12. But still don't know my name

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Parte II




C I A R A

POV



Un'ora prima della partita di basket



Le bugie bianche non esistono.

Mentire è sempre un peccato, a discapito di quale sia la motivazione della menzogna e la fandonia stessa.

Mentire è una scorciatoia per sviare il dolore, a noi stessi o alle persone che ci circondano.

Tutti noi alteriamo la realtà, anche inconsapevolmente e armati di buone intenzioni.

Ma questo non toglie che sia tutti quanti noi peccatori e condannabili.

Nessuno escluso.

Infilai le dita cosparse di shampoo nella chioma umida e riccioluta, massaggiandogli la cute dolcemente.

Xander grugnii di piacere, inclinando all'indietro il collo per facilitarmi il lavoro.

«Come hai fatto a ridurti le radici così?» lo rimproverai, spostando la riga del ciuffo per controllare l'altro lato.

«Non lo so» gemette addolorato «Sarà quello shampoo del cazzo ad avere qualche problema. Ahia!» sobbalzò sofferente.

«Scusa!» il mio tocco divenne più delicato.

Continuai con dei movimenti circolari dall'attaccatura fino alla nuca.

«Anche se te lo meriteresti» borbottai scontrosa.

«Ahia! Non è colpa mia se non sanno fare uno cazzo di shampoo sti venditori!»

Sospirai esasperata. Tolsi le mani dai riccioli del mio ragazzo e mi abbassai a tirare la cerniera del suo borsone.

Trassi la boccetta del prodotto, e guardai attentamente l'etichetta sul retro.

«Da quanto è che hai questo shampoo?»

«Da un po'» brontolò.

«Ovvio che ti sei rovinato i capelli, ti lavi con un prodotto ormai scaduto da due anni!»

«Ah, perché gli shampoo hanno una scadenza?»

Mi massaggiai la fronte snervata con i palmi ancora bagnati, rinfilando il contenitore nella sacca.

Mi versai un po' di liquido biancastro invece della boccetta di quello mio personale e ripresi a strizzare i ciuffi tra le mie dita.

Erano giorni ormai che si lamentava per un allucinate dolore alla testa, che Anderson ironizzava fosse causato dalla sua parlantina incessante.

Qualche ora dopo ci sarebbe stato il ritorno contro St Viator High, e noi eravamo ancora casa mia con il capitano dolente e la sua ragazza con le mani impastate di prodotti per i capelli.

Avrei dovuto iniziarmi a prepararmi che a breve Ibbie sarebbe passata a prendermi per andare da Rachel, ma prima dovevamo sistemare questa questione.

Eravamo in piedi davanti al lavandino, Xander con il capo chino e immerso in una bacinella d'acqua e sapone e io con le mani immerse in quella zizzania di riccioli.

«Vedi il lato positivo: andrai in campo con addosso il profumo della tua ragazza come portafortuna» sussurrai soave al suo orecchio.

«Mmm si forse hai ragione...» innalzò pigramente il viso dalla conca di marmo.

Slivers of HopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora