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MATHEO POV

Il cellulare squillò, sobbalzai.

Guardai il suo nome sullo schermo e feci un piccolo respiro, poi lo presi e risposi.

«Che vuoi?»
domandai

«Scendi.»
la sua voce dall'altra parte del telefono mi arrivò addosso come se l'avessi dentro la testa

Non scendere Matheo.

«Perché?»

«Studiamo a casa mia.»
Sbuffai.

«Dai che mi stanno fissando un po' troppo la macchina.» si lamentò gelosamente sentendo silenzio dalla mia parte.

Gli chiusi il faccia e come risposta ottennni un clacson che suonava sotto casa. Scosta leggermente le tende per trovarlo che si pavoneggiava di fronte all'auto.

Che ammasso di scemenza.

Infilai le scarpe. Presi lo zaino con tutti i libri e lo appoggiai sulla spalla dopo aver infilato la giacca.

«Dove vai?»
mamma attirò la mia attenzione

«Esco, non torno tardi.»

«Non preoccuparti.»
Mi lasciò un bacio sulla guancia.

Arrivai sulla soglia della porta, e un attimo prima di chiudere mi voltai.
«Se hai bisogno chiamami.»

«Tranquillo»

La lasciai che mi guardava con un sorriso. Scesi di corsa, mi scontrai con una ragazza che per poco non cadde.
«Scusami.» mormora.

Continuai a scendere a passo svelto come se in qualche angolo dentro di me temessi che lui se ne fosse andato.

Lo trovai davanti a casa ad un passo dalla soglia, una volta aperta la porta mi sorrise e pensai che persona più stupida di me in quel momento non ci fosse nessuno.

Perché neanche il più disperato di sarebbe fermato a guardarlo. Eppure io ancora, dopo anni restavo incantato da Hardin.

«Ti sposti o continui a fare la bella  statuina?» non mi tolse gli occhi di dosso e distolsi lo sguardo.

Si spostò e con una mano mi indicò la sua macchina, camminai attraversando la strada.
«Dopo di lei.»
mi aprì la portiera.

«Esplodi.»

Mi sedetti affianco a lui e misi la cintura. Hardin mi lanciò uno sguardo e poi fece partire l'auto.

Non devi essere cattivo con lui.
Mi ero detto un sacco di volte, mamma mi aveva insegnato ad essere gentile anche con chi ci tratta male.
Anche quando aveva in casa un uomo come "papà".

E io qualche anno prima ero la persona più educata che chiunque avesse mai potuto incontrare.

Poi nella mia vita era entrato lui.
Senza preavviso aveva fatto la sua stupida entrata di scena e mi aveva lasciato con l'amaro in bocca quando era andato via.

Due anni prima, nel bagno della scuola.
Che come alla festa dell'altra sera mi aveva guardato, io tamponavo il naso probabilmente rotto e lui sorrideva.
Quasi con compassione.

Let Love Destroy UsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora