Missione - pt 2

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Era passato un anno da quando la coppia si era divisa. Nat aveva ufficialmente lasciato gli Avengers e visitava solo raramente il quartier generale. Wanda era rimasta nella loro casa comune e si vedeva spesso con il resto della squadra. Tuttavia, in quel periodo di tempo, nessuna delle due ragazze si era incrociata. Nemmeno una volta.

Nessuno capiva perché Nat avesse lasciato Wanda. Entrambe non parlavano mai dell'argomento ed evitavano a tutti i costi la questione. Ma Yelena sapeva la verità. Era stata lei ad accogliere una Natasha in lacrime il giorno della rottura. Yelena non aveva idea di cosa la sorella avesse detto a Wanda quel giorno, ma sapeva che qualsiasi cosa fosse, non era la verità.

Wanda decise di trasferirsi solo dieci mesi dopo. Si era messa con la nuova recluta, Visione. Lui l'amava. O almeno questo era quello che le diceva ogni sera, ma i lividi dicevano tutt'altra storia. Lei subiva costantemente i suoi abusi e non osava mai dire nulla a nessuno. Aveva troppa paura di scoprire cosa sarebbe successo se lo avesse fatto. Quanto avrebbe voluto che Natasha non se ne fosse mai andata.

"Wanda! Visione! Sono felice che siate riusciti a venire!" esclamò Sam, abbracciandoli entrambi. Wanda sussultò leggermente per il movimento dell'uomo emozionato, ma fortunatamente nessuno se ne accorse. Beh, questo era quello che pensava lei. "Buon quattro luglio! Vogliamo andare alla festa?" chiese Sam con un grande sorriso. "Tra un minuto Sam, devo prima parlare un secondo con Wanda". E così la brunetta si ritrovò trascinata in cucina.

"Bel colpo Buck!" esclamò Yelena mentre si dirigeva verso la sua stanza. Tuttavia, si fermò all'istante quando sentì dei leggeri piagnucolii attraversare le sue orecchie. La bionda si appoggiò silenziosamente al muro e ascoltò con attenzione.

"Davvero, un sussulto?! Cosa ti ho detto riguardo al farlo in pubblico?" "Mi dispiace. Mi dispiace Visione" "Fallo di nuovo e desidererai di non essere mai uscita di casa. Capito?!" "Sì! Ti prego... mi stai facendo male".

Yelena aveva sentito abbastanza. "Ehi ragazzi!" annunciò entrando in cucina. Visione lasciò immediatamente il polso di Wanda, ma per fortuna la russa aveva già intravisto quello che stava facendo. Tuttavia, l'espressione sul suo volto diceva che non aveva visto nulla.

"Buongiorno, signorina Belova" "Wanda! Posso rubarti per un minuto?" chiese Yelena, ignorando completamente l'uomo. Quando Wanda aprì la bocca per parlare, lui la interruppe. "Posso chiedere il perché?" "Beh, è la mia migliore amica. Inoltre, ho bisogno della sua opinione sul mio abbigliamento di stasera. Allora Wanda, vieni?" disse tendendole la mano. Wanda la prese con esitazione.

Yelena la trascinò rapidamente nella sua stanza e chiuse la porta a chiave. "Wanda..." vide come un senso di paura avvampò sul volto della ragazza. "Ti farò una domanda e voglio una risposta sincera. Visione abusa di te?" "No! No. Non lo farebbe mai. Lui mi ama. Mi ama" La sokoviana replicò, troppo velocemente per i suoi gusti. Yelena non ci credeva. Non disse nulla, si limitò a tenere gli occhi fissi su quelli di Wanda, sapendo che sarebbe crollata. E aveva ragione.

"Aiutami, Lena. Ti prego... voglio che smetta" implorò Wanda, con le lacrime che le riempivano gli occhi. "Wanda, mostrami cosa ti fa" disse la bionda, avvicinandosi, ma Wanda indietreggiò in risposta. "Wanda per favore... devo vedere per poterti aiutare" "Non voglio che nessuno veda. Mi farà del male se lo fai". Ribatte la giovane strega, abbassando ulteriormente le maniche della felpa.

Ma prima che Yelena potesse parlare di nuovo, la porta del quartier generale si chiuse sbattendo e un'esplosione di applausi risuonò ovunque. "Friday? Chi è appena entrato nel comprensorio?" "Sembra si tratti della signora Romanoff" Wanda si irrigidì al pronunciare il nome di Nat, mentre Yelena aveva uno sguardo ben preciso stampato sulla faccia...e Wanda sapeva benissimo il significato di quello sguardo.

"Lena, conosco quello sguardo. Ti prego, non portarla qua" la supplicò ma Yelena sembrava già decisa. Soprattutto ora che aveva aperto la porta. "Aspetta! Ti prego... non le importa di me. Lo ha detto chiaramente un anno fa. Non farlo". Yelena si stupì delle parole della ragazza.

"Il giorno in cui Nat se n'è andata, cosa ti ha detto?" "Mi ha detto che non mi amava. Che non mi aveva mai amato. Che i due anni trascorsi insieme erano tutte bugie. Che non ero altro che una missione" mormorò Wanda, con la voce rotta.

"Quando ti ha detto tutto questo, si è toccata le dita? Per essere più precisa, ha unito il dito medio e il pollice?". Wanda era confusa sul perché Yelena glielo stesse chiedendo, ma lo sguardo serio della bionda le suggerì di riflettere. Dopo aver ripercorso la giornata nella sua mente, finalmente ebbe la sua risposta. "No, perché?"

"Ti ha mentito, Wanda. Non nel modo in cui pensi tu. Tutto quello che ti ha detto quel giorno era una bugia". Wanda non credeva a una singola parola uscita dalla bocca di Yelena. "Come fai a saperlo? Avresti dovuto vedere lo sguardo di onestà nei suoi occhi. Non stava mentendo".

"È questo il punto, lo era. Siamo sicari russi, Wanda. Possiamo manipolare le emozioni come tu puoi manipolare la mente. Tuttavia non possiamo mai nascondere la verità. Nella Red Room ci hanno insegnato un segnale. Quando diciamo la verità, facciamo toccare il dito medio e il pollice" ammise Yelena, mentre istintivamente picchiettava le proprie dita. "Perché non lo fate quando mentite?"

"Perché quando devi andare in missione, è meglio mentire che rivelare la verità. Così ci hanno inculcato nel cervello che doveva esserci un simbolo di verità. È efficiente. Natasha lo fa ancora oggi. Magari inconsciamente, per abitudine, o per una sicurezza personale, non lo so, ma lo fa. Quindi tutto quello che ha detto un anno fa era una bugia". Yelena sentì il respiro di Wanda strozzarsi a quell'affermazione. "Allora perché se n'è andata?" chiese la strega, mentre le lacrime le scendevano sul viso.

"Guarda nella mia mente" "Cosa? Lena no!" "Fallo. Ti mostrerà la verità di quel giorno. È venuta da me dopo averti lasciato. Mi ha raccontato tutto. Ti prego, Wanda..." disse la russa portando la mano di Wanda alla sua tempia. Per quanto Wanda non volesse farlo, voleva la verità. Così si lasciò trascinare nei ricordi della bionda.

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"Natasha, perché stai piangendo?" domandò Yelena facendo entrare Nat nella sua stanza. "Ho rotto con lei, Lena" pianse mentre si sedeva sul letto. Yelena non poteva credere alle sue orecchie. "Sei stupida? Perché l'hai fatto!"

"Mi hanno costretto a farlo! La amo con tutto il mio cuore!". Tocco. ""Chi Nat?" "Lo S.H.I.E.L.D." Tocco. "Cosa vuoi dire?" chiese Yelena, sorpresa "Voglio dire che mi hanno contattata e hanno minacciato di prenderla. Lena, erano pronti a ucciderla". Tocco. "Tutto perché mi sono rifiutata di andare in missione. Ero pronta a ritirarmi. Per sistemarmi e creare una famiglia con lei". Tocco.

"Allora perché non l'hai fatto?" "Mi hanno mostrato una videocamera. C'era un uomo con un cecchino fuori da casa nostra e lo puntava contro di lei. Ho dovuto andarmene per garantire la sua sicurezza". Tocco. "Non puoi dirglielo. La cercheranno. Devo chiudere con gli Avengers. Ho chiuso con il governo. Me ne vado"

"La ami ancora?" "Non smetterò mai". Tocco.

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Le lacrime scendevano sul viso della strega mentre abbandonava il ricordo. Erano entrambe così impegnate a elaborare ciò che avevano appena visto, che non si accorsero che il vento aveva aperto la porta della camera da letto.

"Quindi tutto quello che ha detto era per proteggermi?" Iniziò e Yelena annuì in risposta. "E non ha mai voluto andarsene?" "Dio no, Wanda. Era così distrutta dopo quello che è successo. Non piange mai davanti a me e quel giorno non riusciva a smettere" rispose la bionda, asciugandosi una lacrima.

"Pensi che mi ami ancora?" 

"Certo che ti amo ancora. Non ho mai smesso".

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