27

3.2K 148 906
                                    

Sono presenti accenni di omofobia.

(Questo capitolo è più lungo del solito, ma vi giuro
che ne vale la pena🤍)

.


Avevo sempre odiato il silenzio.

Quel silenzio imbarazzante quando stai parlando con una persona che non conosci e non hai più domande da fargli allora rimanete lì a fissarvi senza dirvi niente.

Oppure il silenzio quando sei in una stanza piena di gente e il tuo stomaco inizia a brontolare.

Quel silenzio in cui non puoi fermare i tuoi pensieri dal prendere il controllo.

Invece c'è n'era uno in cui stavo bene, una quiete che mi cullava senza intralciarmi.

Quello di Orion.

Solo lui riusciva a farmi stare bene senza dire niente.

Non avevo mai trovato fastidioso il modo in cui se ne stava in silenzio, sembrava distratto, da qualche altra parte o annoiato dal tuo discorso, il modo in cui non rispondeva mai alle mie domande che gli facevo quando volevo parlare di lui, infondo sapevo che era riseravato.

Sembrava che non trovasse le parole giuste per formulare una frase quando si parlava di sé, dei suoi sentimenti o di qualunque cosa gli passasse per la testa. Come se ci fosse qualcosa di nascosto dietro le sue parole e avesse paura che in qualche modo io riuscissi ad interpretarle.

Era riservato, silenzioso e taciturno ma non era timido, anzi era in grado di battibeccare a chiunque senza farsi problemi non gli importava se fosse un adulto o un bambino se avesse detto qualcosa contro di lui o qualcuno a cui era particolarmente legato, Orion avrebbe risposto a tono. Non si faceva scrupoli, forse l'attenzione indesiderata lo metteva a disagio.

Avevo sempre pensato a lui come alla notte, ma non a causa del suo nome.

Ad stella perché in silenzio c'era sempre.

Perché brillava e non lo dava a vedere, che non si guardava dal farlo notare, perché tra tutte le stelle lui era la più bella, quella che catturava tutti con lo sguardo. Quella presenza che seppur lontana sapevi che avresti sempre trovato su di te.

Quella stella che brillava più della luna.

Li avevo sentiti gli sguardi degli altri su di lui, come se fossero su di me ogni volta che passava dal corridoio.

Orion era in grado di ammaliare qualsiasi persona.

Infondo l'avevo sempre invidiato.

Anch'io avrei voluto avere gli occhi del mare in tempesta.

Mi ricordava la luna perché in un modo o nell'altro come la forza di attrazione per le onde, riusciva a cambiare le cose a scatenare una tempesta o la calma più totale.

Riusciva a scombussolare ogni cosa dentro di me.

Ma anche al buio in sé.

Forse a causa del colore dei suoi capelli, o a come l' l'oscurità si adattasse a lui come una sorta di abito che donava a lui più che agli altri. Uno fatto proprio per lui.

«Perché ti hanno chiamato Orion?» gli avevo chiesto una volta davanti a sua madre a sua sorella, quando ero a cena a casa sua. Avevo il volto rivolto verso di lui ma parlavo con sua mamma.

«Non c'è un motivo particolare, ci piaceva il nome e gliel'abbiamo dato.» mi aveva spiegato prontamente sua madre prima che lui potesse rispondere.

Let Love Destroy UsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora