Prologo

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Salve, avviso i lettori che in questa storia toccherò degli argomenti abbastanza crudi e molto delicati.
Racconterò delle realtà che sembrano sconosciute e irreali per la maggior parte della gente, ma che purtroppo sono strazianti verità che molte persone assaporano sulla propria pelle.
Sconsiglio di leggere a chi magari è troppo sensibile e non ama entrare nella profonda mente dei personaggi.
Detto ciò vi auguro una buona lettura ❤️



Quando siamo bambini abbiamo quel insensato desiderio di crescere in fretta; ma quando poi si diventa grandi si desidera solo ritornare a quell'ingenuità che ci rendeva ignari del mondo malefico che ci circonda.
Forse è proprio la maturità che un bambino non possiede a lasciar scaturire tale desiderio, perché nessun bambino sa... quanto sia dura la vita di un adulto.

E io ero una di quelle bambine che sognava i tacchi per essere una donna elegante e forte proprio come la mia mamma.
Io credo, anzi so per certo che mia madre è una donna forte. Perché malgrado abbia trascorso anni passando da un dottore a un altro, sperimentando cure senza successo, che all'epoca la portarono sull'onda dell'infertilità lasciandola annegare nell'oceano della sofferenza. Non si è mai fatta travolgere da tale dolore, perché nonostante i medici gli dissero che ci sarebbero state poche probabilità che restasse incinta, testarda e desiderosa di assaporare la maternità, non si è mai arresa.
E alla fine riuscì a restare a galla e padroneggiare il mare che trascinò sulla riva il tesoro inabissato più incredibile della sua vita, me.

Mia madre mi ha sempre descritto come il suo piccolo miracolo, la luce immensa che ha illuminato le sue giornate, sono stata quell'essenza d'amore che l'ha resa una donna completa.
Sono stata un successo, la sua incredibile vittoria, dal quale è nato il mio nome pieno di significato.
Kyla, è così che mi chiamo, e il mio nome significa proprio "Vittoria".
Io ero la sua piccola, ma grande vittoria e lei il mio sollievo per ogni male.
Il mio essere speciale fatto di braccia affettuose, che mi hanno stretta nelle notti fredde donandomi calore.

Un bambino nello sguardo di sua madre ci vede il mondo, e io nel suo ci ho sempre intravisto un mondo fatto d'infinite bellezze, un mondo da poter esplorare, un mondo che desideravo scoprire in tutte le sue forme e bellezze.
Ma solo crescendo mi sono resa conto che il mondo magnifico che scorgevo nell'immenso splendore dei suoi occhi, non era lo stesso mondo che mi ha accolta da adulta.

E solo oggi capisco mio padre; con lui a differenza di mia madre ho sempre avuto un rapporto odio-amore.
Perché mia madre mi ha sempre lasciata libera di cadere e rialzarmi sulle mie stesse gambe, mentre lui ha sempre ostacolato ogni mio desiderio.
E proprio da questo suo carattere iperprotettivo che nasceva il nostro conflitto. No che mia madre non fosse protettiva nei miei confronti, anzi, una madre è sempre perennemente preoccupata per i propri figli. Ma io e lei abbiamo sempre avuto un rapporto molto sereno e limpido. Lei è stata la mia confidente, la roccia sul quale potermi aggrappare ogni volta che il mare della mia adolescenza mi ha travolto.

Mentre mio padre mi ha sempre contrastato, o meglio ha iniziato ad ostacolarmi quando si è reso conto che non ero più la bambina che dinanzi alle sue iridi nocciola vedeva il papà come il suo unico amore, e per tutta la mia adolescenza ho desiderato solo di crescere in fretta.
Da ragazza sognavo di diventare un hostess, un po' perché volevo conoscere il mondo, ma soprattutto perché mi affascinava l'idea di volare, l'idea di poter essere libera come un uccello che spiega le ali assaporando la brezza di felicità che il cielo ti regala.
E sono più che certa che questo mio desiderio fosse dettato proprio dal comportamento soffocante di mio padre.

Ricordo chiaramente la sua faccia contrariata quando a sedici anni gli presentai il mio primo ragazzo.
Liam, un ragazzo dagli occhi dolci e il cuore genuino. Con il quale, lo ammetto, mi misi solo per fargli un dispetto; sono sicura che Liam piacesse più a mia madre che a me, che ci rimase abbastanza male quando ci lasciammo.
Lui era sempre stato gentile nei miei confronti, e dopo le innumerevoli volte che mi chiese di uscire, finalmente accettai.
Non so perché non declinai il suo invito, forse perché desideravo tanto far capire a mio padre che ormai non ero più la bambina di cinque anni che poteva controllare e plasmare a suo piacimento.
Ormai ero una ragazza che pian piano stava diventando una donna, una donna con delle forme sensuali e un seno abbastanza prosperoso.
Una donna che presto avrebbe spiccato il volo verso i suoi sogni, e forse chissà, un giorno avrebbe incontrato anche l'uomo della sua vita.
Anche se in questo preciso momento l'unico uomo che vorrei al mio fianco è colui con il quale sono sempre stata in conflitto, il mio amorevole papà.

Purtroppo quando si è ragazzi molte cose non si comprendono, soprattutto le azioni dei propri genitori.

Solo oggi mi rendo conto che se non fossi stata una ragazzina testarda, tutto ciò che sta accadendo nella mia esistenza non sarebbe mai successo.
Se solo avessi ascoltato i consigli di mio padre, ora non sarei in questo orribile incubo che è diventata la mia vita, se così si può chiamare.

Meno di nove mesi fa ero solo una ragazza piena di vita e colma di sogni, che ora si sono sgretolati sotto delle mani che non sembrano neanche più le mie.

Dopo il liceo come premio al mio impegno costante e agli ottimi risultati che portai a casa, chiesi ai miei genitori un regalo.
Un regalo che oggi non avrei mai voluto ricevere, perché quel dannato regalo è stato l'inizio della mia fine.

Ho sempre amato sentirmi libera e scoprire quel mondo meraviglioso che immaginavo da bambina, un mondo che è stato ingiusto e perfido nei miei confronti.
Desideravo viaggiare e scoprire questo mondo che adesso non mi appartiene più.
E anche se in disaccordo, dopo molteplici liti, persuaso da mia madre che lo convinse a lasciarmi partire con mia cugina Becka di quattro anni più grande di me, mio padre finalmente mi regalò un meraviglioso viaggio per Dubrovnik.

Fu il viaggio più incredibile della mia vita, una destinazione mozzafiato fatta di sole, mare e belle scogliere, dove tra le mura della città vecchia c'era l'imbarazzo della scelta tra i numerosi locali in cui trascorrere il dopo cena.
Un'esperienza unica e indimenticabile, un esperienza che ho continuato a fare fino all'età di ventitré anni.
Due sono state le mete che mi hanno lasciato toccare la realtà delle fantasie che da bambina immaginavo guardando le fotografie dei libri di geografia, ma la terza invece... la terza mi ha lasciato assaporare la malvagità dell'essere umano.

Non so perché scelsi Praga, forse per Malá Strana il suo quartiere più caratteristico, o per Staré Mesto la città vecchia di Praga, ricca di importanti musei. O forse semplicemente per spassarmela nelle quattro discoteche più famose della città .
Qualunque sia stata la mia scelta per il quale volli volare fino e Praga, io e la mia amiche di avventure Becka, non abbiamo più fatto ritorno a casa.
Non ricordo con esattezza tutto ciò che è successo, l'unico ricordo sfocato di quella mostruosa serata è di un certo Sasha che ci offrì da bere.
Dopo tutto divenne nero, nero come la vita che sto conducendo da ormai quasi nove mesi.
Da piccola sognavo una libertà che dopo molti combattimenti ho conquistato, oggi invece la libertà è un qualcosa sul quale non riesco neanche più a fantasticare.
Sono prigioniera, una schiava sottomessa agli sporchi desideri di un uomo.
Non so più che fine abbia fatto Becka, non so dove sono, chi sono, e soprattutto cosa sono?

Sono solo un pezzo di carne buttato sul banco del macellaio che aspetta di essere affettato dal primo sudicio e sudato uomo di turno.

Questa è la mia vita, la vita di chi si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato.
Questa è la vita di chi come me viene venduta come merce senza alcun valore umano.
Questa è la vita di chi non ha più sogni, desideri, ma soprattutto di chi non ha più speranze.

 Questa è la vita di chi non ha più sogni, desideri, ma soprattutto di chi non ha più speranze

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Kyla

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