Capitolo 67

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                           KYLA

Matvey mi tiene stretta, mi divincolo tra le sue braccia, ma il ricordo del mio trauma spunta fuori come un fungo velenoso che mi contamina il sangue che brucia come lava nelle vene.
Perdo le forze, la vista si annebbia e il cuore pulsa tremila battiti al secondo, con estrema facilità mi carica nell'auto, ma quando gli uomini di Plotnikov accerchiano il mio Alek un dolore lancinante mi spacca in due metà.
Urlo con tutte le forze che posseggo il suo nome, grido fino a infiammarmi le corde vocali.
Delle fitte acute irradiano nel ventre fino a salire al cuore che smette di battere.

Sento che sto per morire, sto per perdere la persona più importante della mia vita e non posso fare niente per impedirlo.
Un miscuglio di emozioni trapelano da ogni poro, dove le lacrime divengono pungiglioni affilati che mi accecano le iridi.
La macchina va a tavoletta e Sokolov diviene una figura che si perde nel nulla, non so che cosa stia capitando, e se gli uomini di Plotnikov abbiano già spezzato la sua vita.
Scuoto con vigore il capo allontanando questo maledetto pensiero che mi martella nel petto, le lacrime incessanti cadono sul sedile in pelle e le mani tremano senza sosta.
I singhiozzi divengono un groviglio che si blocca in gola, cerco di mandare giù l'amaro boccone che ha il sapore di una consapevolezza che non voglio accettare.

Dopo aver lottato con le unghie e con i denti è capitato ciò che non avrei mai voluto.. perdere il mio Alek per sempre.

«Matvey fermati! Torniamo indietro. Dobbiamo aiutarlo» Disperata cerco di convincerlo ma lo sguardo duro resta fisso sulla sua meta.

«Mi dispiace topolino ma ho fatto una promessa ad Alek e intendo mantenerla» Non riesce neanche a guardarmi in faccia, e vorrei avere la forza di sconfiggere le mie paure e alzare le mani per schiaffeggiarlo.

«Voi e il vostro cazzo d'onore di merda! Tuo fratello a questo potrebbe essere già morto e tu pensi di non infrangere la cazzo di promessa?» Infierisco contro di lui e nel bel mezzo della notte rimbomba solo la mia voce carica di frustrazione.

«Ti prego Kyla non rendere tutto più difficile» Guarda diritto e una lacrima rivola giù dal suo volto.

«Matvey ti prego, io non posso perderlo» Addolcisco il tono ma nulla smuove la sua determinazione.

«Non lo perderai Kyla, fidati di lui. Fidati di me»
Mi rivolge uno sguardo straziato ma allo stesso tempo delle screziature di sicurezza che Alek sia ancora vivo si formano nelle sue iridi.
Muta schiaccio la schiena sul sedile in pelle, le lacrime m'innondano e la sofferenza pian piano cresce nel mio cuore, perché stanotte è iniziata la mia agonia.

Fisso un punto indefinito attraverso il parabrezza, la strada sfreccia come un razzo, tutto intorno si tinge di un filtro nero e sembra quasi che un buco nero ci stia risucchiando al suo interno.
O forse è dentro di me che si è spento qualcosa, o meglio qualcosa è morto.
Mi sento vuota, incompleta, come se qualcuno avesse strappato senza scrupoli parti del mio corpo, e fa un fottuto male cane.
Un sapore metallico mi pizzica sulla lingua, e il cervello non riesce ad immaginare una notte lontana da lui, e non so come sopravviverò a un mese, forse un anno, o addirittura tutta la vita senza il mio unico amore.

E vorrei avere la giusta dose di resilienza per poter affrontare tutto questo, ma la verità è che non riesco a superare il dolore, non riesco a guardare avanti e non riesco a pensare al futuro senza il mio vichingo.
Piango a dirotto, gli occhi bruciano, la testa è leggera e mi sento in uno stato di completa confusione.
Mi mancano le forze, una tormentosa emicrania comincia a schiacciarmi il cervello, mi sento la fronte bollente e inizio a delirare come se avessi la febbre.
Sono malata, ho un mal d'amore che nessuna medicina potrà mai guarire, perché questo è un virus che si propaga nelle vene fino a condurmi a morte certa.

Крокус (Croco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora