Capitolo 16

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ALEKSEJ
Un uomo che mostra compassione, dolcezza, gentilezza e premura è un uomo debole. Un uomo che non può essere rispettato da nessuno, e soprattutto non può incutere alcun terrore negli occhi di chi lo guarda.
Perché un uomo che mostra pietà anche se è per una donna, non è un uomo degno del nome che porto.
Non sono mai stato misericordioso, sono sempre stato un menefreghista senza un briciolo di cuore. Ma in questa settimana mi sono ritrovato a mascherami il volto con una maschera che non mi appartiene.
Una maschera fatta di carezze e parole rassicuranti, una maschera che finalmente ho lasciato cadere, mostrando il mio vero volto. Un volto deturpato dal cinismo, dall'arroganza, dall'odio, un volto che tutti rispettano e temono.

Ho giocato fin troppo a questo stupido gioco fatto di finta bontà, ma ora non posso più permettermi di essere il gatto che rincorre in vano il piccolo topolino bianco.
Io sono il falco che con i suoi artigli cattura la preda e ne fa di essa ciò che vuole.
Sono sceso dalla giostra che ha lasciato girare la mia testa così velocemente che la ragione era andata a farsi fottere, ma fortunatamente sono ritornato con i piedi per terra.
E ora che siamo nella mia casa le regole di gioco cambiano, perché non posso permettermi di mostrare ai miei uomini quel Sokolov che tutte le notti le faceva visita.
Perché quel Sokolov non può essere lo spietato capitano della Bratva, perché quel Sokolov mostra una fragilità che in realtà non possiedo.

Il desiderio della sua fica ha offuscato la mia mente per troppo tempo, e solo quando ho notato gli occhi di Matvey che mi guardavano come se non mi riconoscessero più, sono ritornato in me.
Ho vacillato in strane sensazioni, che mi hanno lasciato cadere troppo in basso, e questo non posso più permettermelo. Perché Sokolov non diventerà mai lo zimbello di tutti per un pezzo di fica, che tra l'altro devo ancora assaggiare.
Ho smesso di comportarmi da stupido, e anche se una parte di me ancora la brama, non posso permettere che il desiderio prenda il sopravvento.

E anche se d'ora in poi non sarò più gentile, riuscirò comunque a conquistare quello che voglio, perché sono un uomo caparbio. Un uomo che è stato abituato ad avere sempre ciò che vuole, e avrò Kyla a tutti i costi, anche se questo significasse usare le manieri forti.

«Alek vuoi spiegarmi che sta succedendo?» Volo verso il mio ufficio seguito da Matvey che so non si fermerà finché non gli darò delle risposte.

«Mi sbaglio o quella è la ragazza del locale di Plotnikov?» Sapevo che l'aveva riconosciuta.

«Perché l'hai portata a casa nostra? E perché Feliks Plotnikov è venuto a farti visita?» Domande, domande e ancora delle cazzo di domande.

«Alek mi vuoi rispondere?»

«Mi hai rotto i coglioni Matvey!» Frustato gli sbatto la porta del mio ufficio in faccia.
Mi lancio veemente sulla sedia, lasciando che quasi si rompa per il peso del mio corpo troppo massiccio.
Esacerbato tiro il capo all'indietro scontrandomi con il soffitto.
Matvey mi ha tartassato di domande, domande a cui non posso dare una risposta.
Perché che cazzo posso rispondergli se nemmeno io conosco il reale motivo delle mie azioni? Me la sono portata a casa si, ma veramente solo per scoparmela? Ho veramente venduto il mio dieci per cento solo per una fottuta scopata?
Cosa dico ai miei uomini? Che con tutte le donne che posso avere..ho pagato una che è diventata la puttana di tutti? Solo perché il mio cazzo non smetteva di farmi male per quanto era duro?
È questo il motivo che posso spiegare per giustificare il mio comportamento?
No! Non posso assolutamente dire che sono cascato verso il suolo urtando con la testa sul pavimento che si è fracassata perdendo completamente la ragione.
Ma anche se so che il resto del branco eviterà di farmi domande, Matvey di certo non lo farà. E farlo tacere diventerà al quanto estenuante.

L'aria si solidifica rendendo il tempo una lama che mi trapassa il cervello con una forte emicrania.
Non sono abituato alla confusione, al caos che rimbomba nella mia mente.
Sono stato addestrato a superare ogni tipo di ostacolo, ma non sono stato addestrato alla complicazione che si è formata nella mia testa da quando ho incontrato Kyla.
Non ho mai desiderato qualcuna a tal punto da annientare ogni pensiero razionale, capitombolando in delle situazioni che stanno annodando le mie mani.
Mi sento ridicolo, perché sto cadendo nel ridicolo.
Forse non avrei dovuto accettare la proposta di Feliks, forse avrei dovuto lasciare che la prendesse e la riportasse in quello squallido posto.
Avrei dovuto lasciarla alla sua sorte, una sorte fatta di uomini fetenti che straviziano la parte più pura di lei.
Non mi sarei mai dovuto immischiare in qualcosa che non mi riguarda, eppure l'ho fatto comunque. Perché anche se detesto ammetterlo una parte di me lo voleva intensamente.
Una parte che al momento devo soffocare, perché non posso e non voglio diventare qualcuno che non sono, qualcuno che si lascerebbe calpestare da un'insignificante donna.
E l'unico modo per opprimere quella parte che urla furiosamente, è ritornare a quello che ho sempre fatto: il mio lavoro da mafioso.

Крокус (Croco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora