CHAPTER ELEVEN

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Mi giro come mi era stato chiesto e mi ritrovo una sagoma familiare, più o meno alta, con pantaloni blu notte a cavallo basso, t-shirt bianca, ghiacchino e scarpe da ginnastica altrettanto blu; Justin.
"Mi segui?" chiedo a pochi metri di distanza dopo alcuni secondi per realizzare il tutto.
"Sí, mi hanno ingaggiato come detective per darti la caccia!" si avvicina verso di me con un sorriso smagliante.
"E quanto ti pagano?" chiedo andandogli incontro e abbracciandolo.
Un momento.
Com'è che mi sia venuto tutto questo affetto instantaneo? E questo abbraccio, da che pulpito?
"Abbastanza poco per seguire una Jenner" sorride ricambiando il mio abbraccio.
"Stai dicendo che valgo di più?" dico alzando un sopracciglio facendomi scappare un piccolo ed innocente sorriso.
"Questo non l'ho mai detto, ma non ho nemmeno detto il contrario" sorride non appena i suoi occhi si poggiano sul mio di sorriso.
Stava sorridendo ed era come se tutto intorno a me si fosse fermato, come se le uniche persone ad esistere fossimo solo io e lui, esatto.
Perchè in quel momento c'eravamoh esattamente solo io e lui, tutto il resto non era di nessuna importanza.
Cara, dalla quale mi ero distaccata per andare da Justin, non aveva una faccia che sprizzava gioia da tutti i pori, a dire il vero era come se qualcuno le avesse rubato la cosa più preziosa al mondo o, per lo meno, era quello che i suoi occhi facevano trasparire.
Sí avvicina a noi, con passo lento e vigile, in mano ha un cono gelato e questo da dove l'ha tirato fuori? È stata cosí veloce da andare a prendere un gelato e tornare o l'ha rubato a qualche bambina sul passeggino? Io opterei per la seconda.
Rimane a guardare la scena e squadra da capo a piedi Justin, che stava ricambiando il suo sguardo perfettamente e la banda che si è portato dietro, della quale mi accorgo distrattamente solo ora.
"Fate shopping tutti insieme appassionatamente?" chiede dando una leccata al suo gelato alla nocciola.
"Sì, abbiamo bisogno di consigliarci e vedere se il colore dei vestiti s'intona con i nostri occhi!" risponde Ryan, l'amico di Justin, che si sta sventolando come una ragazzina in preda agli ormoni per imitare tutte noi.
"Bhè, guardandovi non è che possa essere così impossibile!" s'intromette Kylie avvicinandosi a braccia conserte.
"Almeno i sani di mente non si tingono i capelli di blu!" risponde un ragazzo di nome Micheal, ma meglio conosciuto come Tyga, del quale Kylie chiedeva proprio la sera precedente.
"E almeno noi non ci facciamo le treccine ai capelli!" conclude Gigi riferendosi a Jaden, un altro amico di Justin, che avendo dei ricci afro, preferisce tenerli legati che, a parer mio, lo rendono abbastanza sexy.
Jaden, tenta di rispondere a tono, ma io urlo un fragoroso 'basta', per il quale molta gente si ferma a guardarmi come se fossi malata di mente in preda ad un attacco di euforia.
"Non so a chi dare il premio d'idiota dell'anno: alla squadretta delle femminucce che si comporta da troiette vip, al mio gruppo o a Kendall, che viene presa come una squilibrata dagli sconosciuti. Non c'è giornata migliore che stare con voi!" dice Justin alzando le sue mani in aria in segno di arresa.
"Sai chi è l'idiota?" chiedo io a bassa voce.
"TU!" rispondono tutti in coro.
"Visto? Almeno vi ho fatto andare d'accordo!" risponde Justin soddisfatto.
"Sul fatto che tu sia un'idiota, siamo tutti d'accordo, non preoccuparti!" risponde Cara scrollando le spalle.

Finito il teatrino, ci siamo spostati tutti insieme al piano superiore del centro commerciale dove si trovano il Mc, Burger King, Starbucks e altre diverse catene alimentari abbastanza note.
Certo, decidere dove andare non è stato esattamente facile, dato che tutti si sono messi a litigare ed io sembravo una maestra di scuola materna che tenta di riappacificare due bambini dopo che uno ha rubato la merenda all'altro, ma dopo un buon quarto d'ora ci siamo riusciuti, decidendo di pranzare al Mc, ricevendo il malcontento di non pochi.
Stranamente però, mentre mangiavamo abbiamo sorriso, riso, scherzato tutti insieme e nessuno si è lanciato coltelli in faccia o cose del genere, anche se gli unici coltelli che danno al Mc sono di plastica ma non ci sarebbe da stupirsi se una delle mie amiche riuscisse a sgozzare uno degli amici di Justin o viceversa, dato il loro profondo sentimento d'amore che li unisce.
Ma è stato piuttosto bello e siamo rimasti li per un'altra mezz'ora circa a non far nulla e a fare battute alquanto squallide che, non so come, siano riuscite a far ridere tutti e farci andare in perfetta sintonia.

"Noi dovremmo andare!" dice Justin ai suoi amici guardando l'orologio.
"Scappi sempre, poi chi è Cenerentola tra i due?" rispondo io scherzando.
"Io sono Cenerentola al ballo, tu, se proprio vuoi, puoi prendere il mio posto per fare le pulizie al palazzo della matrigna!" dice Justin infilandosi il suo giacchetto blu con un solo movimento delle braccia.
"Non ci tengo, grazie comunque!" sorrido dolcemente.
"Hey" dice Justin abbassando il tono di voce e dando un'occhiata furtiva al nostro tavolo, dove i suoi amici parlavano ancora con le mie amiche "è stato bello oggi, mi piace passare il tempo con te, é divertente" dice infilando le sue mani nelle tasche dei pantaloni.
"Anche a me piace stare con te, certo, non è facile far sí che i nostri rispettivi amici non si uccidano tra di loro, ma è figo!" dico spostando un ciuffo di capelli dietro la mia spalla destra.
"Mi piacerebbe che fossimo solo io e tu, non so. Ci stai?" chiede passando una mano in mezzo ai suoi capelli lasciandoli arruffati.
"Cenerentola accetta qualsiasi tipo d'invito!" dico facendo un piccolo inchino.
"Perfetto Cenerentola, mi fa piacere sapere che tu la pensa in questo modo!" ride avvicinandosi a me, poggiando la sua mano nel mio fianco per lasciarmi un bacio al centro della guancia.
"Ci vediamo!" dice allontanandosi, sventolando delicatamente una mano nella mia direzione.
"Ciao!" dico alzando la mia mano facendo ondeggiare le mie dita per salutarlo.
Quel bacio alla sprovvista mi ha fatto diventare più demente di quanto io sia già.
"Ha girato l'angolo, sclera quanto vuoi!" dice Cara mettendomi una mano sulla spalla.

Dopo quindici minuti, anche Gigi e Cara sono andate via con la machina di quest'ultima, eravamo rimaste solo io e mia sorella e dovevamo ancora comprare le scarpe adatte da abbinare al mio vestito che, per quanto impossibile sia, era proprio il vestito che Justin mi aveva consigliato non appena piombato al centro commerciale.
Avevamo girato qualche vetrina in cerca di qualcosa decente, fino a quando non ne avevo individuata una dove vi era esposto il più bel vestito che io abbia mai visto in vita mia.
L'ho trascinato all'interno del negozio per provarlo e per vedere se, effettivamente, era tanto bello quanto indossato.
Uscita dal camerino, Justin e il commesso non ci misero molto a spalancare le loro bocche, feci diverse giravolte su me stessa andando ad accettarmi se mi stesse davvero cosí bene come facevano credere e la risposta era sí, indubbiamente.
Mi calzava perfettamente e risaltava in assoluto le mie curve al punto giusto: era un monospalla di seta rosso folgorante, super aderente con una mini spaccatura appena sopra il ginocchio.
Dovevo trovare delle scarpe perfette tanto quanto la metá del vestito.
Siamo entrate in un negozio pieno di scarpe firmate, da Jimmy Choo a Prada e Gucci.
Mia sorella scatta verso un paio stivaletti col tacco nero, mentre io cerco qualche paio di scarpe da abbinare al mio vestito.
Mi giro intorno per dare un'occhiata, il negozio non è molto affollato, sarà per l'orario, ma è una cosa positiva.
Mi avvio alla ricerca di qualcosa di carino mentre Kylie è già dal commesso a chiedere se ci fosse il suo numero per gli stivaletti che ha in mano.
Addocchio un paio di scarpe nere, semi-aperte, con il rivestimento in seta e un leggero rialzo nel davanti; vado verso lo scaffale sul quale sono poste, non ho nemmeno bisogno di mettermi in punta di piedi come la maggior parte delle persone, grazie alla mia altezza.
Allungo leggermente la mano per afferrarle ma qualcun altro arriva prima di me.

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