Le parole fanno male

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Era una serata piuttosto fredda alla fattoria. Nonostante ciò, Wanda aveva deciso di uscire a fare una passeggiata, da sola, per evitare un altro mal di testa. La giornata era andata bene. Clint e Laura erano usciti insieme e lei, Nat e Yelena si erano offerte di badare ai bambini.

Poco prima che la strega uscisse, aveva messo a letto il piccolo Nate. Cooper era ancora sveglio, ma, essendo il più grande, poteva andare a letto più tardi rispetto ai suoi fratelli. Ma la cosa che la infastidiva di più era la bambina ribelle. Lila correva per casa e si rifiutava di andare a letto quando Nat glielo chiedeva. La ragazzina cercò di fare appello alla Sokoviana, ma Wanda non ne volle sapere. Così andò a fare una passeggiata.

Dopo circa mezz'ora di vagabondaggio tra gli alberi, la strega decise che era ora di rientrare. Quando arrivò in prossimità della fattoria, però, si accorse che l'auto di Clint era ferma nel vialetto. Dovevano essere tornati mentre lei era fuori.

Quando salì sul portico, riuscì a sentire tutto. Le grida e le urla le attraversavano le orecchie. Era quasi assordante. Oltre a udire tutto ciò, riusciva anche a percepirlo. La rabbia pura che irradiava la stanza. E Wanda l'odiava. 

Stava consumando il suo corpo come un parassita. Si muoveva a un ritmo troppo veloce per i suoi gusti. In quel momento sentì che stava andando fuori controllo. Era come una bomba in attesa di esplodere e se non si fosse affrettata a disinnescarla, le conseguenze sarebbero state catastrofiche. Si precipitò alla porta e la aprì senza esitare. Ma era troppo tardi. La bomba era esplosa.

"Non capisco perché mi continui a dire che devo andare a letto! Non sei mia madre! NON SARAI MAI UNA MADRE, IN OGNI CASO!" urlò Lila a squarciagola.

La casa cadde in un silenzio tombale. Wanda si sentì come se il cuore si fosse appena frantumato in mille pezzi e i frammenti le stessero lacerando la carne. Il dolore le bruciava nelle vene. Ma sapeva che non era il suo. Fu allora che decise di rendere nota la sua presenza agli altri. Sbattendo con forza la porta d'ingresso, si diresse nel soggiorno.

Clint e Laura ribollivano di rabbia per la figlia che avevano di fronte. Lo sguardo colpevole le si leggeva in faccia, mentre il fratello se ne stava in piedi deluso. Yelena si era rintanata in un angolo del salone e cercava di asciugare le proprie lacrime. E poi c'era Nat.

Le lacrime le rigavano il viso, mentre lei era immobile sul posto. Gli occhi incollati al pavimento. Stava annegando nella tristezza e Wanda lo poteva sentire. L'unico movimento che proveniva da lei era il pesante alzarsi e abbassarsi del suo petto. Era ferita. Wanda stava per parlare, ma un'altra voce attirò la sua attenzione.

"Zia Wanda... mi disp-" la strega interruppe rapidamente la giovane, non interessata alle sue scuse in quel momento. "No Lila. Non voglio sentire nulla adesso. Ci occuperemo di te domani. Adesso vai in camera tua e dormi come ti abbiamo detto. Hai capito?"

"Sì, zia Wanda" rispose, correndo rapidamente su per le scale e nella sua stanza. Anche Cooper si congedò, sapendo che avrebbero voluto un po' di spazio. Questo lasciò solo gli adulti nel salone.

"Ehi, piccola..." iniziò Wanda, ora in piedi di fronte alla moglie. "Che ne dici di venire con me?" chiese, sollevando la testa di Nat in modo che potesse guardarla. Il dolore scritto nei suoi occhi color smeraldo. "Ti prego..." sussurrò la rossa e Wanda condusse entrambe nella camera da letto al piano di sotto.

Non appena la porta si chiuse, Nat scoppiò in lacrime. Si strinse forte alla moglie e cominciò a liberare tutte le emozioni represse. Singhiozzi strazianti riecheggiavano per tutta la stanza. Wanda era certa che si stessero diffondendo per tutta la casa.

La strega rafforzò la propria presa sulla donna e lasciò che le lacrime le bagnassero la camicia. Sapeva che Nat non avrebbe parlato quella sera, quindi tutto ciò che doveva essere detto avrebbe aspettato fino al mattino. Nat non era mai stata il tipo di persona che permetteva alle parole di scalfirla, ma quello che aveva detto Lila l'aveva fatta soffrire. Sapeva di non poter avere figli. E per questo si sentiva un fallimento nei confronti di Wanda. Questi pensieri la fecero piangere ancora di più.

Dopo poco tempo e con grande sorpresa di Wanda, Nat si addormentò. Pianse fino a crollare. La sokoviana fissò la moglie e non poté fare a meno di piangere a sua volta. Rimboccò velocemente le coperte alla rossa e uscì dalla stanza.

Sentì Laura sussultare quando entrò nel salone. La camicia leggermente strappata e coperta dalle macchie delle lacrime. Il mascara le colava leggermente. "Dovreste andare a letto" disse Wanda dirigendosi verso di loro. "Eravamo preoccupati per Nat" rispose Clint offrendole una tazza di caffè che gentilmente rifiutò. "Starà bene. Fidatevi di me. Ora andate a letto, ho un'altra russa di cui occuparmi".

Wanda guardò i genitori lasciare la stanza con esitazione. Salutò con un gesto della mano e si diresse verso la bionda. Yelena non si era mossa dall'angolo. Segni di lacrime le solcavano il viso, mentre il labbro le tremava senza sosta.

"Lena, tesoro, vuoi parlarne?" domandò Wanda, accovacciandosi in modo da poter incontrare il suo sguardo. Yelena annuì e la strega le condusse fuori sull'erba. Era più facile parlare con lei perchè Yelena riusciva ad esprimere e descrivere le sue emozioni. ""Va bene Lena, dimmi cosa senti". Wanda osservava la bionda camminare avanti e indietro.

"Fa male Wanda. Non mi è mai interessata l'idea di avere figli, ma quelle parole mi hanno fatto male. So che è una bambina, ma sa tutto. Sa cosa abbiamo passato e quindi sa che non possiamo diventare madri. Ma l'ha detto lo stesso. E mi ha ferita. Per non parlare delo sguardo di Nat... si sentiva così in colpa. Mi dice sempre che non può darti la famiglia che vuoi e credo che queste parole l'abbiano toccata molto. Ma per me, quando Lila ha detto questo, mi ha ricordato il mio passato. Come sono stata abbandonata e usata come una pedina. Non mi importa se non posso avere una famiglia, ma non c'è bisogno di ricordarcelo. Perché quando ci dicono cose del genere, non si fa altro che riportarci alla memoria le persone che abbiamo ucciso. Le persone che abbiamo torturato. Persone a cui abbiamo fatto del male. E non è bello ricordare tutto. Quindi sono ferita, Wanda" gridò Yelena.

Wanda si avvicinò immediatamente alla bionda e la strinse in un forte abbraccio. "Ti dirò una cosa, Lena. Dici che non puoi avere una famiglia, ma ne hai già una. Noi".

"Lo so, ma non posso averne una mia. Non posso essere una madre o una zia" pianse, allontanandosi leggermente dalla strega. " A questo proposito, Lena...tu puoi"ammise sorridendo "Cosa?"

"Aspetto un bambino"

Yelena rimase sotto shock a quelle parole. "C-come?" balbettò incredula. "È stata la mia magia. Ho usato il DNA di Nat e una specie di incantesimo e ha funzionato" ammise Wanda, asciugando le lacrime della ragazza. "Diventerò zia?" chiese la bionda, con una leggera rottura della voce. "Diventerai zia!".

Yelena non riusciva a contenere l'eccitazione. Prese in braccio Wanda e la sollevò da terra. Le risate scoppiarono intorno a loro. "Diventerò zia!" urlò Yelena mentre rimetteva a terra la strega.

"C-cosa?"

Alla nuova voce, le due si girarono di scatto. Una Natasha ormai sveglia le stava fissando dalla porta. "Nat..." provò Yelena, ma la sorella non le prestò attenzione. I suoi occhi guardavano solo la moglie.

"Sei incinta?" chiese la rossa con le lacrime che le salivano agli occhi. "Avremo un bambino" disse Wanda con un caldo sorriso. Nat non perse tempo e si diresse verso la moglie per stringerla in un bacio appassionato. "Avremo un bambino" ripeté Nat, incredula, con un sorriso che le attraversava il viso.

"DIVENTERÒ MAMMA!" gridò Nat stringendo forte la moglie. "E IO DIVENTERÒ ZIA".

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