CHAPTER THIRTEEN

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Cara mi aveva convinta ad uscire, in fin dei conti non era successo nulla di grave, il fidanzato, come se lo avessi, non mi aveva lasciata ed il cane non mi era morto.
Mi aveva mandato circa una ventina di messaggi nel momento in cui le avevo detto di voler restare a casa da sola, mi aveva pure chiamata urlandomi al telefono come se stesse parlando con Brad Pitt, tecnicamente, peró, non mi stava urlando: mi stava letteralmente assalendo telefononicamente.
Ma anche stavolta c'ero cascata, mi stavo appunto preparando per uscire a svagarmi, una doccia calda mi avrebbe fatto bene a riflettere: dovevo dirglielo o no? Sí, dovevo.
Cara capiva ogni mio minimo segnale; capiva quando mentivo, quando stavo male, quando avevo bisogno di stare sola o in compagnia e poi lei odiava Hailey tanto quanto la odiavo io.
Avevo bisogno di dirglielo, anche se sapevo perfettamente che si sarebbe sentita come in un incubo che diventava realtà.
Mi sto allacciando le converse bianche ai piedi, alle quali avevo abbinato una magliettina nera, con il dietro di pelle e degli shorts neri.
I capelli ricadono liberi sulle mie spalle e sul mio volto c'è un leggero filo di trucco e del mascara agli occhi.
Sto per staccare il mio telefono dal caricabatterie accanto al comodino quando dalla porta semi-aperta riesco ad intravedere Melissa che bussa.
"Melissa guarda che puoi entrare anche senza bussare" le sorrido aprendole la porta.
"Non volevo disturbarti Kenny, c'è Cara che ti aspetta sotto" dice facendomi l'occhiolino.
"E quello strizzamento di occhi cos'era?" le dico ridendo confusa per il suo gesto.
"Sono stata anche io ragazza, sai? E poi ti conosco da quando tua madre ti ha messo al mondo, sò cosa succede e sò che c'entra qualcosa Hailey" dice mettendosi a braccia conserte davanti a me: è bassina, paffuta, con occhi azzurri e capelli rossastri sempre adornati da qualche fermaglio, porta gli occhiali a volte, anche se dovrebbe farlo più spesso, il suo viso è acqua e sapone come nella maggior parte dei casi.
"Hai c'entrato il punto, ma non dirlo a nessuno" dico prendendo un giubbottino leggero dall'armadio.
"Dire cosa?" dice facendo un'espressione confusa.
"Se dovessi finire in galera, chiamerei te come mia alibi" dico ridendole.
"Vi chiedo di non commettere nessun omicidio, mi raccomando" dice appoggiando la sua schiena allo stipite della porta.
"Pensi che siamo cosí perfide?" le chiedo spalancando la bocca facendo la finta offesa.
"Tesoro.." si avvicina a me allungando una mano verso la mia guancia per lasciarvi una carezza, "siete peggio!" dice lanciandomi un sorrisino prima di aprire la maniglia della porta e scomparirci dietro.
La seguo uscendo dalla stanza, scendendo in fretta le scale e trovando Cara in salotto avere una conversazione non del tutto allettante con mia madre; le avrà fatto il lavaggio del cervello per farle sputare il rospo.
"Di che parlate?" dico affiancando a Cara.
"Di nulla, tu adesso muoviti che è tardi" dice trascinandomi fuori dalla porta di casa già aperta "Arrivederci Kris" dice salutando mia madre e chiudendosi la porta alle spalle.
"Vuoi per caso rapirmi?" chiedo a Cara guardandola farsi una coda alta.
"Ci dobbiamo sbrigare, abbiamo un pericolo nelle vicinanze ricordatelo!" dice guardandomi come se stesse parlando normalmente.
"Abbiamo Bin Laden in città?" chiedo standole al gioco.
"No scema, abbiamo qualcosa di peggio!" dice quasi urlando dalla frustazione.
"Hitler?" chiedo ridendo, infilandomi il giubbottino.
"HAILEY!" dice trascinandomi verso la sua macchina, posteggiata ad appena 6 metri da noi.
"Sali e allaccia la cintura!" dice aprendo lo sportello della macchina.
"Vabene mamma!" le dico aprendo il mio sportello.

Ero in macchina con quell'idiota che chiamo migliore amica, la quale non faceva altro che dire parole senza alcun filo logico e guidare come se fosse una pazza che viene perseguitata dalla polizia.
Da quando eravamo salite in macchina fino ad adesso non aveva smesso di parlare neanche un secondo, diceva qualcosa riguardo un travestimento o cose del genere, a dire il vero non la stavo neanche ascoltando, stava dando i numeri.
Nel frattempo mi era arrivato un nuovo messaggio da parte dell'ultima persona alla quale stavo pensando in quel momento.

DA JUSTIN:
Domani ti porto con me, non voglio ne sí e ne no, ti dico solo che alle 8 ti passo a prendere.

Alle 8? Di mattina? Ma cosa vuole fare, aprire un panificio a quell'orario? Per essere presentabile mi sarei dovuta svegliare alle 6.

DA KENDALL:
Se vuoi vedere una morta vivente, va benissimo anche alle 7.
DA JUSTIN:
Non so a chi tu ti stia riferendo!

