Capitolo 43

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                   ALEKSEJ

Stamattina una belva affamata mi ha divorato il cuore.
Il suo volto rigato dalle lacrime è un immagine che mi ha tormentato per tutta la giornata.
Ammetto che la vita di Aleksej Sokolov mi va un po' stretta al momento, ma quello che mi ha chiesto sembra uno stupido capriccio di una bambina viziata.
Una bambina che credo ancora non ha compreso con chi si è coinvolta sentimentalmente.
Io non sono un semplice capitano della mafia Russa, il mio nome trascende da una generazione di leader.
Tutti sono sempre stati sotto al potere dei Sokolov e un domani dovranno esserlo ancora perché dovrò tramandare la mia eredità a mio figlio.
Un figlio, una famiglia che vorrei costruire con Kyla, che però non sembra propensa a restare inchiodata alla Russia.

Lei brama una libertà, una normalità che io non sarò mai in grado di dargli.
La mia eredità è una cosa del quale non potrò mai liberarmi, perché un membro della fratellanza sarà per sempre Bratva, e solo in un modo si può uscire da tutto questo, con la morte.
La morte è l'unica libertà che possiedono i membri della fratellanza, siamo legati da un giuramento solenne, un giuramento che neanche per Kyla potrò spezzare.
E non so perché ma questo m'incute un malessere che rallenta i battiti nel mio petto, sgretolando la respirazione nella mia gola.

Ma allo stesso tempo questo dolore lancinante mi suscita il malsano desiderio di fracassare un cranio sotto le mani, e forse oggi schiaccerò il cervello di poco conto del proprietario di questo strip club che spaccia una droga che io non gli ho fornito.

«Glielo giuro Sokolov non sapevo che Volkov non era un suo uomo» Il traditore si discolpa tossendo del sangue che sporca il pavimento.

«Quindi vuoi farmi credere che sapevi che i carichi non provenivano da me?»

«È quello che le sto dicendo lo giuro» Gli occhi intrisi di nequizia si assottigliano per scuoterlo fino alle viscere che lascerò colare ai miei piedi se osa mentirmi.

«Bene. Allora se non era tua intenzione tradirmi ti risparmierò la vita» Accendo un luccichio di speranza nelle sue iridi bagnate di lacrime infame e vigliacche.

«Ma se vuoi ancora vivere dovrai fare qualcosa per me» Come se fossi il diavolo contratto per la sua anima.

«Qualunque cosa» Tiro a me una sedia e rilassandomi su di essa espongo la chance che gli sto dando.

«Dovrai chiedere un altro carico a Volkov e quando lui si presenterà sarai in compagnia di Vadim» Indico l'uomo che è sugli attenti come un soldato.

«Che non esiterà a portarlo da me» Impartisco il mio ordine che Vadim acconsente con un cenno del capo.

«Non do occasioni a nessuno quindi non deludermi» Mi ergo all'in piedi risistemando la mia giacca.

«Non lo farò»

Oggi mi trovo ad un passo dallo scoprire finalmente chi è questo bastardo che sta violando le mie regole, rubandomi una città che non gli appartiene.
Perché Mosca è sempre appartenuta ai Sokolov e nessun lupo sbranerà mai i falchi che comandano da generazioni in questa città.

«Adesso cosa facciamo capo?» Chiede Vadim non appena fuori dallo strip club che resterà chiuso ancora per molto alla clientela, visto che il proprietario dovrà assestarsi dalle pene che gli abbiamo inflitto.

«Tu non lo so che cazzo hai da fare, ma al momento io ho delle faccende legali da sbrigare» Lo liquido a fare i cazzi suoi perché la mia copertura d'imprenditore richiede la mia presenza in ufficio.

Un inutile giornata che ricade sempre sugli stessi pensieri che non mi lasciano concentrate su questo cazzo di lavoro che non stimola il mio cervello.
La sua richiesta è ormai fuoco arroventato nella mia mente che si carbonizza per ciò che non sarò mai in grado di darle, e questa mia impotenza mi lascia varcare una soglia di un emozione che prima era sconosciuta nell'impenetrabile cuore del magnifico Aleksej Sokolov.
La paura, la paura è quella che mi sfalda l'anima che diventa vetro tagliente che mi squarcia dentro.
Sembra assurdo dirlo, ma ho paura che Kyla mi chieda di donargli una libertà che non credo sarò mai in grado di darle.
Come potrei pensare di vivere una vita senza di lei?
Questa vita che oggi se solo potessi butterei all'aria, ma purtroppo non posso e non potrò mai.
E la paura che un giorno lei mi possa lasciare da solo in questa opprimente realtà mi trascina quasi sull'orlo di un'insana follia.
Una follia che spero si plachi con il mio ritorno a casa; stamattina mi sembrava visibilmente sconvolta e spero che il tempo che abbiamo trascorso lontani gli abbia portato un buon senso che l'ha fatta rivalutare in bene la sua richiesta.

Крокус (Croco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora