Крокус (Croco)

Capitolo 25

KYLA
Stasera mi sono ritrovata a fare a Sokolov delle richieste assurde, perché la mancanza dei miei genitori mi apre un dirupo nel petto, che mi lascia precipitare nella malinconia della mia vita.
Pagherei anche con il mio corpo se questo servisse a farmi sentire per pochi istanti la loro calda e affettuosa voce.

Soffro per questa carenza d'amore, un amore che al momento devo asfissiare perché ho bisogno di concentrarmi sui miei obbiettivi: distruggere Sokolov.
Senza volerlo stasera mi ha dato il permesso di appropriarmi della sua biblioteca, e grazie alla sua autorizzazione posso trascorrere anche tutta la giornata in compagnia di Vanya.
Ovviamente se qualcuno mi scoprisse nella stanza non ci sarebbe alcun problema perché possiedo il pass che mi ha rilasciato il capo, ma c'è sempre un piccolo problema, nessuno deve sapere che durante le ore che passo tra i libri sono in compagnia del giovane ragazzo che deve insegnarmi il russo.
Ma non credo che sia molto complicato tenere il tutto nascosto, perché sono più che sicura che nessuno frequenta quella parte della casa.

Vadim mi da l'impressione, anzi sono sicura che il suo cervello sia grande quanto quello di una gallina. Maksim invece sembra il tipo che passa più tempo a pomparsi i muscoli che leggere; di Matvey non devo assolutamente preoccuparmi perché Zoya troverà sempre il modo di tenerlo occupato.
L'unico problema è il vichingo, perché mi ha espresso chiaramente che le piace leggere, una cosa che mi è risultata abbastanza strana da sentire.
No che lo reputi un uomo incolto, questo no, anzi credo che Aleksej sia una persona con un cervello veramente immenso. Perché solo un uomo con molta intelligenza possa essere in grado di dominare un'intera organizzazione.

Ma anche se eccede nelle sue capacità intellettive, sembra essere molto scarso nei rapporti umani.
Proprio non riesco a inquadrare il suo carattere, stasera dopo la cena è stato abbastanza gentile nel darmi campo libero tra i migliaia di libri che possiede.
E sembrava veramente propenso in una conversazione che all'improvviso è terminata con un repentino cambio d'umore.
Un umore che si è trasformato anche pochi minuti fa, quando l'ho beccato a fare il bagno nudo.

Durante la cena avevo mangiato talmente poco che si è scatenata una fame assurda, una fame che mi ha lasciato disubbidire a uno dei suoi ordini.
Mi stavo dirigendo a passo felino verso la cucina, quando ho sentito una sinfonia d'acqua.
La curiosità ha trascinato le mie iridi a scontrarsi con la sua figura completamente nuda, d'istinto mi sono tirata indietro dal suo corpo d'uomo.
Un corpo che solo a guardarlo dovrebbe ricordarmi gli schifosi uomini che hanno invaso la mia integrità.
Ma stranamente il suo fisco muscoloso non ha fatto altro che attirare nuovamente le iridi verso quella nudità sul quale ho voluto curiosare.
Ho iniziato a squadralo dai piedi fino a salire sul suo culo sodo, che mi ha lasciato ingoiare della saliva per lubrificare il mio esofago secco.
Non ho mai visto un corpo d'uomo tanto perfetto, e soprattutto ricoperto da tantissimi tatuaggi.
Tatuaggi che ho osservato senza trovare un senso logico alle figure che ha rappresentate sul corpo.
In particolare ciò che ha suscitato il mio interesse è stata l'immagine situata al centro della sua schiena, composta da un bambino che tiene tra le mani una stella che viene trafitta da una freccia, che trapassa anche il costato del piccolo.

La figura è tanto triste e sicuramente piena di un significato che al momento non conosco.
Ho indugiato per molto, forse troppo tempo sulle stranezze che dipingono la sua schiena. Una schiena che quando si è voltata, ha lasciato che mi scontrarsi vergognosamente con la sua lussureggiante erezione.
Un erezione che mi ha fatto battere con la testa nel muro per quanto fossero rapidi i miei movimenti.
E anche se ero ben nascosta da quell'asta sproporzionata, il cuore ha iniziato a palpitarmi di paura, una paura che però si è placata quando si è avvicinato con intorno alla vita un asciugamano che ha tenuto ben coperto il suo membro tumido.