Promessa - pt 3

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Nat si sentì come se l'aria le fosse stata risucchiata fuori dai polmoni. I suoi occhi si spalancarono per lo shock mentre il suo corpo tremava internamente per il panico. Non poteva essere vero. Non poteva perderla. No. Non la sua Wanda.

"Ciao, io sono Wanda. Piacere di conoscerti" salutò la sokoviana, tendendo la mano alla russa. Nat si bloccò al gesto. La stanza cadde in un profondo silenzio. Dopo qualche istante, Tony decise di approfondire la questione.

"Wanda..." iniziò con calma, attirando la sua attenzione "Sai chi siamo?" "Tu sei Tony, lui è Clint, Bruce è là fuori. Non so dove siano Steve e gli altri" rispose sinceramente "E lei?" interruppe Clint con un barlume di speranza.

"Mi dispiace, non so chi tu sia" rispose Wanda guardando negli occhi la spia. Nat sentì il proprio cuore andare in frantumi alle parole della strega. Tuttavia, in mezzo a tutta la tristezza, qualcosa di diverso bruciava.

I ragazzi guardarono come gli occhi di Nat passarono dallo stato di sconforto e dolore all'unico sguardo che incuteva terrore in tutti loro. Era il suo lento e doloroso sguardo da assassina. Il suo corpo bramava vendetta e niente le avrebbe impedito di soddisfare quel suo bisogno.

"Nat... NAT!" urlò Clint schizzando fuori dalla stanza. "RODGERS!" gridò la rossa lungo il corridoio. Sentiva i passi di Clint che la inseguivano, ma era troppo tardi. Lì dinanzi a lei si trovava il capitano in tutta la sua gloria.

"Hai chiamato Romanoff" chiese Steve, non curante del piccolo coltello che la donna stringeva tra le mani. "Oh sì"mormorò lei, con un lieve ghigno che le atraversava il volto. Steve allora notò la lama che impugnava e indietreggiò immediatamente.

"Nat, cosa stai facendo?" domandò il capitano, la paura evidente nella sua voce. "Ho intenzione di ucciderti"rispose lei gelida. Senza aggiungere altro, si fiondò su di lui, ma il suo corpo si scontrò a mezz'aria con quello di qualcun altro.

"Natasha no!" urlò Clint mentre cercava di immobilizzarla a terra. Lei tentò di divincolarsi, ma il resto della squadrà arrivò in aiuto di Clint e il peso dei loro corpi prevalse sul suo. "No, Nat! È un membro prezioso della squadra. Abbiamo bisogno di lui" le ribadì l'arciere, premendo le sue mani sul volto della donna, cosicchè lei lo guardasse dritto negli occhi.

"È colpa sua! Le ha fatto questo! Tu puoi avere bisogno di lui, ma io ho bisogno di lei!" "Ucciderlo non la guarirà, Nat". La rossa sbuffò in risposta, ma in fondo sapeva che Clint aveva ragione. Aveva sempre ragione e questo la faceva arrabbiare.

"Cosa sta succedendo?" esclamò Steve, confuso dall'improvviso attacco. "Scusa Cap, abbiamo delle novità" si scusò Clint per poi rivolgersi verso Nat, la quale però non rispose. Capì perfettamente che lei non aveva nessuna intenzione di parlare.

"Wanda si è svegliata". Steve sorrise alle parole di Clint, ma gli sguardi dei suoi compagni esprimevano tutt'altro che gioia. "Qual è il problema?" "Wanda sta bene. Si ricorda di tutti noi... tutti tranne Nat" ammise tristemente Occhio di falco, mentre la Vedova osservava la reazione di Steve.

Il suo volto si riempì di consapevolezza. Si rese conto del motivo per cui Nat era furiosa. L'amore della sua vita non si ricordava di lei. Di loro. L'unica cosa che le dava la forza di andare avanti era sparita. "Mi dispiace Nat" ammise Steve addolorato, ma lei non aveva intenzione di sentire le sue scuse e ben che meno di scusarsi di quanto appena accaduto.

"Tu l'hai ridotta così. Sei stato tu!" sbotò con puro veleno. Non aveva mai provato tanto odio nei confronti di un membro della squadra. Ma questo era imperdonabile. "Non posso....non posso affrontare tutto ciò in questo momento" ammise la rossa dirigendosi verso la sua stanza. Le lacrime, come fiumi in piena, le attraversavano il volto e le bagnavano i vestiti.

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Nat trascorse una settimana tentando di farsi riconoscere e cercando di far tornare la memoria a Wanda. Non menzionò mai la promessa o il fidanzamento. Solo piccoli dettagli, ma senza ottenere alcun risultato. Fu allora che capì di non riuscire più a sopportare la situazione.

"Nat non puoi andartene" disse Tony mentre la raggiunse in cucina "Starò via qualche giorno. Ho bisogno di schiarirmi le idee. Sarò a questo indirizzo. A presto". E con questo se ne andò. Con un pezzo di carta attaccato al frigorifero con l'indirizzo di una casa in Ohio.

Non appena giunse a destinazione, Nat sentì un nodo alla gola. I suoi ricordi d'infanzia creati in questo luogo. Belli e brutti. Si avvicinò rapidamente alla casa e bussò alla porta.

Dopo qualche secondo, la porta si spalancò e rivelò una bionda scioccata. "Natasha?" "Ehi Lena" sorrise la rossa mentre la sorella la strinse in un forte abbraccio.

Ben presto "qualche giorno" si trasformò in una settimana. Una settimana in due. E due settimane in un mese. Nat non si preoccupava di rispondere alle chiamate di Clint, Steve o Tony. Sapeva che non si sarebbero mai presentati a casa sua. Sarebbe tornata quando sarebbe stata pronta.

Nel frattempo Wanda era stata dimessa da poco dall'ala medica del quartier generale. A causa di alcuni problemi durante la convalescenza, aveva dovuto sottoporsi ad un altro intervento . Il che, a suo parere, non l'aveva aiutata. Nel corso delle giornate, infatti, aveva delle visioni, come se fossero dei ricordi, ma troppo confusi per capire cosa fossero.

Wanda si sdraiò sul letto mentre un altro "ricordo" abbandonava la sua mente. Si alzò rapidamente e si diresse verso la cucina dove apparentemente si trovavano tutti. A pranzare, senza di lei. Di nuovo. "Wanda?" borbottò Clint con la bocca piena.

"Hmm?" rispose lei voltandosi verso di lui. "Questo è tuo" replicò l'arciere facendole scivolare davanti una piccola scatolina in velluto. "Grazie" mormorò lei allungando la mano per prenderla.

Ammirò per qualche istante il cofanetto che teneva tra le dita e infine decise di aprirlo. Al suo interno era custodito un piccolo anello argenteo con una piccola ma brillante pietra blu. Wanda ne rimase incantata. Era quasi come se lo riconoscesse, ma non riusciva a capirne la provenienza. Poteva sentire gli occhi di Clint che le penetravano la pelle e in quel momento si rese conto che non aveva detto una parola nei vari minuti in cui aveva contemplato il gioiello.

Riprendendosi dai suoi pensieri, gli rivolse un debole sorriso. "Scusami, esco a fare un giro. Sta andando tutto molto in fretta per me" si scusò prima di uscire dalla stanza e precipitarsi nel garage. Il resto dei compagni, confusi, si diresse al terrazzo e osservarono la giovane strega salire in auto e dirigersi chissà dove.

Wanda non aveva idea di dove stesse andando. Semplicemente guidò. Il suo cuore aveva preso il comando, mentre la sua mente cercava di assemblare i tasselli mancanti del puzzle. Prima di rendersene conto, accostò e parcheggiò. Scese dall'auto e osservò l'ambiente circostante. Era una bella zona, tranquilla.

Inconsciamente i suoi piedi cominciarono a muoversi, quasi spinti in una certa direzione. Raggiunse una casa sconosciuta e bussò tre volte alla porta. Un flebile "apri la porta" giunse dall'interno. La porta si aprì e rivelò la persona che stava cercando.

"Wanda?"

"Mi hai fatto una promessa..."


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Fine

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