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NOAH POV

Mi svegliai perché sentii un fischio riempirmi le orecchie, passai una mano sulle palpebre per abituarmi alla luce.

Mi rigirai nel letto e un fitto dolore alla spalla mi portò a mugolare, mi sistemai in modo che non sentissi altro dolore ma ogni volta che mi giravo finivo per farmi male.

Aprii gli occhi, appoggiai una mano aperta davanti a me in modo da coprirmi dai raggi del sole che prepotenti entravano nella stanza, notai subito dei lividi sul braccio non appena la manica si abbassò, strinsi le sopracciglia.

Le mie nocche erano macchiate di sangue. La stanza era diversa dalla mia, le pareti bianche, qualche quadro sparso, un mobile in betulla e una scrivania all'angolo.

La prima cosa che pensai fu Len.

«Eccoti finalmente.»
riconobbi subito la sua voce mi alzai a sedere e lo trovai sulla soglia della porta con una tazza fumante in mano.

Sgranai gli occhi e il cuore battè forte.
«Lucas.»
tentai di sollevarmi ma lui mi precedente venne verso di me e mi abbracciò.

Lo strinsi forte anche se sentii i muscoli della schiena e delle braccia tirare.
Mi ricordai della sera prima, di quello che era successo, ero a casa, stavo per svenire.

«Sei arrivato tu?»
domandai dando voce ai miei pensieri e lui mi capì senza che dovessi dirgli niente.

«Si, come ti senti?»
mi prese il volto tra le mani e mi controllò, accarezzò le guance e lasciandomi un bacio sulla fronte disse:«Andiamo a fare colazione.»

Erano mesi che non lo vedevo, mi era mancato, tantissimo.

Mi aiutò ad alzarmi, e lo abbracciai di nuovo, lasciò che lo stringessi, le iridi divennero lucide.
«Mi sei mancato, Luc.»

Lui sorrise.
«Anche tu, soldatino.»

Mi scompigliò i capelli, e attraverso il corridoio vidi passare una figura, era un ragazzo che indossava una canottiera bianca e dei pantaloni di pigiama, si grattò la testa mentre sbadigliava.

Lucas si girò e lo richiamò prima che potesse andare in bagno.
«Jack.» lui si girò, aveva ancora le palpebre chiuse.

«Lucas.»
gli fece segno di avvicinarsi, appena Jack mi vide mi sorrise porgendomi la mano.

«Sei il famosissimo Noah.»

«Quanta gente mi conosce?»

«Tutte le persone che vengono a casa nostra, ha appeso le tue foto da piccolo sul muro.»

«Lucas, ti conviene toglierle se le vedo le faccio cadere.». lo minacciai.

«Sei sempre il solito antipatico.» disse e poi si rivolse a Jack «E tu potevi farti i fatti tuoi.» sorridemmo tutti e tre.

Jack scosse la testa, si avvicinò a mio fratello e prendendogli il volto lo baciò.
«Buongiorno.»
mormorò sbadigliando.

«Approposito-»
mio fratello iniziò a parlare ma Jack lo fermò. «Aspetta ancora ho gli occhi chiusi, vado a lavare la faccia.»

Si diresse verso il bagno mentre Lucas mi mostrava la casa, si fermò davanti ad una porta. Era un altro bagno.
«Questo è il tuo bagno.»
mi sorrise.

«Il mio?»

«Si, non ti conviene condividerlo con me e Jack, lui non mette niente apposto e come sai neanche io.»
Annuii.

«Quando hai finito raggiungimi in cucina.»

Andai in bagno, chiusi la porta dietro di me mentre Lucas andava via. Lo sentii parlare con Jack ma non ci diedi tanto peso, guardai il bagno, aveva le mattonelle azzurre ricordava vagamente il mare.

Let Love Destroy UsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora