Capitolo 10

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Sebbene continuassi ad odiare il suo lato attezzoso e in continua competizione con gli altri, quel ragazzo mi teneva viva.

Subito dopo la rottura con Dean e con Beth, mi si crollò il mondo addosso.

Non potevo di certo credere che la mia migliore amica si scopasse il mio fidanzato in mia assenza.

Passai giorni infernali, non riuscivo a restare in piedi e pure Jenna, lo notava.

Lei, era così carina con me, era una ventata di aria fresca quella ragazza.

Cercò di farmi ragionare e comprendere l'accaduto, e dopo aver metabolizzato la cosa, decisi di fottermene e vivermi la vita.

D'altronde, Dean, mandò a fanculo i 9 mesi di relazione e lo stesso fece Beth, con il nostro legame di amicizia durato ben 7 anni.

Come hanno potuto fare una cosa simile?

A me?

Alla ragazza che dicevano di amare e ogni giorno cercavano di farla sentire importante?

Improvvisamente qualcuno, mi riportò subito alla realtà.

*

"Lentiggini, che ti succede?"

Una voce, la stessa che riconoscerei in mezzo a tante, decise di interrompere i miei pensieri.

Quella di Nicholas.

Mi dimenticai alla svelta il fatto che fossimo da soli, in una libreria e che io, seduta su un tavolinetto, mi stessi baciando con il mio fratellastro, senza freni.

"Va tutto bene."

Decisi di mentirgli e si irritò per questo.

"Cazzo, ma davvero? Ancora quel Dean?"

Mi lesse nel pensiero, aveva questa capacità che ogni volta, mi lasciava di stucco.

"Ti prego, non fraintendere."

Lo supplicai come una bambina di 5 anni.

Non era da me farlo.

Soprattutto con i ragazzi.

"Da quando sono entrata nella tua vita, non faccio altro che metterti nei casini. Ti hanno fottuto la cosa più cara che avevi e questo, solo per causa mia."

Decisi di vomitargli addosso tutta la merda che feci precedentemente nei suoi confronti.

"Noah, non c'entra un cazzo.
Il fatto che tu abbia litigato con quel coglione, non significa adesso che tu debba rimpiangere tutto."

Trovai nelle sua parole, conforto.

Solo lui, era in grado di farmi sentire così, protetta.

Decisi di sorridere.

All'improvviso decisi di accerchiare la sua vita con le mie gambe e baciarlo.

Avevo bisogno di lui in quel momento.

"Tu hai decisamente cambiato e messo sottosopra il mio mondo.
Ma non in peggio, lentiggini."

Dichiarò nel mentre mi sorrideva guardandomi negli occhi.

"Non me ne fotte un cazzo dell'auto, voglio che tu stia bene.

Se qualcuno ti facesse qualcosa, probabilmente morirei."

A questa frase, sorrisi e scesi dal piccolo tavolo che mi teneva seduta.

"Troppo poetico, non va bene."

È colpa miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora