5. Avviso indesiderato

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Kyle

<<No. No. Non ci credo. Cazzo, no.>>

Sbarra gli occhi mentre spia fuori dalla finestra.

Mi sembra quelle vecchie pettegole...

<<Cosa è successo, Ryan?>>

<<Pippi, è arrivata con il motorino insieme allo stronzo.>>

<<Cosa?>>

Ormai Ryan già è partito all'attacco.
Mi è così difficile crederlo che addirittura deciso di controllare con i miei occhi.

Quel razza di farabutto.
Come ha osato portarsi mia sorella con lui su una moto?
Come ha osato rivolgerle di nuovo parola?

Inizio a correre come una lepre, così da arrivare da loro il prima possibile.

<<Stronzo del cazzo, ancora non l'hai capito che devi lasciarla in pace?>> Ryan lo alza di qualche centimetro grazie al bavero della giacca.

<<E questo chi me lo impone? Tu?>> Lo stronzo si muove come un'aquila, mentre stringe le mani sui polsi di Ryan per costringerlo a lasciare la presa.

<<Ryan, smettila.>> Soldato urla così forte che probabilmente l'avrà sentito tutto il vicinato.

<<Certo, lo lascio subito.>>
Ma quest'ultimo, di canto suo, gli sferra un pugno dritto sul viso.

Bè, almeno l'ha lasciato. Guardiamo il lato positivo. E poi quel coglione se lo merita.

Ora è il mio turno.

<<Come hai osato portarti mia sorella su quell'affare? Eh?>> Sbraito, afferrandolo nuovamente con il bavero della giacca, costringendolo ad alzarsi dall'asfalto.

<<Ma che siete animali? Lascialo subito, Kyle!>>

Ovviamente a causa delle urla si affacciano due, tre vicini. Ma tranquilli, la situazione è sotto controllo.

<<Va' dentro!>> Le ordino.

<<Vacci tu dentro!>> Ribatte lei come suo solito.

Mi volto verso Ryan per dargli l'okay.
A noi non servono parole, basta uno sguardo per capirci in pieno.

Ryan infatti afferra Soldato per l'avambraccio trascinandola in casa.

<<Ryan! Lasciami, subito! Ryan!>>
Okay, ormai è impazzita.

Fortunatamente riesce a portarla dentro.

<<Prova anche solo a sfiorarla e sei morto.>> Lo avviso.

<<Non voglio e non le farò del male, Kyle.>>

<<Come mi hai chiamato? Io per te sono Morris, no Kyle.>> Sputo fuori irritato. <<Non ti devi neppure avvicinare a mia sorella. Né guardarla, né parlarle. Fa' conto che non esista.>>

Gli dò un pugno così forte che lo scaravento di nuovo ai miei piedi.

<<Ti ho avvisato!>> Dico, prima di rientrare in casa.

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