Non potevo credere a ció che avevo davanti, i miei occhi non riuscivano a distogliere lo sguardo e la mia mente era un'autostrada piena di traffico al momento.
Ero immobilizzata, come se ci fosse una forza superiore a bloccarmi eppure io avrei voluto alzarmi e fare qualcosa ma il corpo restava fermo, seduto, tremolante, su una di quelle sedie regali, in oro, che mia sorella amava.
Le mie mani erano strette attorno alla forchetta che tenevo in mano e, dentro la mia bocca, i denti non facevano altro che affondarsi da soli nell'interno della guancia.
"Che imbarazzo" bisbiglia una delle sorelle.
"Tutto bene tra voi due?" dice Kanye facendo segnale con le dita.
"Sì, tutto a posto" dico sforzando un sorriso mentre la mia gola pizzicava.
"Non sembra proprio" dice mio padre, seduto a capotavola, mentre guardava con occhio acuto e attento l'ospite arrivato adesso.
"Sí, va tutto bene. Kendall ed io siamo vecchi conoscenti" dice l'ospite mettendo entrambe le mani dentro le tasche del giubbotto grigio.
"Sto seriamente cominciando a pensare che tutte le persone con cui avevi a che fare prima siano dei doni scelsi dal cielo!" dice mia sorella Kylie a bassa voce, leccandosi le labbra alla vista di colui che aveva appena parlato.
"Smettila" dico io dandole una gomitata da sotto il tavolo e guardando in basso.
"Ma sono tutti belli!" dice Kylie in sua difesa.
"Ad ogni modo, voglio presentarvi Chris, credo che tutti voi lo conosciate" dice Kanye, mentre lasciava che tutte le attenzioni della sala si spostassero alla persona accanto a lui.
"È un piacere essere con voi questa sera" dice Chris, sorridendo a tutti, in particolar modo alla sottoscritta.
"Io e Chris abbiamo incominciato a lavorare insieme ed è entrato a far parte della mia etichetta discografica: quindi, adesso, fa parte della famiglia!" dice Kanye, con un espressione simile a quella di un padre fiero del proprio figlio.
"È un onore!" dice Chris in risposta, dando dei colpetti sulla spalla a Kanye.
"Anche per noi" dice Khloè, strizzandogli un occhiolino, che provoca la risata di Kylie, Kourtney e della ragazza di mio fratello, tutte e tre rimaste incantate dal fascino di Chris sin da quando ha iniziato ad aprir bocca.
"Khloè!" la riprende mia madre, "Siamo felici di questa notizia: quindi a tavola, si mangia!" dice con un tono allegro e gentile.
Chris siede accanto a Kanye e mio padre e per il resto della cena non fa che lanciarmi occhiate, sorridermi o cercare di rivolgermi la parola ma io sono impassibile e non lo degno neanche di uno sguardo.
Ovviamente, mi subisco le critiche delle mie sorelle, durante tutta la sera, che non fanno altro che ripetermi quanto sia bello e quanto desiderino portarselo a letto ed io mi lascio scappare solo qualche espressione di disgusto e disinteresse totale.
A quasi fine serata, quando Emily si alza dal tavolo per prendere il dolce, ne approfitto per alzarmi e andare un attimo in bagno, dal momento che riesco a tenermi la pipì a malapena, e mi alzo chiedendo il permesso, dicendo loro di dover rispondere al cellulare per non essere troppo sfrontata parlando del mio bisogno di andare a far svuotare la mia vescica.
Uscita dalla grande sala da pranzo, mi sento gli occhi di Chris addosso, mentre le mie sorelle spettegolavano, mia madre e Melissa parlavano di dover ritornare in casa nostra di buon mattino, il giorno seguente, per definire le ultime cose e gli uomini, tra cui anche Chris, parlavo di rugby e football da oltre mezz'ora.
Salendo le scale, con passo poco leggiadro, sospiro e penso perchè questo tipo di situazioni debbano capitare proprio a me e dopo essermi liberata dalla mia pipí ingombrante e aver tirato lo sciacquone, mi stavo ritoccando la pettinatura, dato che sembravo qualcuno appena uscito dal Biafra.