Un improvviso sorriso sbuca fuori dalle mie labbra come se niente fosse.
È cosí semplice per me dimenticarmi di tutto e di tutti quando si trattava di lui, lui ha questo effetto su di me, non so se sia un bene o un male, ma sò che non ne avrò mai abbastanza.
"KENDALL!" urla Cara facendomi sobbalzare, mi ero completamente scordata di essere in sua compagnia.
"Ciao anche a te" le dico mandandole un bacio.
"Ma hai sbattuto la testa da piccola? Mi stai ascoltando?" chiede esasperata.
"No Cara, parli come se fossi il generale dell'esercito degli Stati Uniti: io non ti capisco" dico trattenendomi dal ridere.
"Stiamo andando da Hailey" dice Cara in modo serio, fermando la sua macchina.
"NO! Guarda che io scendo dalla macchina, Cara tu n-" mi zittisce alzando il suo dito davanti la sua bocca.
"Zitta, mettiti questi" dice passandomi un paio di occhiali da sole scuri e un cappellino nero stile anni '90.
Indosso entrambe le cose che mi sono state date e vedo anche Cara fare la stessa cosa con altri occhiali da sole e con un altro cappello.
"Adesso ascoltami, se hai qualcosa da dire, dilla adesso, non voglio interruzioni dopo" dice guardandomi attraverso gli occhiali.
"Oh, non è giusto, i tuoi occhiali sono più carini!" dico io facendo finta di pagnucolare.
"Ma con chi sono capitata..Stà zitta!" dice alzando gli occhi al cielo e togliendosi i suoi occhiali passandomeli.
"Mi dici che stiamo facendo qui?" dico in tono abbastanza basso sfilandomi gli occhiali da sole per passarli a Cara e indossare i suoi.
"Spiamo Hailey, mi sembra ovvio!" dice lei mantenendo la voce altrettanto bassa.
"MA CHE C-" m'interrompe mettendomi una mano in bocca, facendomi segnale di star zitta, levando successivamente la sua mano.
"Tu non stai bene! Sei pazza! Ma dico, cosa sei? Uno stalker?" dico guardandola con occhi sgranati.
"Kendall-" dice bloccandosi vedendo una figura magrolina uscire da una porta.
"GIÙ!" dice Cara abbassandosi al livello del cruscotto della sua macchina, facendo fare lo stesso a me.
Siamo in un enorme parcheggio, anche se non molto affollato, ci sono un paio di macchine qua e la, davanti a noi c'è una costruzione che si estende per circa 19 metri in lunghezza, dev'essere un fast-food dato il tabellone lampeggiante con la scritta 'KILLIAN'S' e diverse bevande disegnate dietro.
Era un posto malconciato, mi chiedevo perchè Hailey fosse caduta cosí in basso, noi eravamo abbastanza vicine da poterla vedere perfettamente ridere uscendo dalla porta di quel postaccio.
"Oltre ad essere troia è anche fuori di testa, ride da sola?" chiede Cara guardandola, cercando di mantenersi nascosta.
Lei è l'unica a guardare fuori dalla macchina, io non riesco: averla vista e averle parlato in un solo giorno è troppo per me, mi bastava quello.
Stavo cercando tutt'ora di smaltire quel mix di rabbia e angoscia che mi si era formato dentro lo stomaco dopo il nostro incontro, figuriamoci cosa sarebbe successo se l'avessi rivista adesso.
"Da sola?" chiedo io, tenendo la testa nascosta, non potendo veder nulla.
"OH MIO DIO!" urla quasi Cara, che rimane impietrita a guardare la scena da sopra lo sterzo della macchina.
Si era portata una mano alla bocca, continuando a fissare silenziosamente il tutto, i suoi occhi stavano quasi per uscire dalle orbite e il suo petto si sollevava e riabbassava velocemente.
"Che c'è?" chiedo io senza scompormi più di tanto.
Nessuna risposta, Cara non si muove di un centimetro, è come se fosse assente mentre continua a guardare fuori dalla macchina.
Decido, quindi, di vedere il perchè di questa sua inaspettata reazione, sporgendomi leggermente a guardare cosa fosse successo o, soprattutto, chi fosse con lei.
A quel punto, mi sentivo come se mi mancasse l'aria, ero come in una bolla, scioccata da quella visione, sentivo solo il mio cuore battere forte come se dovesse uscirmi dal petto, le dita della mia mano iniziarono a tremare e sudare contemporaneamente, mentre il resto del mio corpo era del tutto immobile.
Non riuscivo a distogliere il mio sguardo, ero talmente sconvolta che speravo fosse un brutto sogno dal quale mi sarei svegliata presto.
Continuavo a sbattere le palpebre cercando di autoconvincermi che fosse uno scherzo, ma nulla, la scena era sempre la stessa.
In quel preciso istante mi sentí come se il mondo mi fosse caduto addosso, di nuovo.
Combinazione perfetta: la persona che odiavo più di tutto il resto continuava a ridere e scherzare con una delle persone di cui mi fidavo ciecamente.

Buongiorno lettori e lettrici, vi chiedo gentilmente di esporre il vostro giudizio, lasciando un commento o una stellina.
Vi ringrazio.

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