XII

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"Ehi, sono Stella. Come stai?
Volevo solo farti sapere il mio numero. Ci sentiamo".

Stefano non mi aveva fatto una buona impressione. Ma non sembrava un cattivo ragazzo e i suoi occhi mi attiravano molto. Volevo conoscerlo fino in fondo, volevo capire chi fosse, volevo capire il perchè avesse detto quella frase. In somma.. volevo capire molte cose. Ero incuriosita da questo ragazzo che due giorni fa era entrato a far parte della mia vita.
Mark non si faceva sentire da giorni ma non mi importa più di tanto. Se a lui non importava di me, a me perchè doveva importare di lui? Perchè ne ero innamorata?. L'amore è solo un sentimento passeggero. Va e viene. Può fare del bene e del male allo stesso tempo in base alla persona a cui si riferisce. L'amore, pensavo, era quello che provavo io per lui. Ma dopo aver sofferto per quattro anni mi resi conto che l'amore é quando una persona ti ricambia. L'amore é il buongiorno alla mattina e il buonanotte la sera. L'amore sono gli abbracci e gli sguardi nascosti. L'amore era il contrario di me e Mark.

....

Stefano rispose al mio messaggio dopo due ore. In questo si scusava di non aver risposto subito poiché lavorava e diceva di stare bene.
Non pensavo si sarebbe scusato, pensavo che Stefano fosse un ragazzo del genere: "non mi interessa cosa pensi".
Non lo conoscevo, ma la voglia di conoscere ogni piccolo aspetto di lui era tanta.

"Sta tranquillo."
-
"Come va col pc?"
-
"Bene. Più tardi penso di passare, devo comprare alcune cose."
-
"Ti aspetto."

Se Stefano mi stava aspettando dovevo sbrigarmi. Non volevo pensasse qualcosa di sbagliato.
Indossai i miei jeans preferiti neri, camicia mezza manica a quadri rossa e nera, quel giorno c'era vento, infine le converse nere.

-"Mamma esco!"

Presi la bici ed iniziai ad incamminarmi. Ero quasi arrivata quando una macchina mi tamponò dietro facendomi cadere a terra e facendomi sbattere la testa.
L'individuo non si degnò di scendere per vedere come stessi ed io rimani a terra per qualche minuto. Sollevai il braccio e presi il cellulare. Non potevo chiamare i miei genitori, non volevo saltassero ilavoro per venirmi a prendere. Non potevo chiamare Ammy o Sally perchè le avrei fatte preoccupare inutilmente, per non parlare di Mark. Su di lui, non potevo contare.
Restava solo una persona. Stefano.
Digitai il suo numero sperando con tutta me stessa che rispondesse al più presto. Così fu.
Riuscii a dire poche parole per far capire dove fossi. Avevo paura. Non potevo alzarmi, la caviglia faceva troppo male, forse era rotta. La testa girava ed io avevo paura che Stefano non avesse capito cosa fosse successo.
Ma per mia fortuna, arrivò dopo solo cinque minuti a bordo del suo furgone.

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