E per poco non mi lascio scappare un gridolino di spavento quando vedo Chris comparire allo specchio, dietro le mie spalle.
"Ma sei pazzo? Te l'hanno, per caso, insegnato che quando la porta di un bagno è chiusa, vuol dire che qualcuno è dentro?" dico girandomi di scatto e sbraitando innervosita.
"Sí, me l'hanno insegnato" dice ridacchiando e avvicinandosi sempre più verso di me.
"E allora bussa la prossima volta, maleducato!" dico indietreggiando mentre gesticolavo come una pazza.
"Lo faró" dice continuando a fare dei passetti innocui in mia direzione e parlando con un tono di voce gentile e cauto.
"Bravissimo, quando poi lo farai ti daró un premio ma adesso esci!" dico indietreggiando ancora un pó, ma sbarando gli occhi quando mi accorgo di essere arrivata al limite e di star toccando il bordo del marmo dove vi è il lavandino.
"Che premio?" fa un sorriso malizioso, mentre poggia le sue braccia al bordo del marmo, accerchiando il mio corpo.
"Uno schiaffo. Esci!" dico evitando il suo sguardo e sedendomi sopra il marmo.
"Prima devi dirmi perchè fai cosí" dice inclinando la testa con un sorrisetto adorabile.
"Mi chiedi il perchè? Cosa sei, scemo?" dico spalancando la bocca.
"No, sono Chris e tu sei bellissima" dice guardandomi negli occhi, per poi posare una mano sul mio ginocchio.
"Che carino, prendi le battute da internet" dico levando la sua mano ferma sopra il mio ginocchio.
"Che ti prende?" mi dice con aria confusa.
"Se non esci, esco io" dico con sguardo minaccioso.
"Siccome ti conosco e so che l'avresti detto, ho chiuso la porta a chiave e messo la chiave dentro i miei boxer" dice con un sorrisetto orgoglioso mentre si toccava l'interno dei pantaloni.
"Mi fai schifo" dico roteando gli occhi annoiata.
"Sei così prevedibile che ti annoi da sola?" dice ridendo, dopo aver capito di aver fatto la mossa di giusta.
"Mi annoi tu" dico sferrandogli un occhiataccia e portandomi le dita davanti la bocca.
"Bene, allora non vedo perchè continuare a parlare" dice alzando un braccio che fino a due minuti fa non mi lasciava muovere, per farmi alzare e andar via.
"Anche io ti conosco e so che mi gireresti il polso per farmi girare e poi baciarmi" dico mordicchiandomi un'unghia divertita.
"Pensavo che ti avrebbe fatto piacere avermi intorno" dice di punto in bianco, con tono e sguardo serio.
"Dopo che, l'anno scorso, sei praticamente scappato per andare in rehab e lasciarmi senza tue notizie?" dico alterandomi.
"Avevamo litigato proprio perchè tu volevi che andassi in riabilitazione!" dice indicandomi mentre incominciava ad innervosirsi.
"E vedo che non ti è servito a niente, le tue due personalità sono ancora presenti" dico rimanendo a guardarlo.
"Stai scherzando?" dice lui, guardandomi di traverso.
"No, ora lasciami stare. Non è un bel periodo e ci mancavi solo tu" mi metto la faccia tra le mani, con un espressione disperata.
"Ho visto alcune tue foto con Justin in giro sul web, quindi siete ritornati amici?" sento la sua voce incrinarsi e farsi più debole.
"Bella battuta, ti sei superato" dico battendogli le mani, fingendo di essere divertita.
"Non sto scherzando" mi dice andandosi a sedere sopra il bordo dell'enorme vasca da bagno.
"Ma che vuoi? Non puoi pretendere di ritornare a far parte della mia vita da un momento all'altro" dico scendendo giù dal marmo e gesticolando innervosita.
"Non lo sto pretendendo!" mi risponde con un tono di voce aggressivo e secco.
"Ecco. Perchè non ci saresti riuscito comunque" dico distogliendo lo sguardo e rispondendo a bassa voce.
"Ti sono mancato?" riprende a dirmi dopo un minuto di silenzio.
"No, Chris, tu mi hai portato solo casini. Ero un'altra persona" dico come se avesse detto la più assurda delle cose.
"Solo perchè eri te stessa?" dice unendo le mani e incrociando le dita.
"No, ubriacarmi ogni sera e andare a letto con te, non andare a scuola, ignorare le mie amiche e trattare male la mia famiglia non significa essere me stessa" dico rabbrividendo al pensiero dei vecchi ricordi.
"Siamo cambiati entrambi" dice cercando di sorridermi.
"No, tu sei cambiato! Io sono solo ritornata quella che ero" dico indicandomi da sola e riandandomi a sedere sopra il marmo.
"Ne è passato di tempo, peró" dice con uno sguardo di malinconia che mi fa ribrezzo.
"Sai cosa vuol dire ritrovarsi sola in una stanza di hotel, lontana da casa e con un biglietto scritto sopra la porta che diceva 'ho bisogno di tempo' e poi scoprire, tramite i telegiornali, che eri andato in un centro di reintegrazione in Inghilterra?" dico sbottando e riprendendo l'argomento, lasciandolo esterrefatto.
"Kendall, ho commesso un sacco di errori nella mia vita. La maggior parte li ho commessi con te e i restanti insieme a te. Sono pentito di tutto, ma non di noi due" dice alzandosi e venendo, ancora una volta, verso di me con un aria da cane bastonato.
"Io invece sì, non avevo mai sbagliato cosí tanto in vita mia" dico con sguardo fisso su di lui.
"Sei stata una svolta per me" mi dice con tristezza e, al tempo stesso, paura dentro i suoi occhi.
"Devo andare" dico scendendo giù dal marmo e andando dritto verso la porta, per poi rimanerci ferma davanti, quando mi ricordo dov'è andata a finire la chiave.
"Io ti amavo. E tu?" dice seguendomi, rimanendo dietro di me.
"Apri la porta" dico voltandomi e ignorando del tutto le sue parole.
"Mi amavi?" dice con incertezza.
"Per piacere, fammi uscire" dico guardando in basso.
"Ho chiesto se mi amavi?" dice a denti stretti, scandendo per bene le parole.
"CAZZO, NO!" le mie urla lasciano di stucco sia me che lui.
"Non ti amavo! Eri solo un passatempo per me: avevo bisogno di dimenticarmi di Justin. Ero così afflitta dal dolore che ero quasi diventata una troia! Venivo a letto con te e non stavo quasi più a casa mia. Dovevo svagarmi e vedevo come tu stessi bene al mio gioco e quindi mi sono fatta prendere la mano. Ma no, tu per me non hai significato un cazzo!" dico urlando, urlando con un tale aggressività e cattiveria della quale non mi ritenevo capace.
Lui mi guarda a bocca aperta, non parla e rimane zitto e guardarmi per diversi minuti: i suoi occhi ricadono poi sulla sua felpa e con un espressione ferita, infila la sua mano dentro una delle due tasche per estrarre la chiave e porgermela, senza neanche guardarmi negli occhi.
"Mi dispiace" riesco a dire a malapena mentre la mia mano tremolante afferra la chiave.
Mi sento delusa da me stessa: non credevo che sarei stata capace di trattare qualcuno in questo modo, a prescindere dal dolore che mi aveva causato.
Infilo la chiave nella serratura e la giro, girando la maniglia e aprendo la porta per poi voltarmi un'ultima volta.
"Alla mia famiglia non ho mai detto che la causa di tutto quello che è successo l'anno scorso eri tu, quindi puoi stare tranquillo, Kanye non ti manderà via dalla sua casa discografica" dico con un filo di voce, non riuscendo a tenere ferme le mani.
Lui annuisce e basta ed io mi volto ancora una volta per uscire fino a quando sento la sua voce.
"E comunque, mi sembra che neanche tu abbia mandato via i tuoi lati diversi" dice, sforzandosi per farmi un sorriso.
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Gold and diamonds.
RomanceAvalon é una cittadina della California dove vive Kendall Jenner, una ragazza di soli 16 anni, da poco modella ma richiesta in tutto il mondo. Ed un suo amico di vecchia data, Justin Bieber, del quale era sempre stata innamorata per il suo buon cuor...