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POV MATTHEW

Bastardo.
Bastardo.
Bastardo.

«Ehi, tutto bene? Sono stati quei due coglioni?» mi chiese Noah, correndo verso di me e porgendomi una mano per aiutare ad alzarmi, la ignorai alzandomi da solo

Sputai il sangue a terra e mi pulii il naso con il torso della mano.

«Lo distruggo quello stronzo.» dissi acido per poi lasciare che la mie voce si sciolga in una risata.

Ah, Aidan se solo sapessi.

Avrei voluto sputargli in faccia la verità, distruggergli la vita, perché se lo meritava, come il sangue del suo sangue aveva fatto con la mia.

«Andiamo.» mi disse Noah iniziando a camminare verso la strada, che si era fatta un po' più affollato, dopo le urla e le minacce sue e di Len che avevo attirato l'attenzione.

Guardai nella direzione verso dove quei due codardi erano scappati.

Orion cosa ti tiene legato a lui?

Arrivammo alla macchina lanciai le chiavi a Len, lasciai che prendesse il posto al volante, sfrecciò.

Noah mi passò un fazzoletto per togliere il sangue dal mio volto, lo buttai fuori dal finestrino.

Il sole iniziava già a tramontare.

Arrivammo in un bar dove appena entrati ci ritrovammo gli occhi di tutti puntati addosso.

Non che l'attenzione mi desse fastidio ma sapere che mi stavano guardando perché uno di quei due mi aveva ridotto il viso in un cumulo di lividi mi faceva girare le palle.

Andammo a sederci vicino al bancone, era un locale sempre affollato, pieno di coppie, ragazzi e ragazze con vestiti osceni.

Una cameriera si avvicinò a noi.

«Tre birre, in fretta.» avevo i nervi a fior di pelle, non la guardai neanche e con la mano la allontanai.

«Intanto ti calmi, poi dovresti pulirti il naso che sanguina altrimenti mi sporchi il bancone.» la sua frase attirò la mia attenzione, tutte le ragazze con cui parlavo tremavano sotto il mio sguardo invece lei sembrava non avere paura.

Probabilmente era anche più piccola di me. Era bionda, i capelli a caschetto leggermente mossi, il viso tondo e alcune macchie intorno agli occhi azzurri.

«Quanti anni hai bellezza?» sentii la voce di un uomo accanto a Noah. Non ci feci caso finché la ragazza non si voltò, lo guardò per poi ignorarlo.

«Cos'è ti si è mozzata la lingua, che peccato avrei voluto che mi aiutassi con una cosa.» continuò l'uomo abbassando il volto sui suoi pantaloni. Probabilmente la gonna corta della ragazza aveva suscitato attenzioni da parte di molti. Sbadigliai.

Sempre la stessa storia.

«Se non la smetti la prossima cosa che si taglierà qui è il cazzetto che ti trovi in mezzo alle gambe.» rispose servendoci le birre per poi aprircele col cava tappi, e a me passò un fazzoletto, io scoppiai a ridere all'affermazione con cui aveva risposto all'uomo che si alzò di scatto pronto a saltare sul bancone e fiondarsi su di lei.

La ragazza rimase impassibile sotto le minacce e gli occhi di fuoco dell'uomo.

Arrivarono due ragazzi robusti della sicurezza che sbatterono fuori l'uomo, quello era un locale pieno di ragazzi mi sopresi di trovare un uomo di quell'età.

«Gonna del cazzo.» disse lei sottovoce cercando di abbassare il tessuto per evitare che attirasse altri sguardi.

«Che lingua tagliente ragazzina.» esordii ritrovandomi di nuovo un suo sguardo di pietra.

Let Love Destroy UsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora