Missione - pt 1

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Lì Wanda era seduta, nella sua auto, in silenzio. Gli occhi non osavano spostarsi dallo schermo del telefono. La sua mente ripercorreva tutti i peggiori scenari possibili. Ma in realtà Wanda non aveva idea di cosa significasse. Quell'unico messaggio da Nat le aveva fatto girare la testa in un modo che non avrebbe mai pensato possibile.

Nat: Dobbiamo parlare

Dopo una buona mezz'ora, Wanda uscì finalmente dall'auto. Fissò la casa davanti a sé. Lei e Nat l'avevano comprata qualche mese prima. Come disse Nat: "Per quando amplieremo la nostra piccola famiglia". Wanda sorrise al ricordo. " Va tutto bene. Sicuramente vuole solo dirmi che ricomincerà ad andare in missione". La brunetta borbottò tra sé e sé mentre infilava la chiave nella serratura. Fece un respiro profondo ed entrò in casa.

La casa era immersa nel silenzio. Un silenzio insolito rispetto ralla normalità. Tuttavia, tutto era ancora al suo posto. Le foto, i mobili, persino la pila di panni lavati in mattinata era rimasta intoccata. Wanda non si preoccupò di chiamare il nome di Nat. Seguì invece il fruscio che la condusse al soggiorno.

E infatti era proprio lì. La rossa in tutto il suo splendore e con un borsone in mano. "Che succede?" Wanda chiese lentamente, cercando di capire l'espressione illeggibile sul volto della donna.

"Devo andare" rispose bruscamente la russa, passando davanti alla giovane strega con il borsone stretto in mano. Wanda la seguì rapidamente. "Hai una missione?" Nat si bloccò alla domanda. Wanda sapeva che era passato un po' di tempo dall'ultima missione di Nat. In effetti, erano passati due anni.

"Wanda..." Nat iniziò, lasciando cadere la borsa vicino alla porta e voltandosi verso di lei. "Me ne vado, non ce la faccio più" disse guardandola fissa negli occhi. Nessuna emozione leggibile nel suo sguardo. "Ho fatto qualcosa di sbagliato? O detto qualcosa di sbagliato?" "No" "Allora cos'è, perché non puoi abbandonarmi così, all'improvviso, senza dire nulla!" Wanda urlò, frustrata.

"Perché stai urlando?!" chiese Nat, alzando la voce per adeguarla al tono di Wanda. "Voglio una spiegazione!" "Non ti amo più!" Nat urlò senza esitazione. Questo zittì la sokoviana. La strega sentiva il nodo che le si stava formando in gola. "Quando hai smesso di amarmi?" domandò, con la voce spezzata.

"È questo il punto... Non sono mai stata innamorata di te"

Le parole di Nat le frantumarono il cuore. Wanda poteva sentire il proprio respiro affannato e le lacrime che minacciavano di scendere. Si sentiva come se l'avessero appena pugnalata più e più volte. Ma ciò che faceva più male era lo sguardo di onestà negli occhi di Nat. Non stava mentendo.

"Nat... per favore. Non lo pensi veramente. Io ti..." "Non dire che mi ami, perché non lo ricambierò. È un sentimento a senso unico" dichiarò Nat senza emozioni. Wanda sentiva le lacrime calde scorrerle sul viso. Tuttavia, non fece alcun movimento per asciugarle. Voleva mostrare a Nat il danno che stava causando. Sperava che la rossa ammettesse che si trattava di un qualche scherzo malato e perverso.

"Un sentimento a senso unico?! Stiamo insieme da due anni, Nat! Abbiamo una casa insieme! Stavamo per costruire la nostra famiglia insieme!" urlò Wanda. Tuttavia, nulla di tutto ciò era dovuto alla rabbia. Era solo la sua tristezza.

"Cos'ero, una qualche missione per te?!". Nat rimase in silenzio. "Oh...

Per tutto questo tempo Nat non era andata in missione. Wanda credeva che fosse a causa della terribile ferita che si era procurata due anni prima. Da allora Nat non era più andata in missione. Ma a quanto pare no. Nat era già in una. Lo era da due anni. 

"Quindi è questo che sono per te. Non la persona che sogni di notte. Non la persona che è stata la cosa migliore che ti sia capitata. Non la persona con cui volevi invecchiare. Ero solo... una..missione" disse Wanda, cercando disperatamente di trattenere i singhiozzi.

Nat non fece nulla. Non pianse. Non si mosse. Non tentò nemmeno di parlare. Questo fece solo imbestialire Wanda. Tutto ciò che voleva era la verità. "DÌ QUALCOSA!" urlò, gli occhi di un rosso scarlatto. Improvvisamente qualcosa dentro Nat scattò. Non poteva più trattenersi. Wanda voleva la verità, l'avrebbe avuta.

"Cosa vuoi che ti dica Wanda?! Eh?! Che sono innamorata di te? Perché non lo sono! I due anni che abbiamo trascorso insieme sono tutte stronzate. Ogni lacrima che ho versato, ogni sorriso che ho mostrato, ogni risata che ho fatto... balle. Tutto falso. Niente di tutto ciò era reale. Non mi importa di te! Non mi è mai importato di te! E non mi importerà mai! Non me ne frega un cazzo che abbiamo preso una casa! Non me ne frega un cazzo che stavamo per mettere su famiglia! E sai perché? Perché non me ne frega un cazzo di te! Dovresti essere grata". Nat sentenziò, con la rabbia che esplodeva nelle sue parole. Nemmeno una volta mentendo.

"Grata?" esclamò come se Nat avesse tre teste. Onestamente non riusciva a capire perché mai avrebbe dovuto essere grata. "Sì, dovresti esserlo. Perché invece di tutto quello che ti ho dato, avrei semplicemente potuto ucciderti" "Beh, sai che ti dico? Preferirei essere morta piuttosto che farti fingere di essere innamorata di me!" Wanda strinse i denti, fermando il grido che implorava di essere liberato.

"Non posso credere di aver pensato davvero che qualcuno mi avrebbe amata... per quella che sono" disse Wanda, lasciando uscire un enorme respiro che stava trattenendo. "Nessuno ti amerà mai per quella che sei. Perché dovrebbero farlo?"

"Vattene. Vattene via, cazzo!" urlò la strega. Nat non perse tempo, aprì la porta e si diresse verso la sua auto. Aprì immediatamente il bagagliaio e vi gettò dentro il borsone.

"Oh e Natasha..." iniziò Wanda, facendo voltare la spia verso di lei. "Portati via questo cazzo di anello di fidanzamento!" gridò, sfilandosi l'anello dal dito e lanciandolo alla donna. Nat lo fissò per un attimo prima di gettare anche quello nel bagagliaio.

Wanda guardò la sua cosiddetta fidanzata salire in macchina e andarsene, senza alcun rimpianto. Le lacrime smisero di scorrere e i singhiozzi che imploravano di essere liberati si affievolirono. Si sentiva stordita. I suoi momenti più felici erano stati tutti bugie. L'amore che le era stato dato. Balle. Le risate. Balle. Le lacrime. Balle. I ricordi. Balle. 

Balle, balle e ancora balle.

"L'amore è una bugia. E credo di essere l'unica ad esserne degna"

Scarletwidow - storie breviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora