27. Non tutto è come sembra (parte 1).

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Lara

Stiamo in ospedale ad aspettare i risultati delle analisi da ben mezz'ora.

Non capisco perché mi abbiano fatto sdraiare su questo lettino, la verità è che Nicole urlava così tanto che ha fatto quasi spaventare persino i medici. Forse servirebbe più a lei una visita che a me, a causa di tutto questo stress.

Neppure un'ora fa ho iniziato ad avere le vertigini, non avevo più energie e poi ho visto tutto nero.

Per fortuna Ferdinando ha fatto dei corsi di pronto soccorso e mi ha fatto riprendere, ma la testa dura di mia sorella mi ha costretto comunque a venire in ospedale.

Nella fretta non abbiamo neppure avvisato Ryan, meglio così altrimenti sarebbero stati in due a riempirmi la testa di chiacchiere.

«Nicole, perché hai fatto venire pure a loro?» la rimprovero, visto che si è portata dietro anche Ferdinando e quel stronzo di Perez.

«Be', perché non avrei dovuto portarli? Non so cosa avrei fatto se non ci fossero stati loro, probabilmente sarei svenuta appresso a te.»

I diretti interessati sono pochi distanti da noi e non possono sentirci, ma entrambi hanno gli occhi puntuti su di me. C'è solo un vetro che ci separa.

«Nicole vai da loro, tanto il medico dovrà parlare con me» cerco di liquidarla, non perché non la voglia qui, ma semplicemente non voglio che ascolti cosa mi dirà il medico.

«No, resto qui con te. Non ti lascio sola » si imputa.

Neanche pochi secondi dopo arriva il medico.

Non ho bisogno di ascoltare le parole che dirà, posso già immaginare a cosa sia dovuto il mancamento che ho avuto.

«Signorina, l'assenza di cibo provoca alterazioni nell'espressione genica della corteccia cerebrale, andando a influire in particolare sull'orologio biologico. Quando non si mangia la mente si annebbia ed insorge uno stato globale di debilitazione, caratterizzato da diminuzione della forza muscolare e della capacità di concentrazione. Tutto ciò ha portato allo svenimento» spiega, facendo preoccupare ancora di più Nicole, lo noto dal suo sguardo.

«Signorina, lei già è sottopeso e in passato ha sofferto di anoressia, non può non mangiare» aggiunge poi il medico con un tono autoritario, quasi come un rimprovero.

Ma ormai neppure lo ascolto più, questo per me rappresenta un ulteriore sconfitta personale.

Anche in passato è iniziato tutto così, da semplici svenimenti...

Le voci che mi circondano sono ovattate, Nicole probabilmente starà discutendo con il medico su tutti gli accertamenti che dovrò fare e sono quasi sicura che lui la stia avvisando che deve costringermi a mangiare, perché altrimenti potrei ricadere di nuovo in quel loop infinito, dove la via d'uscita sembra non esserci.

Riesco a stento a trattenere le lacrime, le mani mi sudano per l'agitazione.

Quando mi rendo conto che il medico se ne sta andando mi alzo di scatto dal letto.

«Lara...»
«Ti prego Nicole, non dire niente» la interrompo prima che possa iniziare con la ramanzina.

Cazzo, lo so. È ovvio che lo so che devo mangiare. Ma il mio cervello mi porta a non farlo, al solo odore di cibo lo stomaco mi si chiude impedendomi di mandare giù persino una briciola di pane.

Mi dirigo verso la porta dove ci stanno aspettando i ragazzi.

«Finalmente ragazze, ci stavamo preoccupando» esordisce Ferdy.

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