CHAPTER SEVEN

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"E cosí dovremmo passare a prendere tua sorella all'aereoporto?" dice continuando a tenere lo sguardo fisso sulla strada.
"Esattamente!" sorrido guardandolo guidare.
Si gira in modo furtivo verso di me, "nessun problema", alza l'angolo destro della bocca per poi tornare a guardare la strada.
Lo guardo attentamente per diversi secondi, cerco di studiarlo più che posso, ma sono talmente intenta a farlo che si accorge del mio sguardo.
"Sono cosí bello?" si leva gli occhiali da sole facendoli scivolare fin sopra la fronte e poggiandoli sui suoi capelli in modo delicato.
"Sei modesto!" sorrido per poi girarmi verso il finestrino e fissare gli alberi all'estremità della strada che, con la velocità, sembravano girare velocemente.

Siamo appena arrivati al Bown Street, un locale con vista mare abbastanza lontano dalla nostra cittadina, molto raffinato e invitante.
Enorme giardino con rose rosse che sbocciano ai lati del piccolo sentiero di rocce, al centro vi è posta una fontana abbastanza grande con due angeli dalle bocche aperte dai quali usciva un liquido ambrato.
Sono tutte piccolezze che rendono questo posto magnifico.
"Devo essere molto carina oggi per essermi meritata un pranzo in un posto cosí!" dico scherzando e osservando il tutto con massima attenzione.
"Non lo sei solo oggi e comunque è il minimo, hai subito accettato il mio invito" dice mentre mi fa entrare dentro una sala illuminata dalla luce del sole, dalle pareti color pesca e con un solo tavolo rotondo posizionato al centro della stanza e diversi petali di rose rosa cosparse accanto.
"Mhh, non avevo niente di meglio da fare.." dico con non-chalance avvicinandomi al tavolo.
"Certo, sono sicuro che è proprio cosí!" dice avvicinando la sedia a me e facendomi sedere.
"Da quando il famoso JB è un gentiluomo?" dico guardandomi intorno e noto l'enorme lampadaio, posto sopra di noi, pendere dal tetto.
"Il famoso JB", dice facendo le virgolette con le dita alle ultime due parole e sedendosi, "è tanta roba, quando si parla di lui nei giornali, lo si definisce come un bambino viziato, no?" dice guardandomi fissa negli occhi.
Noto subito l'amarezza nel suo sguardo: anche se le sue labbra puntano a sorridere, è inevitabile non notare la tristezza nei suoi occhi.
Cerco di cambiare immediatamente discorso; non so se lui si ricordava o meno della nostra amicizia ma io sí e so perfettamente che la persona descritta sui social-network è di gran lunga diversa dalla sua vera figura.
Inizio ad aprire bocca, con la speranza di farmi venire qualcosa in mente, ma mi trattengo quando, per mia fortuna, vedo spuntare un cameriere.

Finite le ordinazioni, continuiamo a parlare del più e del meno, facendo non poche battute.
"E quando inizierai il Tour?" gli chiedo prendendo il bicchiere e bevendo un sorso d'acqua.
"Al più presto, Scooter mi ha già proposto le date; io devo solo dargli un'occhiata. Mi piace andare in tour, è un buon modo per svagarsi e concentrare tutte le tue attenzioni su di te" dice passandosi una mano veloce tra i capelli, per spostare un ciuffo che gli penzolava vicino l'occhio destro.
"Hai le tue fans, sono molto dolci, ho letto alcuni commenti quando hai scritto su twitter!" gli dico guardandolo, cercando di continuare ciò che avevo iniziato di fare in macchina ovvero studiare ogni suo singolo movimento.
"Già, tu invece? Devo farle i miei complimenti signorina Jenner, sta davvero andando bene!" batte le mani per farmi un piccolo applauso ironico.
"Sono ancora agli inizi, ho tanto da imparare" dico appoggiando i miei gomiti sul tavolo.
"Se è la tua passione ti renderai conto che non ci sarà mai un inizio o una fine" dice versandosi del vino rosso nel bicchiere.
"Okay..Justin Bieber che parla come un vecchio saggio mi fa paura, quindi preferirei non toccare più questo argomento" dico prendendo una ciocca dei miei capelli e mettendola dietro l'orecchio.
"Se insisti tanto!" fa spallucce con un piccolo sorriso.
Ricambio il suo sorriso e capisco quanto mi fosse mancato in tutto questo tempo; i suoi atteggiamenti, i suoi modi di fare, il suo tono di voce che si adagiava ad ogni tipo di situazione.

Abbiamo appena finito di mangiare il dessert quando lo schermo del mio telefono s'illumina: è il promemoria che mi ricorda di dover passare a prendere Kylie all'aereoporto.
"Oddio, è già passato tutto questo tempo?" sorrido prendendo il cellulare e mettendolo in borsa.
"Dovremmo andare, la strada è un pò lunga!" sorride Justin guardando il suo orologio da polso.
Annuisco e sposto la sedia per alzarmi delicatamente quando all'improvviso Justin mi ferma.
"Aspetta" chiede con voce calma.
"Che c'è?" mi volto verso di lui.
"Devo chiederti una cosa" il suo tono di voce diventa inaspettatamente serio e ciò mi incuriosisce e innervosisce allo stesso tempo.

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