XXIII

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-Stella sei pronta? - mia mamma entrò in camera pensando che stessi ancora sdraiata, ma dovette ricredersi.

-Come sto?

-Sei bellissima.

Indossai un abito nero con scollo simile a quello bianco di Marilyn Monroe, solo meno scollato, scarpe col tacco nero, bracciali e collana. Raccolsi i capelli in uno chignon e misi le scarpe col tacco, semplici e nere. Per quanto riguarda il make-up misi solo lucidalabbra rosso, ma non troppo forte, eye liner, mascara e un po di fard.
Dopo aver chiuso la porta salimmo in macchina per raggiungere la chiesa. Non ero molto nervosa al pensiero di vedere Mark, anche perché qualsiasi cosa fosse successa dopo avrei avuto Stefano con me.
Non appena arrivammo mia madre fu accolta dall'abbraccio di Sara. Sembravamo io e Nata quelle rare volte che ci vedavamo quando lei lasciava l'Inghilterra per vedermi, o viceversa. Mark seguì sua madre e dopo aver salutato i miei genitori si avvicinò a me stampandomi un bacio sulla guancia.

-Sei bellissima - disse.

-Grazie - riuscii a dire solo queste parole. Era talmente bello che guardarlo faceva male. Non volevo innamorarmi di nuovo di lui, perchè sapevo che mi avrebbe solo illusa.
Prendemmo posto all'interno della chiesa ed aspettammo che Carla varcasse la porta.
Alla vista di lei restammo tutti a bocca aperta. Era talmente bella, come il fratello, la bellezza risiedeva in quella famiglia. Una bellezza così naturale e rara da trovare nel mondo. L'abito largo bianco la faceva apparire come una principessa, per non parlare dei suoi morbidi capelli biondi che le cadevano sulle spalle.
Dopo la messa, che si concluse col solenne "SI" e il bacio tra i due sposi, uscii dalla chiesa accompagnata da Mark per lanciare loro il riso. Poi ci posizionammo per le foto e non appena il fotografo e i due sposi, accompagnati da buona parte degli invitati, andarono via, mi sedetti in una panca aspettando l'arrivo di Stefano.
Mark vedendomi sola si avvicinò e si sedette accanto a me.

-È vero che non vieni al ricevimento?

-Sally ha il saggio, non posso mancare.

-Mi avrebbe fatto piacere passare un giorno con te.

Perchè diceva queste parole? Voleva nuovamente illudermi per poi rigettarmi in basso, ma questa volta non potevo permetterglielo. Dovevo impedirglielo perché sapevo bene che una volta a terra, quella volta non sarei più riuscita ad alzarmi.

-Dovevi pensarci prima - il mio tono diventò aggressivo.

-Stella mi dispiace. Hai ragione ho sbagliato, ma...

Le sue parole furono interrotte dal suono del clacson del furgone di Stefano.

-Scusami, devo andare.

Salii sul furgone salutando il ragazzo dagli occhi verdi e lasciandomi alle spalle quello con gli occhi azzurri.
Con la coda dell'occhio vidi Mark osservarci. Il suo viso esprimeva rabbia, ma non dovuta al fatto che io stessi insieme ad un ragazzo, ma perchè per la prima volta lo avevo respinto, perché mi allontanavo da lui lasciandolo solo. E questo il suo ego non poteva accettarlo.

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