Capitolo 12

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KYLA
Cos'è esattamente un mostro?
Immaginavo un mostro come una creatura con un aspetto di un animale orripilante, ricoperto da pustole e con una bocca grande, che mette in evidenza i denti aguzzi. Dove le sue movenze mettono in allerta il cervello, che le percepisce come un pericolo.

Questa era la mia fantasia quando avevo cinque anni, ma in questo posto ho imparato che un mostro ha l'aspetto di una bestia rivestita da carne umana.
E non serve nasconderti sotto le coperte per liberarti da loro, perché i mostri in questo luogo sbranano prima le lenzuola e poi la mia carne.
Solo oggi posso dire di aver imparato cos'è un vero mostro, anche se esiste un'altra specie di mostro.
Un mostro che porta il nome di Aleksej Sokolov, al contrario di come si crede, o di come credo io, Sokolov non è la belva che tutti temono.
O almeno io, non lo temo.
Perché con me è sempre gentile, e ho imparato sulla mia pelle che un mostro non è mai gentile.
Un mostro non mostra rimorso, afferra, pretende e dilania senza scrupoli.
E un uomo che viene tutte le notti a donarti il suo tempo e i suoi soldi solo per tenerti lontano dalle creature immonde di questo posto, io non lo definisco una creatura malefica. Ma una salvezza, e Sokolov è la mia liberazione.
Perché la notte sono libera da ogni strazio, da ogni sofferenza nel quale è precipitato il mio cuore, che notte dopo notte sta ritornando a sperare, a credere che prima o poi riuscirò a riprendere di nuovo la mia vita tra le mani.

Una vita del quale voglio riappropriarmi, una vita fatta di pagine bianche con il quale voglio riempire con l'inchiostro degli attimi, dei momenti e delle emozioni che voglio riprovare ancora una volta sulla mia pelle.
Ma anche se percepisco nuovamente la brezza di serenità che mi smuove i capelli durante le giornate, non posso negare che il pensiero di qualcosa, o meglio qualcuno mi affligge la mente.
Ora, le altre ragazze di questo posto, sono diventate loro la mia tortura. Perché a differenza mia trascorrono le notti nello scempio totale. Massacrate nel corpo e nell'anima, da ogni tipo di sadico che picchia, violenta e pretende delle prestazioni impossibili anche solo a pensarle.
E anche se come tutte le notti, Sokolov mi ha lasciata da sola per riposare, stanotte il sonno mi ha abbandonato.
Perché le mura di questa stanza mi stanno trascinando in un incubo ad occhi aperti, un incubo fatto di lamenti affranti e urla di un calvario che non avrà mai fine.
Brucio nel fuoco di questo inferno perché sono una povera ragazza che non può fare nulla per aiutare le sue amiche.

Mi sento nuovamente indifesa e impotente, e soprattutto mi sento responsabile per degli atti crudeli che non provengono dalle mie azioni.
So che è assurdo sentirmi così, eppure non posso fare altro che sentirmi un'emerita bastarda. Una bastarda che ha lasciato le sue amiche a soccombere ai soprusi di un uomo.
E nell'insonnia della notte, seduta sul mio comodo letto con le gambe contro il petto, mi ritrovo a chiedermi perché? Perché Sokolov ha scelto me al quale fare questo grosso regalo?
Cos'ho in più rispetto alle altre? Se potessi farei a cambio sera dopo sera con una delle mie amiche, così che anche loro possano provare la tranquillità di una notte di sonno.

Una notte che corre sotto i miei occhi che restano aperti fino all'alba del nuovo giorno.
Un giorno che non sembra brillante come gli altri, perché oggi non ho la forza di guardare in faccia quelle che una volta condividevano la mia stessa sorte.

Sempre scaltra mi avvio come tutte le mattine verso la mia camera.
Oggi nell'aria annuso un odore diverso, un odore che non riesco a definire.
O Forse è solo la fragranza della mia pelle che trasuda di dispiacere, un dispiacere che purtroppo non si alleggerirà mai. Perché non posso fare nulla per Bethel, Tasha, Alya e tutte le altre ragazze.

Entrata in camera mi libero della lingerie, indossando qualcosa di più comodo per andare a consumare la mia colazione. Come tutte le mattine aspetto che Alya varchi la soglia della mia camera, e mentre aspetto infilo il pantaloncino, dove delle urla mi lasciano sobbalzare per lo spavento.
Con il cuore che batte nel petto vado fuori dalla mia stanza, pregando che nulla di irrimediabile stia accadendo.
Come me, anche le altre ragazze sono fuori per capire cosa cazzo sta succedendo?
E quando i miei occhi si posano sulla donna con i capelli biondi che si dimena inutilmente tra le massiccia braccia dei russi bastardi che controllano questo posto, tutto diventa chiaro.

Крокус (Croco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora