Kylie era rimasta immobile a fissarmi con un sorriso sfavillante e lucente, i suoi occhi erano gli stessi che aveva da piccola, quando mia madre e Melissa, appena sveglia, le facevano trovare i pancakes con la crema di mirtilli; i suoi preferiti.
Io mi ero ammutolita, la guardavo e non facevo altro che vedere una bambina che giocava con le bambole e che si divertiva tanto a indossare i vestiti eleganti di mamma e sfilarli con indosso i suoi tacchi più chic, che le stavano enormi a causa della notevole differenza del numero di scarpe.
Più la guardavo e più mi chiedevo perchè ce l'avessi cosí tanto con lei, con mia sorella, la ragazza che era stata sempre pronta ad affiancarmi in qualsiasi momento o a sostenermi nelle difficoltà.
Lei era la mia spalla destra, la persona più fidata, ma ero davvero sicura di ritenerla ancora tale dopo il suo gesto ripugnante?
"Kendall, ti hanno fregato la lingua?" chiede Kylie avvicinandosi a me ancora di più.
"Devo andarmi a preparare" dico guardando oltre le sue spalle per non guardarla negli occhi mentre cerco di sorpassarla.
"No!" dice Kylie serrandomi la strada e mettendosi proprio davanti a me.
"È tardi!" dico cercando, ugualmente, di trovare un modo per sgattaiolare via da quella imbarazzante situazione.
"Ma tu sei già pronta! E poi è quasi un giorno che non ti vedo, raccontami che hai fatto e dove sei stata!" dice dandomi una leggera gomitata come d'intesa.
"Ma che t'importa?" dico mettendo le mie mani dietro la schiena con fare normale, dondolandomi sui talloni.
"M'importa, sono preoccupata per te, la mamma mi ha detto di averti fatto una sfuriata proibendoti di frequentare Justin, volevo sapere come stavi!" dice gesticolando tra una parola e l'altra.
"Sto da schifo, se vuoi saperlo. Ora, potresti farmi passare?" dico lanciandogli una sguardo di fuoco, serrando le mie labbra tanto da sentire ancora il sapore dei baci di Justin.
"Kendall, mi dispiace, vieni qui ad abbr-" dice distendendo le sue braccia verso di me per cingermi in un abbraccio.
"Io non sto male per la mamma. Sto male perchè mi sono resa conto che adesso non si ci può fidare di nessuno. E ora, fammi passare!" dico provando per una milionesima volta a passare dal corridoio senza essere bloccata da lei.
"Di chi stai parlando? Non capisco. Hai litigato con Cara, con Gigi o con chi altro? Non saprei!" dice portandosi una mano ai capelli ancora bagnati per grattarsi la testa.
"STO PARLANDO DI TE E ADESSO FAMMI PASSARE, CAZZO!" dico urlando bruscamente facendo uscire di corsa mia madre dalla sua camera, nella quale si stava ancora vestendo, a controllare da dove provenissero quelle urla.
"Che succede qui? Perchè state urlando?" mia madre dice alternando lo sguardo da me a mia sorella.
"Niente. Con permesso!" dico riuscendo, finalmente, a passare e svignarmela dall'intrattenimento di Kylie, la quale continuava a guardarmi sbalordita.
"Kendall, ma.." dice mia madre a bassa voce, rimasta impietrita dal mio atteggiamento.
"TU ZITTA! Stanne fuori, hai fatto già abbastanza. E tu, vattela a spassare con Hailey, mi raccomando!" dico facendo un occhiolino pieno zeppo di cattiveria a Kylie che, insieme a mia madre, continuava a guardarmi incredula per le mie parole.
Forse era rimasta scettica per il semplice fatto che non si sarebbe mai aspettata di sapere che io fossi lí a spiare la sua uscita con Hailey o, forse, proprio perchè aveva intuito che questa rabbia non mi sarebbe passata cosí facilmente.Dopo aver trattato mia sorella e mia madre come uno zerbino, il che mi dispiace per quest'ultima, ma non era per niente il mio momento migliore, mi rinchiusi in camera aspettando che si facesse orario di pranzo e che, o John o Melissa, le uniche persone con cui avevo voglia di parlare in questa casa, mi venissero a chiamare per dirmi di recarmi alla macchina ed andare a pranzare tutti insieme in quel locale.
