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Dopo due anni, andai a riprendere il mio computer al centro assistenza in un piccolo paesino sperduto. L'unico centro assistenza esistente.
Entrata vidi un ragazzo con dei capelli mossi lunghi fino al collo, il figlio della signora Maria, pensai.
Maria era la proprietaria del negozio, una signora molto gentile, bassina dai capelli corti biondi. Forse il ragazzo aveva preso dal padre.

-Buongiorno, desidera?

Il giovane aveva una voce molto calda e attraente.

-Salve. Sono venuta per ritirare il mio computer.

I suoi occhi verdi sembravano una distesa di prato. In occhi di quelli ti ci perdi. Come quelli di Mark.

-Hai lo scontrino? - Chiese con getilezza. Era passato dal lei al tu con totale indifferenza. Questo mi sollevava perchè parlare con uno della mia etá dandogli del lei mi imbarazzava, non mi veniva naturale.
Mostrai lo scontrino al ragazzo e lui andò a prendere il computer.
Tornò dopo due minuti.

-Abbiamo sostituito l'hard disk ma tutti i files si trovano all'interno, aumentano la ram, batteria sostituita e aggiornato il sistema operativo. In tutto fanno 300€.

-Si, ma tua madre mi aveva detto che mi avrebbe fatto un piccolo sconto e che avrebbe sceso il prezzo di 250€. Infatti nel portafogli ho solo quelli.

L'idea di aver detto qualcosa di sbagliato invase la mia mente, perchè il ragazzo mi guardò in malo modo.

-Mi dispiace ma io non sono mia zia. 300€.

Quindi non era sua madre.

-Beh ma tua zia e la titolare e se la titolare mi dice un prezzo vuol dire che le sta bene.

-Vuoi il tuo computer oppure no?

In quel momento la signora Maria entrò in negozio.

-Cosa succede qui?-chiese.

-Salve signora Maria-dissi-dicevo a suo nipote che ero rimasta con lei ad un prezzo, ma non vuole accettarlo.

-Stefano é tutto apposto, ho detto io alla ragazza di pagare meno.

Che bel nome...

-Certo che questo negozio va male.

Stefano si girò furioso ed andò via. Maria aveva un'espressione malinconica ed io mi sentivo la causa di questa discussione. Chissà cosa aveva voluto dire Stefano con quella frase

-Signora Maria posso portare il resto domani, non voglio causarle problemi.

-No, nessun problema tesoro. Stefano è un po duro, ma non é un cattivo ragazzo, anzi. Ha un grande cuore e si preoccupa troppo.

-Capisco...

Diedi i soldi alla signora, poi uscii fuori liberando la bici dalla catena. Stefano era appoggiato ad un furgone e leggeva un libro. Non volevo farmi vedere, chissà cosa mi avrebbe detto. Salii in bici e caddi subito a terra. Qualcuno aveva bucato la gomma di una ruota, sgonfiandola. Ero certa che, per vendetta, fosse stato Stefano a fare ciò, quindi andai verso di lui iniziando a gridare.

-Potevo benissimo darteli i 50€! Ma non c'era bisogno che mi bucavi una ruota. Come torno a casa ora?

-Non sono stato io.

La sua freddezza mi urtava.
Tornai verso la bici e vidi che effettivamente non era stato lui. Un topo aveva rosicchiato la gomma.
Tra un'ora dovevo essere a casa, altrimenti i miei genitori mi avrebbero fatti problemi. Ma come avrei fatto?

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