Capitolo 19

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ALEKSEJ
Collera, incontrollabile e minacciosa collera che mi attorciglia le budella.
Budella che vorrei strappare a morsi a chi si è permesso di farmi le scarpe.
Qualcuno del quale non conosco il nome si è permesso di fregare il grande e potente Aleksej Sokolov? Qualcuno al quale taglierò la gola per abbeverarmi del suo sangue.
Un contratto di un grosso affare si è disintegrato sotto ai miei occhi adirati, perché qualcuno ha fatto un offerta più allettante ad Andrez Kranjc.
E anche se sono il capitano della Bratva, in un altro paese non ho lo stesso potere, e non ho potuto accanirmi contro chi comanda in Lubiana, altrimenti avrei scatenato una guerra inutile contro un uomo che ha accettato solo un affare allettante. Un affare di droga che mi è costata una perdita esorbitante di milioni, milioni che mi sono stati sfilati da sotto al naso, milioni che non passeranno inosservati. Perché chi ha osato ingiuriare sul mio nome pagherà con la vita.

Sul mio volto effigie la furia che si scatenerà non appena ritornerò in Russia, metterò una città a soqquadro perché ho bisogno di sapere il prima possibile chi è questo pazzo che ha osato stimolare la bestia dentro di me? Che si darà pace solo quando banchetterà con il cervello che ha osato pensare e mettere in atto questo affronto.
Il veleno che emana la mia bocca ha paralizzato i miei uomini che non osano neanche guardarmi, figuriamoci rivolgermi la parola.
Mi conoscono molto bene e sanno che se si lasciano uscire anche una sola sillaba pagheranno loro per un atto che non hanno commesso.
Quando l'ira si scatena, le mie iridi verdi vengono offuscate dalla violenza, e chiunque osi rivolgermi la parola si ritroverà un ceppo intorno al collo fatto con le mie avide mani, che al momento desiderano infliggere pene atroci.

L'aereo atterra sulla pista privata della Russia, che molto presto sanguinerà sotto le mie dita.
Ho bisogno di riflettere e agire con cautela, perché non devo destare sospetti nell'uomo che ha fatto questo.
Dovrò scoprire nel silenzio il suo nome, e quando meno se l'aspetta lo colpirò in pieno petto, strappandogli il cuore con gli artigli del temuto falco.
La vendetta è molto più dolce se viene servita su un piatto nascosto nell'ombra, perché è elettrizzante nutrirsi dell'inaspettata consapevolezza che è giunta l'ora di una lunga morte, che boccheggia attimi di vita prima di finire verso l'inferno nel quale lo condurrò io stesso.

Resto cheto mentre il mio autista mi conduce verso la mia dimora, dove dal finestrino guardo la sera che cala sempre di più ad ogni clacson che rimbomba nel traffico di Mosca.
Questi quattro giorni mi sono serviti per riorganizzare il cervello che stava andando in totale frenesia. Un insensato desiderio che si è placato con le donne che mi sono scopato nelle notti fredde che abbracciano la Slovenia.
Credevo che non sarei mai più riuscito a dissetare la mia gola arsa, che fino e quattro giorni fa bramava solo il miele che gocciola dalle sue cosce. Cosce che al momento stanno iniziando a scemare dalla mia mente, no che non avrei più voglia di fottermela.
Questo no! Ma ora la voglia non è più una smania che mi trascina sul rogo di una pazzia che carbonizza ogni pensiero sensato.

Ho acquistato la lucidità, ed ora sono pronto per fare di lei ciò che più desidero.
Mettendo da parte per un istante tutto quello che mi rode nel culo, scendo dall'auto, dove qualcosa mi dice d'issare il capo verso l'alto.
I miei occhi ricadono sulla figura che cerca di nascondersi in vano dietro la tenda della sua finestra.

Kyla, Kyla, sciocca e ingenua Kyla preparati ad ubbidire ad ogni mio volere, altrimenti pagherai cara la tua disobbedienza.
I dipendenti non aspettavano altro che il mio ritorno, perché tutti mi danno il bentornato non appena varco la soglia di casa.

«Com'è andata con Andrez Kranjc?» Ed ecco che Matevy risuscita l'istinto che avevo soffocato perché stasera volevo solo godermi la cena.
Digrigno i denti per poi lasciarlo alle parole di Vadim.

«L'affare è saltato» La consapevolezza di ciò che implica questo gli colora le gote.

«Ho bisogno di parlarti» Gli ordino rabbioso, e senza obbiettare mi segue verso il mio ufficio.

Крокус (Croco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora