Parte 2

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Dalla finestra del mio ufficio guardo il gelo che abbraccia la mia Russia.
I fiocchi di neve che fino e poche ore fa inumidivano le strade le lasciano tremare di freddo.
Il fiato che si schianta contro il vetro annuncia che il gelo sopraggiunge anche nelle calde mura della mia dimora.
Ma non temo il tremore del freddo, perché il gelo è nella mia anima.

Sono un uomo fatto di ghiaccio che nessuna fiamma può sciogliere, sono un viso cupo dove la luce fugge dai miei sguardi malevoli.
Sono un demone dagli occhi verdi che inganna le proprie vittime, ho denti aguzzi che masticano e divorano ogni piccolo brandello di umanità.
Sono un manipolatore, uno specialista del dolore, mi nutro di sofferenza, mi disseto con la paura che produco negli occhi di chi mi guarda.
Non sono una brava persona, e non fingo di esserlo. Non mi nascondo nel buio della notte, perché io sono la notte.

Sono tenebre, sono senza cuore, perché da bambino mi è stato strappato dal petto. E sul volto porto la cicatrice del mio passato, un passato che mi ha reso ciò che sono, un passato che mi ha reso il grande e potente Aleksej Sokolov.

Sokolov un cognome con radici antiche che ha un vanto per chi lo porta.
Un cognome nobile, di potere, un cognome che mi descrive alla perfezione, un cognome che significa "Falco".

E io sono proprio come un falco, un formidabile predatore che ama catturare le sue prede vive.
Chiunque si ritrovi tra i miei artigli non ha scampo.
Punisco chi mi disobbedisce, e uccido senza scrupoli se osi tradirmi.

Anche se le origini del cognome che porto sono nobili, nel cuore non ho nulla di distinto.
Ho solo l'eredità di mio padre, un eredità fatta di rispetto, gloria, denaro e morte se osi sfidarmi.
Non conosco la gentilezza, non conosco la pietà e soprattutto non credo che esista l'amore, neanche quella che una madre può avere per il proprio figlio.
L'amore è un concetto a me sconosciuto, un'illusione dettato dal rilascio chimico di ormoni che ci aiutano a stare bene, siamo come animali che si riproducono solo per l'istino e il puro piacere di farlo.
O nel mio caso, sono solo il frutto partorito da una donna al solo scopo di portare avanti gli affari di mio padre.

Ho l'obbligo familiare di dirigere un'eredità che dura ormai da decenni, un'eredità forte e influente, un'eredità che controlla l'intero sud-ovest della città di Mosca.
Un'eredità che porta il nome di Solncevskaja bratva, una tra le più potenti e pericolose organizzazione criminali del mondo.
La fratellanza vanta miglia di membri spari negli Stati Uniti e in molte altre città. Nessuno sospetta che alcuni di loro facciano parte della Bratva, perché molti boss sono uomini d'affari "puliti", che controllano legittimamente le aziende.

E come molti di pulito io ho solo il mio abito di alta sartoria, un completo raffinato che racchiude un involucro di carne che nonostante gestisca molte attività legali, non ha niente di "vero".
Sono la finzione che uso per gestire il traffico di droga, di armi e di molte altre attività illecite.
Io sono il falco che questa notte volerà in picchiata per arraffare la preda che sanguinerà sotto i miei artigli.

«босс мы готовы (Capo siamo pronti)»
Silenzioso annuisco al mio uomo, adoro il silenzio.

Non sono un uomo di molte parole, e i miei uomini lo sanno. Così mentre continuo a guardare attraverso la grossa vetrata ormai ghiacciata dall'inverno, muto quello che è il mio braccio destro si allontana dal mio ufficio.
Abbottono la giacca, teso e nervoso mi avvio fuori dalla stanza, sorpasso il salotto fino a raggiungere il mio braccio destro Matvey, che è di punta difronte a una grossa porta che conduce nel seminterrato.
Matvey è l'unico uomo del quale mi fido ciecamente, ed è per questo che affido a lui i lavori sporchi.

«Xочешь, я пойду с тобой? (Vuoi che venga con te?)» Il mio sguardo fulmineo gli lascia intendere che non lo voglio tra i piedi.

Senza opporsi mi spalanca la grossa porta, che mi para davanti una lunga scalinata. Mi dirigo giù verso il buio che ingoia le mie iridi artiche.
Le suole delle scarpe in vernice nera tastano i gradini, che mi conducono verso le ombre di una morte lenta e dolorosa, che lascerò assaggiare al uomo che ha osato sfidarmi.
Di fronte alla porta di metallo che mi divide dal bastardo traditore annuso il tanfo di paura mischiata al piscio che avrà imbrattato il pavimento di pietra grezza.

Крокус (Croco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora