7. There's a blade where your heart is

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R A C H E L

POV


Il tempo era infinito, ma quello degli uomini aveva dei limiti ben definiti.

Segnati da lui stesso.

Il tempo non aveva mete da raggiungere. Né restrizioni o margini.

Le certezze ci permettevano di proseguire su un lasso di corsia a senso unico, e la paura avvicinava i suoi confini.

Vivere ostacolati dalla paura era del tutto usuale, altrimenti l'uomo riuscirebbe a stare a passo col tempo e non smetterebbe mai di realizzarsi.

Ma non era così.

Quello che ci frenava era la paura di poter vivere a pieno la nostra vita per poi perderci in migliaia di frammenti di illusioni.

Era inutile negarlo.
Ma eravamo tutti succubi dalla costernazione di poter vivere nei rimpianti, nelle scelte sbagliate e nelle disillusioni.

Così preferivano non scegliere, e il tempo ci divorava vivi.

Jace diceva sempre "L'uomo dovrebbe smetterla di avere la presunzione di essere capace a incatenare gli istanti. E dovrebbe limitarsi a viverli".

I lampi della nostra vita non erano segnati, così come il termine.
L'uomo aveva la superbia di poter aggrapparsi agli ricordi che gli forniva il così detto destino, per poi perdersi nelle sue mezze scelte, senza mai prendersi alcuna responsabilità e riuscire a realizzarsi.

Perché il destino non esisteva, e chi smentiva questa affermazione era solo un povero ingenuo.

Il destino era solo una falsa speranza creata dell'essere umano, per preservare le sue decisioni.

Anche non scegliere era una scelta e, in ogni contesto che ci può presentare, era la peggiore.

In questo argomento non optare per nessuna decisione, qual valeva non provare mai la sensazione di essere vivi e di essere consumati dal tempo.

"Perché dici che l'uomo ha la presunzione di fare questo?" Gli domandai, guardandolo di tralice con curiosità.

"Altrimenti avrebbe già concretizzato l'ambiente circostante"

"Non è così?"

"Guardati in giro Rachel" fuse le sue pupille ossidiane con le mie dorate "Ti senti di vivere a pieno la tua esistenza?"

Ci pensai per qualche secondo, prima scuotere la testa con negazione.

"Eppure hai il tempo ed è tutto ciò che necessiti, perché non ti senti di stare a sperimentarla nel suo complesso?"

"Forse perché ho solo sedici anni?" nel mio tono trasparì una leggera sfumatura di ironia.

"Probabile" alzò le spalle "Ma prova a immaginare ad un signore, con ormai un lungo passato dalle spalle, osservalo e chiediti la stessa cosa che ho domandato io a te. Nonostante l'età che ha, lo senti vissuto?" I suoi polpastrelli gelidi entrarono a contatto con la mia pelle accaldata, spostando le palpebre, chiudendole.

Slivers of HopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora