18. Meet me in the afterglow

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R A C H E L

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R A C H E L

POV


«È stato ancora tuo padre?»

Jace storse il viso in una smorfia, evitando di guardarmi. I suoi occhi si strizzarono dal dolore quando provai a sfiorare la ferita.

«Scusa» abbassai immediatamente la mano.

«Non scusarti»

Si voltò di profilo fissando la cassetta del ponto soccorso che avevo aperto poco prima. Ero seduta sul lettino con lui dinanzi a me, in mezzo alle lenzuola sottili.

Non avevo mai odiato come in quel momento l'odore di candeggina e di disinfettante.

L'infermiera non c'era, infatti apparte noi due nella stanza non c'era anima viva.

Lo avevo trovato lì per caso, mi ero tagliata l'indice con la carta e la professoressa di spagnolo, emofobica, mi aveva mandato direttamente in infermeria.

Trovarci il mio ragazzo con le nocche completamente sbucciate e il volto pestato a sangue non era stata proprio una bella sorpresa. Soprattutto dal momento che stava provando a nasconderlo da me.

«Devi dissinfettarle» presi le sue mani e le feci ruotare, esaminando attentamente le sue ferite. Non erano gravi, ma la pelle sfregata delle nocche lasciava intravedere le falangi.

Ma lui non accennava a volersi curare.

Presi la cassetta del pronto soccorso e strappai con i denti il sacchetto. Raccolsi un po' di cotone e ci versai un po' di disinfettante. Ma prima di pressarlo sulla ferita, alzai gli occhi su di lui.

«Ti farà un po' male»

Lui mi fissò senza dire nulla, e io lo presi come invito a continuare. Mi fece male vederlo stringere i denti e trattenersi a grugnire dal dolore, ma preferivo affrettarmi con quella pratica che vederlo dissanguare per l'intera settimana.

«Perché non hai chiesto aiuto a qualcuno?»

«Lo sai» sussurrò timoroso che qualcuno ci potesse sentire «Non posso far vedere queste ferite a nessuno. Farebbero domande su come me le sia procurate e molte altre a cui non posso rispondere. Altrimenti sarà peggio...»

«Ti va di raccontarmi cosa è successo questa volta?»

«Nulla che tu ti debba preoccupare»

Non volevo cavargli le risposte dalla bocca, e nemmeno forzargli a fare qualcosa che non voleva. Però... avrei voluto davvero tanto almeno provare a fare qualcosa per aiutarlo.

Buttai il pezzo di cotone strascico di sangue e sdrotolai le bende. Con le forbici ne tagliai due coppie di nastri per entrambe le mani.

«È difficile non preoccuparsi...» sospirai restando con gli occhi abbassati

Slivers of HopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora