20. Are you ready for it?

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C I A R A

POV



Ore 07:00 a.m.




La frase "il passato viene a bussarti alla porta quando meno te l'aspetti" era così maledettamente reale.
Anche quando credevi che tutto stava andando per il meglio, il disastro era dietro l'angolo.

Nel mio caso dietro la mia porta.

«Va ad aprire Ciara!» urlò mia madre dal piano di sotto quando il citofono trillò.

Sono le sei di mattina. Chi mai potrebbe essere a quest'ora?

Guardai il mio riflesso allo specchio del bagno, restando con la spazzola a mezz'aria.

«Ho solo l'asciugamano addosso mamma, non posso scendere!» gli urlai di rimando.

La sentii borbottare infastidita e i suoi passi sonnolenti scendere al piano di sotto.

Sbirciai l'ora al cellulare, ed era per lo appunto molto presto.

Non avevo la minima idea di chi potesse aver suonato: quella mattina Xander non sarebbe passato a prendermi perché aveva gli allenamenti e non poteva nemmeno essere Ibbie perché era ancora senza macchina.

Finii di pettinarmi i capelli e ascoltai la porta cigolare quando venne aperta.

Sentii mia madre conversare con un'altra voce, dal timbro profondo...quasi famigliare.

Mia madre risalii le scale e spalancò la porta della mia camera entrando senza bussare. Come se nulla fosse.

«Mamma! Sono nuda!»

«Ciara! C'è qualcuno per te alla porta» mi disse sistemandosi la vestaglia color prugna, ignorando il mio rimprovero.

«Chi è?»

Perlomeno mia madre aveva chiuso la porta della camera, altrimenti il presunto ospite avrebbe sentito da sotto ciò che ci dicevamo.

«Non lo so. Un ragazzo biondo più o meno della tua età con la divisa della tua scuola» scrostò una ciocca bionda dietro l'orecchio «Aveva un nome strano...tipo Loris»

Venni investita da una secchiata d'acqua gelida e il freddo mi penetrò le ossa. La testa mi girava.

«Louis» la mia voce era incolore, come se le mie labbra e le corde vocali si fossero mosse da sole.

«Ecco brava, Louis. Ha detto di chiamarsi così. Lo conosci per caso?»

«I-io» presi a balbettare non sapendo cosa risponderle. Le tempie mi pulsavano terribilmente ed ero a corto di saliva.

Louis Jonas era alla porta. Si trovava proprio all'ingresso in quel momento, e io non ero per niente pronta a rivederlo.

Mentalmente e fisicamente.

«D-digli che non ci sono. C-che sono già uscita» mi voltai e ripresi a prepararmi.

Mia madre aggrottò perplessa la fronte difronte alla mia agitazione.

«Tesoro...»

«È una persona che non voglio vedere, mamma» dissi senza guardarla mentre cercavo di mettere a posto i trucchi ma le mani mi tremavano troppo. «Non lasciarlo all'ingresso da solo per così tanto tempo, va da lui e digli che non sono in casa»

Mia madre mi squadrò severa da sotto gli occhiali fini. Non avevo mai alzato la voce in quel modo, non con lei. Ma ero visibilmente nel panico e decise di assecondarmi.

Slivers of HopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora