che attenta, pensavo alle sue parole di prima, che problema ci sarebbe stato se mi avesse salutato in modo normale? Perchè non voleva far brutta figura credendo che non mi ricordassi di lui? Mi stavo tartassando la mente con queste continue domande sapendo che non avrebbero mai avuto una risposta.
"É da quella parte l'aeroporto, giusto?" dice indicando una strada che andava verso sinistra.
"Dovresti saperlo meglio di me, ormai viaggi sempre, sei una piccola star" forse quelle parole sono uscite dalla mia bocca in modo troppo secco, me ne ne rendo subito conto e cerco di tornare a guardare il finestrino.
"Volevo esserne sicuro.."
"Hai ragione, ma sono in ansia, sai non vedo Kylie da una settimana" gli sorrido leggermente, spero che non noti che io abbia appena mentito, di nuovo.

Scendiamo dalla macchina e vediamo una piccola figura aspettarci al parcheggio: un corpo magrolino, non molto alto indossava un capellino color panna, pantaloncini di jeans e una camicia a quadri rossa e nera.
"KYLIE!" le vado incontro aprendo le braccia.
"ODDIO KENDALL! Mi sei mancata!" pronuncia quelle parole gettandosi tra le mie braccia come una bimba piccola.
La stringo ancora di più a me.
Dopo diversi secondi mi stacco e mi avvicino a Justin.
"Ti ricordi di lui?" chiedo a mia sorella indicandoglielo.
Kylie sorride, "ovvio."
"Hey Kylie, ti trovo bene!" Justin le da un piccolo abbraccio come segno di benvenuto.
"Grazie, ma starei ancora meglio se mi aiutaste con queste!" si sposta lateralmente, facendo scoprire tutte le valigie e i borsoni che aveva dietro.
"Ma ti sei portata l'America dietro?" dice Justin guardando sbalordito tutti i bagagli di Kylie.
"Se la pensi così, non hai mai visto quante cose si porta dietro Kendall!"

In macchina prendemmo la decisione di andare a bere qualcosa, tanto per dare una svegliata a Kylie che era seduta al centro dei sedili posteriori continuando a parlottare del suo viaggio in Francia
Siamo arrivati a prendere un caffè in un posticino piuttosto carino vicino l'aereporto, rimaniamo seduti per aggiornarci un pó quando il telefono di Kylie squilla: la mamma.
Mia madre dice di volerla vedere al più presto, ovviamente.
Paghiamo in fretta e usciamo fuori dal bar.
"Faceva schifo" dice piano Justin uscendo fuori la lingua in modo disgustato.
"Ma cosa?" risponde Kylie al mio lato.
"Il caffè, c'era acqua, non zucchero!" risponde Justin al mio altro lato.
Io sono rimasta in silenzio da quando eravamo arrivati al bar, cerco di fare una risata sforzata.
Stavamo passeggiando sul marciapiede per arrivare alla macchina, tutto è tranquillo.
Era strano, Justin sembra così dolce con noi, ma allora perché dicono tutti che sia una persona 'cattiva'?
Sapere che descrivevano lui in quel modo mi faceva venire la pelle d'oca.
Mi distolgo dai miei pensieri quando un flash mi arriva da un momento all'altro, avevo parlato troppo? Ecco che la tranquillità svanisce di colpo.
"I PAPARAZZI, ENTRATE IN MACCHINA!" urla Justin tirando fuori dalla tasca le chiavi della sua Range Rover.
Si raggruppano in cerchio fastidiosamente attorno a noi e non mollano la presa, arriviamo a tre metri dalla machina quando cominciano a fare domande.
'JUSTIN, JUSTIN, LA TUA STORIA CON AMANDA È FINITA?' urla uno con la macchina fotografica al collo.
'KENDALL CHE CI FATE CON LUI?' chiede uno con enormi occhiali da sole.
'KYLIE PERCHÉ TU E KIM ERAVATE A PARIGI SENZA LE ALTRE SORELLE?' urla un altro.
Stiamo per salire in macchina quando sento altre domande e ancora altre, sto per chiudere lo sportello quando uno di loro mi urla nell'orecchio.
'SEI FELICE DEL RITORNO DI HAILEY?' urlò cosí forte tanto da farmi rimanere stordita.
Ma forse non è per il suo tono di voce cosí stridulo che rimango pietrificata, ma è proprio per il contenuto della domanda.
Hailey.
Non sapevo che dire, non sapevo che pensare.
Non sapevo e basta.
Stare con Justin mi aveva fatto dimenticare per un pó del suo ritorno, la quale cosa mi preoccupava davvero.
Avevo una tale paura che lei potesse di nuovo infiltrarsi nella mia vita e rovinare le cose, ancora una volta.

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