XXVI

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In aereoporto c'erano una ventina di neo-soldati pronti a lasciare famiglie, amici e città per andare a salvare quella di altre persone.
Brjan per tutto il tempo teneva stretta tra le sue braccia Sally, cercando di trasmetterle tutta la sicurezza possibile per affrontare i due anni in cui non si sarebbero visti. Oltre a noi del gruppo, i miei genitori e quelli di Brjan, in aereopprto vi erano anche Mark insieme alla sua famiglia ed altri amici di Brjan. Stefano mi stava accanto cercando di tranquillizzarmi. Ormai mi conosceva, sapeva che odiavo piangere ma sapeva anche che, in momenti del genere, ne avrei tanto avuto voglia. Mark stava distante con le lacrime agli occhi, non riusciva a non far trasparire i suoi sentimenti, i suoi amici erano tutto per lui.

-Va da lui - disse Stefano accennando un sorriso. Aveva notato che guardavo Mark.

Mi avvicinai a Mark che si gettò su di me abbracciandomi.

-Andrà tutto bene - dissi.

"Si comunica che il volo per l'Africa sta per decollare. Invitiamo i passeggeri a salire a bordo".

L'ultimo abbraccio, gli ultimi saluti verso Brjan e l'ultimo bacio che poterono scambiarsi lui con Sally.
Brjan salì sull'aereo e partì.

....

Due anni dopo.

Poche cose cambiarono, ad esempio io e Mark ci avvicinammo molto. Stefano era sempre stato accanto a me, uscivamo spesso ed era riuscito ad incontrare i suoi genitori. Io, ovviamente, lo accompagnai per dargli sostegno. Purtroppo si rivelarono più crudeli di quanto non lo fossero per questo decise di eliminarli definitivamente dalla sua vita. Io iniziai a lavorare insieme a Stefano dall signora Maria così potevo mettere qualcosa da parte per l'università. Ammy e Andrea stavano ancora insieme e progettavano di partire insieme e andare a vivere a Londra, ma entrabi sapevano che non lo avrebbero mai fatto.

Finalmente andammo in aereoporto sperando che Brjan scendesse da quell'aereo e varcasse la porta dell'aereoporto. La guerra c'era stata e due ragazzi erano morti.
Passò un'ora. Sally era troppo ansiosa, per tranquillizzarla presi la sua mano e la tenni stretta a me. Ammy prese l'altra, andrea le mise una mano nella spalla, Stefano la abbracciò da dietro mentre Mark sra accanto a me.
Dopo mezz'ora Brjan varcò la porta. Lacrime di felicità caddero nei nostri volti, finalmente potevamo abbracciare il nostro amico. Sally corse e si buttò su di lui che la prese in braccio e la baciò. Noi la seguimmo e lo abbracciammo.
La felicità di quel momento non può descriversi a parole e non può ritrovarsi nelle cose materiali. Quella era la felicità vera, il nostro amico stava bene, finalmente era accanto a noi e niente e nessuno adesso poteva portarcelo via e poteva distruggere quel momento.
Uscimmo dall'aereoporto, Stefano camminava accanto a me, ma ad un tratto Mark mi chiese di parlare in privato.

-Stella. Voglio ringraziarti per tutto quello che fai e che hai sempre fatto. Ma non riesco a dormire pensando che ti ho fatta soffrire, non ci riesco. Perchè mi rendo conto di essere stato un idiota, mi rendo conto che tu sei la cosa più bella che mi sia capitata ed io sono stato uno stupido a farti scappare.
Stella io ti amo. Ti ho sempre amata, solo che mi sono reso conto solo adesso ed io...non ho parole per farmi perdonare, se esistono parole.

Guardai Mark senza parole, poi mi girai e vidi Stefano guardarmi.

-Dammi solo un minuto.

Volevo parlare con Stefano. Mi interessava sapere il suo parere, chissà forse speravo che quella volta mi avrebbe stretta a se chiedendomi di non lasciarlo.
Stefano aveva sentito tutta la discussione, e sentendo le sue parole rimasi delusa. I miei pensieri come al solito erano sbagliati.

-Sai cosa penso - non mi guardò in faccia.

-Vuoi davvero che me ne vada? - girai il suo volto verso di me. Volevo mi guardasse, avrei capito se stesse dicendo la verità.

-Tu ami lui, ed io voglio la tua felicità.

Corsi via andando da Mark.
Le parole di Stefano mi avevano fatto troppo male. Ma era questo che volevo?
Tornai a casa insieme a Mark verso le otto e festeggiavamo il ritorno di Brjan. Stefano tornò da sua zia. Tutti erano felici ma il mio cuore, seppur fossi felice per il ritorno di Brjan, piangeva.
Uscii correndo da casa, presi la bici ed iniziai a mettere tutta la forza che avevo nelle gambe, in modo da adare veloce. Arrivai a casa di Maria, lasciai cadere la bici e corsi nel giardino. Non appena lo vidi iniziai ad urlare.

"Io sono felice con te! Non posso essere felice con nessun altro. Lui non c'era quando ne avevo bisogno, lui non mi é stato accanto. Lui non mi ama davvero ed io non lo amo più. Io amo te, voglio te, sei diventato parte di me ed io non voglio lasciarti'".

Stefano vedendomi e sentendo dire queste parole si sollevò da terra e si avvicinò lentamete a me. Le lacrime cadevano dai miei occhi, ma non mi importava. Poggiò le sue mani sui miei fianchi per poi portarne una nel mio viso per asciugarmi le lacrime. Si avvicinò lentamente sorridendomi ed iniziò a baciarmi. Tutto ciò di cui avevo davvero bisogno era li. Il mio vero ed unico amore. Stefano.

...

Seduti nel dondolo Stefano mi abbracciava e mi accarrazzava i capelli con una mano, e con l'altra teneva stretta la mia con la sua.

Mezza notte

-Ah proposito, tanti auguri principessa.

Il compleanno più bello dellaoa vita con la persona più importante della mia vita.


The End

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