Mi ero seduta sul pouf color argento a sacco, accanto alla scrivania della mia camera, e stavo fissando il vuoto per non so quale motivo, avevo cercato di distrarmi accendedo la tv, ma avendo trovato solo stupidi reality show, non esitai neanche un secondo a spegnerla.
Avevo anche chiamato Gigi e Cara, le quali mi avevano tranquillizzata e raccomandato di trovarmi pronta la sera per una sana uscita tra amiche che, secondo le statistiche, si riduceva sempre ad un'abbuffata di deliziose schifezze che cercavano di farci stare meglio, come il gelato, le patatine fritte o la pizza.
Stavo per dare una piccola sistemata ai libri o ai DVD che avevo nella mia mensola quando qualcuno bussó alla porta.
"Non puó entrare nessuno all'infuori di Brad Pitt" dice senza voltarmi per andare ad aprire ma continuando a posizionare la mia roba sullo scaffale in una perfetta sequenza di film o libri horror, film o libri d'amore e film o libri di fantascienza.
Ma non bastó a mandar via la persona dietro la porta che non cessó di bussare nemmeno per un secondo, rendendosi fastidiosa.
"Chi è?" dico sbuffando avvicinandomi alla porta, non aprendola.
"La fata turchina" dice Melissa sbucando da dietro la porta, dopo aver generosamente girato la maniglia.
"Fai una magia allora" dico roteando gli occhi, dimostrandomi disinteressata e ritornando a fare quello che stavo facendo prima.
"Le magie si fanno a persone che ne hanno bisogno e in casi estremi" dice chiudendo la porta dietro di se.
"Cioè?" dico continuando a mettere gli ultimi film nella mensola.
"Non nel tuo caso" dice Melissa sedendosi sul mio letto disfatto.
"Dici? La mia vita fà pena!" dico facendo una risata senza ironia.
"Hai dei genitori che ti amano e che farebbero qualunque cosa per tenerti al sicuro, delle amiche che si fanno costantemente in quattro per te e un ragazzo da far invidia!" dice accavallando una gamba sopra l'altra.
"Non è il mio ragazzo" dico incastrando bene nella mensola, l'ultima custodia di film rimasta tra le mie mani.
"Comunque sia Kendall, qual'è il problema? Non voglio vedere quel bel visino rattristato! Quindi tirati su e andiamo a pranzare. Io voglio che tu sia felice, fà vedere a tutti che sei una leonessa!" dice Melissa guardandomi con occhi di una donna che ha avuto tanti ostacoli nella vita, ma che è comunque riuscita a superarli tutti.
Melissa non era solo una delle tante persone presenti nella mia vita, lei era la luce che brillava esclusivamente nei momenti in cui ne avevo bisogno e che non mi teneva mai al buio, rendendomi le cose piú facili.
"Ti voglio bene" dico non potendo resistere alla sua bontà, l'unica cosa in grado di calmarmi e farmi ragionare.
"Te ne voglio anche io!" dice allargando le sue braccia aspettando che l'andassi ad abbracciare.
E così mi gettai tra le sue braccia che, per me non erano semplici braccia, ma erano rami di un albero ai quali mi sarei potuta aggrappare con la consapevolezza e sicurezza di non cadere mai.
Sentivo i suoi respiri di stanchezza contro il mio collo, le sue dita sfiorarmi dolcemente i capelli e il suo solito profumo inebriante.
"Kend-" dice qualcuno che si era bloccato, probabilmente, alla vista di me e Melissa in questo momento di tenerezza, "Ho interrotto qualcosa?" John si appoggia sorridendo alla porta.
"Stavo convincendo Kendall" dice Melissa, dalla quale mi ero staccata, che mi stava guardando dolcemente.
"Andiamo che è tardi!" dice John controllando il suo orologio.
"E i miei genitori?" dico andando verso l'attaccapanni per prendere il mio giacchino.
"Sono già andati via con Kylie, abbiamo detto loro che saresti venuta con me e Melissa, data quest'aria tagliente con un coltello, ho pensato che ti saresti sentita piú a tuo agio in macchina con noi!" dice John guardandomi infilare il giacchino.
"Avete fatto bene! Mi capite al volo!" dico ridendo per uscire dalla camera, seguita da John e Melissa.

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Gold and diamonds.
RomanceAvalon é una cittadina della California dove vive Kendall Jenner, una ragazza di soli 16 anni, da poco modella ma richiesta in tutto il mondo. Ed un suo amico di vecchia data, Justin Bieber, del quale era sempre stata innamorata per il suo buon cuor...