Capitolo 7

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KYLA
Quando ero al college il mio professore di psicologia ci ripeteva sempre una frase di un famoso scrittore britannico: Gilbert Keith.

"La vita è splendida come un diamante, ma fragile come il vetro".

Prima d'oggi non trovavo un senso logico a quello che continuamente ripeteva a noi studenti, ma solo adesso mi rendo conto del grande senso che ha questa frase.
Perché la vita è il dono più prezioso che possediamo, e va sempre difeso. Ma nonostante il suo grande valore è anche molto fragile, e basta un attimo per romperla.
E la mia vita è andata letteralmente in frantumi.

Amavo andare al college, e mi mancavano solo pochi anni per concludere gli studi, e laurearmi in sociologia.
Ma prima di arrivare verso questa meta ho lottato con me stessa, perché mi sentivo stretta in una vita che sembrava non appartenermi.
Non so perché caddi in questo stato di costante soffocamento, forse sempre per la solita ragione, mio padre.

Mio padre è sempre stato un uomo molto amorevole, ma purtroppo aveva il brutto vizio di voler controllare la mia vita.
E questo mi portò dopo il diploma, a cadere nella strana sensazione in cui mi sembrava che la vita scorresse via senza lasciare un segno. Non riuscivo a valorizzare e a dare importanza alle mie giornate, e arrivai al punto che non sapevo più cosa farne della mia esistenza.
Stavo perdendo la bussola, non sapevo più verso quale direzione andare, e quale sarebbe stata la strada giusta da percorrere. Così prima di decidere cosa farne della mia vita, decisi di allontanarmi da tutto e da tutti prendendo un anno sabbatico.

Ovviamente mio padre non fu d'accordo su questa mia...a sua detta: "assurda decisione".
Ma essendo molto testarda decisi di mettere fine al suo controllo su di me; tant'è che mi trasferì da mia cugina Becka.
Fu una lunga battaglia, ma ovviamente alla fine una ragazza che porta il nome di: Kyla non poté che avere una "vittoria" nella sua vita.
Così ebbi il viaggio che desideravo, e dopo un anno mi iscrissi al college.

Solo poco tempo fa questi erano i miei problemi principali, ora invece non so neanche più se definire quello che mi sta accadendo un problema. Perché sono più che sicura che la mia vita ormai è una vera tragedia.
E la mia verginità violata, e i lividi sul mio corpo sono la prova evidente che nella mia vita, non assaggerò mai più il sapore di una "vittoria".

In questi giorni le serate sono stata più dure del solito, ma non per il solo fatto che un uomo ti prende e ti sfonda con prepotenza. Ma perché non abbiamo ancora notizie di Bethel, non sappiamo che fine abbia fatto, e io temo il peggio.
Ho sempre pensato che quando avrei assaporato la maternità sarebbe stato un momento memorabile e una gioia indimenticabile.
Ma in questo inferno dove ci troviamo, restare incinta sembra l'incubo peggiore che possa realizzarsi nelle nostre vite.
A volte mi chiedo cosa hanno provato le ragazze in questo posto quando hanno scoperto di essere stata messe incinte da un peccatore? E cosa sarebbe successo se non fossero state costrette ad abortire?
Se non gli fosse stata imposta questa scelta, lo avrebbero fatto comunque? O avrebbero tenuto quello che è il frutto di uno stupro?
Riuscirebbero mai a prendersi cura e amare un volto che ogni volta che lo si guarda si pensa a ciò che gli è successo? O peggio ancora, se decidessero di tenere il/la bambino/a un giorno potrebbero mai dirgli di essere nata/o da un gesto di pura malvagità e non di amore?
E un/a bambino/a come crescerebbe nello scoprire questa aberrante verità? Crescendo diventerebbe anche lui/lei un mostro come suo padre?
Questi sono i pensieri che mi tormentano, perché non so cosa farei se questo orribile destino capitasse a me.

Le contusioni dei calci che quel pezzo di merda mi ha sferrato all'altezza delle costole, ancora mi provocano dolore quando risucchio un respiro.
Ogni graffio, livido e botta che riceviamo in questo posto passa con la solita cura, il tempo.
Anche se le ferite, quelle profonde, quelle che hanno tinto la nostra anima di sfiducia, malinconia, odio e tristezza. Quelle sono le ferite che non si rimargineranno mai, sanguineranno fino a che non esaleremo l'ultimo alito di vita.
Solo allora, almeno spero, riusciremo a ritrovare un leggero senso di pace.

Крокус (Croco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora