KYLA
Il freddo dell'inverno mi entra nelle ossa, mi blocca il respiro, e gela ogni sogno, ogni speranza.
Vagabondo nella desolazione, i miei singhiozzi bagnano il silenzio fatto di angoscia e tormento.Impotente sono difronte al fato che mi ha condotto verso questa strada dissestata, dove nessun cartello mi avvisava del pericolo che stavo correndo.
La tormenta è fuori, ma dentro di me sono innevati i polmoni.
Non ho più aria sana da respirare, non ho più parole da pronunciare, non so più neanche quale sia il mio aspetto attuale.
Non vivo più di tempo, né di sorrisi.
Mi nutro di lacrime, lacrime di sofferenza, lacrime che diventano pioggia che cade al suolo.Le nuvole del mio dolore scuriscono e intristiscono i miei giorni, dove le raffiche di vento mi schiaffeggiano il volto, lasciando che il mio corpo cada morente su un letto profano.
Dove i miei pensieri si attaccano al passato, perché il mio futuro è in rovina.
Il giorno vola, mentre le notti sono lunghe, e ogni sera ha sempre un nome diverso.Nomi che si perdono nella mia mente che si annulla per ogni uomo che trafigge la mia purezza ormai violata.
Per me non hanno volto, né nome. Per me sono solo animali che costringono, e alzano le mani se osi ribellarti.
Il nome ti rende importante, e per me quegli esseri disumani non sono nessuno.
Nessuno, tranne un solo uomo che porta il nome di Feliks Plotnikov.È quello l'unico volto che durante la notte inquieta i miei sogni, è suo il volto che ricordo e ricorderò per tutta la mia misera vita.
È lui la belva che ha preteso e rubato la mia innocenza, è lui quello che mi ha rinchiuso in questa gabbia. Dove il fetore di uno sperma depravato insudicia le lenzuola che una volta erano candide, immacolate, proprio come il mio corpo.È lui l'uomo che un giorno ucciderò.
E giuro su Dio che lo farò, anche se sarà l'ultima cosa che farò in vita mia.Il tempo è troppo lungo in questo luogo, dove ogni ticchettio di lancette segna un altro minuto di supplizio per il mio corpo sfruttato. Abusato da chi ne ricava un piacere perverso nel sottomettere una povera ragazza inerme.
Molto spesso mi ritrovo a pensare a quel maledetto giorno, sarebbe stato meglio morire che soccombere sotto questo orribile destino.Ma purtroppo esistono realtà peggiori della morte, realtà sepolte nella fossa di chi si è opposto a questa vita di abusi. Dove sui volti delle ragazze che sono ancora con me s'intravedono le lacrime di un patimento lento, dove le grida sorde non raggiungeranno mai la salvezza.
In questo posto fatto di martiri ci aggrappiamo l'una all'altra, asciugandoci le lacrime e tamponando i labbri rotti, procurati da uomini a cui piace la violenza.
Quando arrivaì in questa specie di bordello ero infreddolita e impaurita, perché non sapevo a cosa stavo andando incontro, e quale sarebbe stato il mio crudele destino.
Fu proprio Feliks Plotnikov a stabilire il mio destino, che con le sue mani nefande mi sottomise a lui. Esigendo la verginità che brutale lo saziò, dove il mio corpo maltrattato per il mio oppormi, imbrattò con il sangue della mia purezza il materasso.Ricordo vividamente la scena di quell'impronunciabile serata, riesco ancora a sentire il sapore del sangue sulla punta della lingua, dopo che il suo cazzotto mi stordì a tal punto da arrestare la mia ribellione.
Alcune volte sento perfino il suo ansimo intrecciato al temporale di quella notte, sfondarmi i timpani più forte del suo membro che barbaro e ripugnante penetrò nella mia essenza, che resterà per tutta la vita insanguinata.Le lacrime, i lamenti sofferenti e le suppliche sembravano solo un invito per il suo cazzo a lasciarsi andare e intensificare le stoccate, che mi hanno annientato, distrutta completamente, nel cuore e nella mente.
Dopo quell'orribile episodio sono ancora viva, ma non è questa la vita.
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Крокус (Croco)
RomantizmUn viaggio, il desiderio di scoprire le bellezze del mondo si trasforma in un incubo che Kyla non avrebbe mai immaginato potesse capitare a lei. Una realtà sconosciuta e crudele, una vita distrutta, e l'amara consapevolezza che non ritornerà mai più...