14. Cinnamon girl

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A N D E R S O N

POV


Blue and Berry

Scoccata le mezzanotte 🌙


Cosa cazzo stava succedendo?

Vidi tutta la mia vita passarmi davanti quando il corpicino docile e scosso da fremiti di Rachel mi ricadde addosso. Ma soprattutto quando le grandi dita di Zach Mitchell racchiusero i suoi polsi e la strattonarono violentemente contro di sé. Riscattò qualcosa ormai dormiente dentro di me.

Cristo santo. Per un attimo percepii il bollore del sangue incendiarmi le venature.

Fu un sollievo vedere il suo ginocchio piegarsi contro le sue palle, e Mitchell ululare dal dolore sordo. Le sue manacce smisero di tenerla e lei ricadde indietro leggiadra come un pezzo di carta al vento.

L'istinto, e forse anche il buon senso, mi fece allungare le braccia e porle sostegno. 

Per un secondo si irrigidii e io ebbi paura che sarebbe scattata come una molla. Sorprendendomi, si abbandonò sul mio petto lasciando l'arma di guerra ai piedi.

Sollevò il mento. La sua cornea era inetta di sangue.

Cazzo.

Il tubino aderente le fasciava gentilmente le curve morbide come seta fluida, lasciando poco spazio alla fantasia agli occhi discreti. I capelli lisci le sfioravano le costole, danzando come una massa scura alla cannella al contempo dei fianchi vacillanti e delle gambe molli. Era così diversa dal solito, ma cazzo, era un panorama in cui doleva distogliere gli occhi. La ragazzina con il viso un po' infantile e il corpo nascosto da strati di vestiti era completamente distorta.

Ora, esso, premeva fremente contro la mia pelle, cercando rifugio.

Tremava, cazzo. Le sue palpitazioni frenetiche erano percepibili anche contro schiena. Il suo sguardo perso e annebbiato fu una morsa dolorosa allo stomaco, come vederla in quelle condizioni penose.

Normalmente al minimo contatto di sarebbe scrostata infastidita come se scottata, e questo cambio repentino mi accorse più di quanto pensassi.

«Ehi ma che cazzo fai. Ci stavo divertendo io con quella»

La voce di Mitchell fu solo un ronzio dietro l'orecchio. Fastidioso e rumoroso.

La lingua mi pizzicava, e la voglia di sferragli un gancio destro sulle gengive aumentò drasticamente. Ma Mitchell non meritava nemmeno un briciolo di attenzioni da parte mia, figuriamoci una ferita sporca del suo sudicio sangue sulle mie nocche. 

«Fanculo' Mitchell. Starle alla larga»

«Altrimenti? C'ero prima io»

Avrei voluto deridere la sua sconsideratezza, ma non ero dell'umore giusto.

«Stai mettendo alla dura prova la pazienza. Sparisci prima che ti ritrova con due occhi neri e non solo» minaccia velata, ma che ebbe il suo effetto desiderato.

Mitchell indietreggiò, e alternò lo sguardò da lei al mio viso palesemente incazzato. Non era il giorno giusto per prendermi male.

Sbuffò e si rigirò sui tacchi, borbottando qualche imprecazione.

«Toglimi le mani di dosso Holder»

Rachel si riscosse da quell'attimo di debolezza, riprendendo il tono alto e diffidente.

Slivers of HopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora