XVI

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La casa della signora si trovava in una zona di piena campagna, con attorno molti pini. Era una piccola casa a due piani, molto confortevole e carina. Non appena entrai fui colpita dalle mille foto sparse per tutta la casa di Stefano e sua zia. Mi chiedevo però perchè in nessuna di queste foto apparissero i genitori di lui.
Nel mentre la signora cucinava noi andammo nel giardino nel retro della casa. Ci sedemmo nel prato ed iniziammo a parlare del più e del meno, volevo chiedergli dei suoi genitori ma non volevo sembrare impicciona, quindi rimasi in silenzio.

"A tavola!" - la signora Maria ci disse di sbrigarci a lavarci le mani e a sederci a tavola.

"Buon appetito!"

"Sai Stella-disse Maria indicando la pasta al pesto-questo è uno dei piatti preferiti di Stefano, da piccolo mi costringeva a cucinarlo sempre".

Da piccolo? Sempre? Forse intendeva dire ogni volta che veniva a casa sua.
Continuammo a parlare e la signora continuava a rammendare episodi dell'infanzia di Stefano. Mi chiedo quante volte fosse stato da lei, erano troppi quei ricordi. Stefano, guardandomi, aveva capito che stessi iniziando a pensare qualcosa, per questo non appena finimmo di mangiare mi portò in una camera.

-Questa è la mia camera - disse.

-Vivi con tua zia?

Fece cenno di si e mi fece accomodare sul letto.

-Voglio fidarmi di te.

-Ti dimostrerò che puoi farlo.

-I miei genitori mi hanno abbandonato all'età di due anni. Per loro ero un peso. Due persone schifose e Dio solo sa come punirli per avermi fatto soffrire così tanto. Mi hanno lasciato da mia zia, lei infatti non parla più con loro, troppo incazzata, troppo schifata. Mia zia mi ha sempre cresciuto non facendomi mancare nulla, e seppur a volte non aveva soldi riusciva comunque a trovarli per farmi mangiare. Io dalla mia parte la aiutavo non chiedendo nulla, non volevo essere un peso per lei ed avevo paura che un giorno mi avrebbe abbandonato. Sento sempre un senso di vuoto ma Maria riesce a colmarlo in parte. Ecco perchè l'altra volta al negozio mi sono comportato in quella maniera, perché non ha abbastanza denaro e se continua così dovremmo anche chiudere il negozio..."

Dagli occhi di Stefano scese una lacrima. Adesso sapevo tutta la verità. Adesso sapevo come sdebitatmi, ma non perchè dovevo, ma perchè volevo. Volevo aiutarlo, volevo farlo sorridere. Mi avvicinai verso lui e lo abbracciai.

-Tu non sei solo, da oggi in poi io sono qui con te.- sussurrai stringendolo a me.

....

Verso le sette di sera Stefano mi accompagnò a casa e, non appena aprii la porta, trovai un cartellone con scritto: "Bentornata", sorretto da Ammy e Sally.
Le mie migliori amiche finalmente erano di nuovo tra le mie braccia.

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