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Premessa perché non vorrei confondere nessuno.

la linea temporale dei pov in questo capitolo è diversa, non di molto, una questione di ore, ma voglio specificarlo perché io mi sono confusa facendo la scaletta e non vorrei mettere in difficoltà anche voi.

Matheo: la mattina dopo la festa di Hardin

Noah: la sera della festa/la mattina dopo

Hardin: la sera dopo la festa

Aidan: la sera dopo la festa

Spero di essere stata chiara, lo so che è tutto confusionario, ho dovuto togliere un pov da questo capitolo perché altrimenti non si sarebbe capito niente.

Detto ciò come al solito con le mie intro troppo lunghe vi auguro una buona lettura <3

NOAH POV

Quella chiamata mi aveva scosso, mi alzai vorticando dal letto, barcollai leggermente e abbassando la maniglia della porta della mia stanza feci un frastuono, corsi in bagno percorrendo lunghi passi, e cercando di creare meno rumore possibile, mi sollevai sulle punte.

Mi lavai il viso e tornai ad indossare i vestiti che avevo appoggiato nell'armadio qualche minuto prima.

Infilai le scarpe e tornando in camera pregai che il cellulare avesse raggiunto almeno il 10% di carica, ma essendo un modello vecchio la fortuna non era dalla mia parte.

Lo staccai e insieme al caricabatterie e una bottiglietta d'acqua li Infilai in uno zainetto, attraversai il salotto di corsa ma un attimo prima di uscire di casa qualcuno mi fece sussultare, era il suono delle unghie che in modo sistematico si muovevano sulla superficie del tavolo.

Mi girai per trovare mia madre seduta vicino al tavolo, aveva in mano una tazza fumante, pensavo stesse dormendo. Cosa ci faceva ancora sveglia?

«Mamma.»

«Dove stai andando? Non sei appena tornato? Esci di nuovo?» ed eccola con la sua scarica di domande, ma non avevo tempo di darle spiegazioni.

«Un amico è finito in ospedale, mi hanno chiesto di raggiungerlo.»
mi morsi il labbro in preda al nervoso.

«Non puoi andarci domani mattina?»

«Hanno detto che è grave.»

«Chi l'ha detto?»
trattenni il respiro.

«I suoi genitori.»

«Passami il telefono parlerò io con loro, spiegherò che non è da persone normali chiamare qualcuno a quest'ora.»

«No»
lei sgranò gli occhi e appoggiò in fretta la tazza sul tavolo, sussultai.

«Cosa?»
la sua voce era carica di disprezzo ma non mi feci intimorire.

«Ho detto no, lo raggiungo.»

«Tu non vai da nessuna parte a quest'ora della notte.» si guardò le spalle e poi tornò su di me:«Vedi di passarmi questo telefono prima che io vada a chiamare tuo padre.»

«Mamma ho detto che sarei rimasto a dormire fuori. Sono tornato a prendere il pigiama.» cercai di cambiare scusa, sperai che l'orario e il fatto che la stanza fosse calata nel buio, mi aiutassero a mascherare la mia bugia.

«Ormai sei tornato, non uscirai di nuovo.» il suo tono era duro.

«Non mi interessa.»

Era la prima volta che rispondevo in quel modo a mia madre, infatti lei sorpresa si alzò facendo stridere la sedia sul pavimento, non mi mostrai spaventato nonostante stessi morendo dentro indietreggiai fino a trovarmi con le spalle sulla porta.

Let Love Destroy UsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora