10. L'amore è nell'aria (parte 2)

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Melania

Ormai la mezzanotte è passata da un bel po'.

Mia madre e la signora Sophia ci hanno dato i loro regali, poi abbiamo mangiato il panettone e solo dopo aver sparecchiato siamo andati a letto.

Non riesco proprio a dormire. E pensare che neppure il pomeriggio sono così sveglia.

Tutto d'un tratto sento il cellulare vibrare. Ryan mi sta chiamando.

<<Ryan, che c'è?>> Mi affretto a rispondere.

Per fortuna che mi ha chiamato.

<<Pippi, dormivi?>> Si informa.

Magari...

<<No, non ci riesco>> ammetto sbuffando.

Proprio in quel momento sento dei strani rumori provenire dalla mia finestra.

Non sono una fifona, ma queste cose mi mettono un po' di ansia.

<<Ryan, ho il timore che qualche ladro stia entrando in casa, sento dei rumori strani. Ti prego vieni da me>> lo supplico.

<<Pippi, sono io il ladro, tranquilla>>mi informa, per poi ridere.

Che stupido! Se mi fosse venuto un  infarto la colpa sarebbe stata sua.

<<E se mi fossi sentita male?>> Uso un tono quasi offeso.

<<Fai sentire male tu le persone piuttosto...>> Ribatte, prendendomi in giro.

Subito dopo appare da dietro i vetri della finestra.

<<Che fai? Mi apri o no?>>

<<Non mi sfidare che ti dò una spinta e ti faccio cadere di sotto. Ti faccio finire al camposanto!>> Lo minaccio, mentre nel frattempo lui si trattiene dal non ridere troppo forte, così da non svegliare gli altri.

Mi alzo dal letto e raggiungo la finestra.

<<Ryan, come hai fatto a salire?>> Domando sconcertata, mentre porgo la testa in avanti per costatare l'altezza.

La mia camera si trova al primo piano, ma è comunque piuttosto alto.

<<Con i piedi e con le mani>> scherza, ricevendo un leggero schiaffo sul braccio.

<<Ti piace proprio picchiarmi, eh?>> Le sue iridi sono proiettate su di me.

<<Non immagini neppure quanto>> confesso.

<<Andiamo sul tetto?>> Propone dal nulla.

<<Ma io non ci so salire...>>

<<E io che ci sto a fare qui?>> Mi porge la mano, invitandomi a seguirlo.

Come faccio a dirgli di no? È impossibile.

Stringo forte la mano alla sua, poi lo raggiungo sulla finestra e anche se con difficoltà riusciamo ad arrivare sul tetto.

C'è anche un coperta.

Non ci credo! Voleva farmi una sorpresa. Ora muoio.

Si accomoda, lasciandomi metà coperta.

<<Dai, siediti>> dice.

Ha un sorriso stampato sul volto che mi provoca migliaia di emozioni per tutto il corpo. Emozioni che mi inducono a sorridere come una cretina.

In fondo le emozioni sono un qualcosa di così paradossale. Non hanno niente di logico, niente che si avvicini alla razionalità.

Si sa, cuore e cervello non sono mai andati d'accordo, eppure Ryan è riuscito a impadronirsi di ogni parte di me.

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