Noah
Malgrado il nodo che presto sentì farsi sempre più possente nella mia gola, decisi di accendere la mia auto e proseguire verso l'aeroporto.Mi lasciai alle spalle quella scena orrenda.
Cominciavo ad avere paura.
Paura di essere nuovamente vittima di qualcosa più grande di me.
Forse non sarei questa volta riuscita a sopportarne il dolore.
Non volevo nuovamente subire, subire tante di quelle cose brutte che forse non avrei nuovamente superato.
La cosa che mi rendeva nervosa era il fatto che non riuscì a scostarmi da lui, dalla sua presa.
Era sempre più forte, più possente.
Dentro di me, era come se una parte del mio passato fosse di nuovo riemersa.
Le ferite e le cicatrici che mi portavo dietro e che emergevano sul mio passato, si riaprirono.
E la me piccola che subiva tante ingiustizie, tornò ad urlare.
Era come se una parte del mio passato si fosse collegata al presente, a quello che stavo vivendo.
E questa cosa, mi fece davvero male, molto male.
Mentre portavo le mani sul volante, non riuscì a controllarmi.
Scoppiai a piangere e mi chiesi per una centinaia di volte che problemi avessi.
Perché non potevo vivere la mia vita in modo regolare, come tutti?
Perché non potevo amare?
Amare incondizionatamente una persona, al punto da annullarti, pensare solo ad essa e farla sentire amata, e giusta per tutto.
Ma quella che voleva sentirsi giusta verso le aspettative, ero io.
Volevo sentirmi all'altezza, non sbagliata e soprattutto protetta.
Ero così, solo con Nicholas.
Arrivai finalmente a destinazione e parcheggiai.
Scesi dall'auto e proseguì per un breve tratto a piedi.
Solo dopo essere entrata, vidi in lontananza mia madre e William.
Mi vennero incontro, e pregai davvero che nessuno dei due mi chiedesse spiegazioni riguardo le mie ferite in viso.
"Amore, finalmente!"
Esclamò mia madre sorridendomi e abbracciandomi, per poco non mi rompeva una costola.
Appena si staccò dall'abbraccio, il suo viso cambiò immediatamente espressione.
"Noah, ma che hai fatto?!"
Chiese mia madre
Colsi sul suo viso un pizzico di preoccupazione che presto lasciò spazio ad un respiro profondo.
"Oh, nulla di che, sono caduta. Sono caduta dalle scale. Erano bagnate."
Mentì, d'altronde non era questo che sapevo fare?
Mentire di continuo alle persone che amo, alle persone che cercano di difendermi.
Finalmente dopo qualche secondo di silenzio, prese parola William
"Sicura che sia tutto apposto? C'entra Nicholas?"
Mi chiese il compagno di mia madre, che anche lui, si mostrò preoccupato.
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È colpa mia
Storie d'amoreNon si tratta di cercare ciò che voglio. Quello che voglio veramente l'ho già trovato, che non lo posso avere è un'altra cosa.