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AIDAN POV

Alla fine alla festa ci andai, Orion mi passò a prendere sotto casa senza preavviso.

«Scendi.» mi aveva chiamato

«Cosa?»

«Lo so che ci vuoi andare a quella festa.»

Infatti mi ero preparato, ma non sapevo se chiamarlo.

Ero un po' titubante.

Per fortuna lui aveva la patente, era qualche mese più grande di me, io avevo ancora 17 anni ma il 22 novembre avrei potuto aprire le porte alla mia libertà da 18enne.

Misi la cintura e Orion iniziò a sfrecciare con la macchina, per un attimo ebbi paura di non riuscire ad arrivare alla curva successiva.

«Ma ti scappa il piede su quell'acceleratore? Un giorno ti toglieranno la patente per limite di velocità, e quando lo faranno riderò di te.» gli dissi

«Aidan, non sto andando neanche a 50km/h.» in effetti era vero però io ogni volta mi ritrovavo contro il sedile del passeggero pronto ad essere risucchiato.

«Quanto profumo hai messo?» mi chiese aprendo il finestrino e facendo entrare aria congelata.

«Abbastanza per inquinarti la macchina.» chiusi il mio finestrino quando lo aprì.

«Tieni il tuo aperto che io sto congelando.» alla fine chiuse pure il suo.

Accesi la radio per non sentire le sue lamentele e partì una delle mie canzoni preferite, a quel punto iniziai a cantare a squarciagola. Concessi a Orion un ingresso gratis al mio concerto che nessuno aveva il privilegio di ascoltare solo i muri del bagno quando mi facevo la doccia.

Probabilmente anche il vicino perché una volta mi gridò.

Feci del mio telefono il mio microfono che passavo a lui ma essendo un guastafeste non apriva neanche la bocca per fiatare, quindi cantai da solo mentre lui guidava.

Fui certo di averlo visto sorridere, ma con lui non si può mai essere sicuri. Probabilmente si era emozionato per la mia voce da usignolo.

«Sembri molto contento di venire qui.» gli dissi una volta scesi dall'auto e guardando la casa e lo trovai con il broncio ad un passo da terra.

«Tantissimo» rispose lui incrociando le braccia al petto.

Solo in quel momento ebbi il tempo per guardarlo indossava una camicia bianca e dei jeans blu scuro. Sulle spalle aveva appoggiata una giacca.

«Cazzo non faceva questo freddo stamattina.» dissi stringendomi nelle spalle.

«Ti portavi una giacca.»

Gli mostrai il dito medio.

Entrammo. Non avevo notato tutte quelle luci colorate dall'esterno.

Mi ricordarono quelle della festa, l'altra sera. Mi girai verso Orion, mi stava guardando, il viso illuminato di colori.

Gli sorrisi.

La musica rimbombava nelle orecchie, dovetti alzarmi sulle punte per arrivare all'orecchio di Orion per potergli parlare. Mi guardai intorno riuscii a riconoscere gente della nostra scuola, ma che di istituti vicini al nostro. Quella casa traboccava di persone, c'era più gente che aria.

Mi allontanai per poter andare a prendere qualcosa da bere, non mi sarei ubriacato questa volta.

Speriamo.

Tornai da Orion con le mani vuote.

«Hanno finito tutto.»
Lui annuì.

Quando la musica aumentò e iniziò un canzone piena di energia lo presi e lo tirai in un angolo dove sarei riuscito a muovermi senza tirare gomitare nello stomaco di qualche povero essere.

Let Love Destroy UsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora