L'appuntamento

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Eravamo in macchina, stava guidando chase, probabilmente perché al ritorno avrei dovuto guidare io.
<oh ragazzi, non credo di avervi detto che c'è un più uno stasera> disse in tono ironica Clotilde.
Chase rispose
<in che senso un più uno?>
<una specie di appuntamento, ma non penso sia un problema>
Feci il sorriso più falso che potessi mai creare sul mio volto.
<figurati.> tanto l'abbiamo già fatto un appuntamento a quattro.
<Bhe quindi alla fine vedo che ti a chase vi siete ritrovati. Me lo sentivo. Una storia d'amore come la vostra non poteva finire con un biglietto sul banco>

in un qualche modo ci ho sempre pensato. Forse era chase quello giusto. Quello che sarebbe dovuto essere fin dal principio.
Mi girai per guardarlo. Le vene del braccio si ingrossavano ogni volta che cambiava marcia.
Un viso gentile. Quella sera notai quanto fosse bello anche lui.

<già probabilmente avevi ragione, eravamo destinati a stare insieme> dissi per poi girarmi e sorridere a chase. Mi guardava sempre con gli occhi pieni. Non so di cosa. Ma so che erano pieni.
<il Ristorante é qui.>
chase accosto la macchina al marciapiede ed una volta scesi ci dirigemmo verso l'entrata.
Lì lo vidi.
Cosa cazzo ci faceva lui qua.

NHOA:
ma che cazzo.
Dissi la prima cosa che mi venne in mente, ovvero un saluto.
<buonasera>
Veronica mi rispose immediatamente.
<buonasera, si può sapere cosa ci fa il mio capo qui a quest'ora>
Sentii quella che poteva tranquillamente essere un'oca iniziare a starnazzare. E quando mi girai vidi Clotilde guardare chase, per poi girarsi verso di me. Dio che schifo. Ma tra tutte le cristo di ragazze a New York devo ripescare proprio questa.
<oddio, sei tu nhoa. Non avevo collegato scusate ragazzi. È qui per me>
Chase non tolse un attimo gli occhi di dosso da me e Clotilde. Probabilmente si metteva sulla difensiva per Veronica.
<bene, allora è meglio se io e Veronica torniamo a casa > riprese chase.
<ma no ragazzi, un appuntamento come ai vecchi tempi!>
Che schifo. Tinder mi rovinerà la vita.
Veronica non aveva più aperto bocca, ma era visibilmente scocciata.

***
Ok. Ufficialmente la serata peggiore che potessi avere. L'unica cosa positiva è che avevo Veronica esattamente davanti a me. Era visibilmente molto stanca, era stata una giornata impegnativa, e terminarla così non era uno dei modi migliori .
<vado un attimo al bagno> disse l'oca che avevo di fianco. Fortunatamente quella sera quasi non mi cosideró.
<io vado a chiedere altre birre, ne volete?>
Entrami rispondemmo a chase di no. Così lui si avviò al bancone per due birre.
<giornata stressante al lavoro?> le sorrisi.
<non sai quanto, il mio capo è un vero rompipalle.>
<Mh, forse sono anche i dipendenti che rompono le palle > sorrise.
<forse>
Era assonnata e aveva bevuto un paio di bicchieri di vino. Il sesso migliore che un uomo possa chiedere è quello con una donna in questo stato. Abbastanza disinibita e stanca da essere rilassata.
Non riuscivo a togliermi dalla testa quell'immagine.
<hai una sigaretta?>
La domanda mi spiazzó
<si perché?>
Sorrise
<avrei voglia di una sigaretta, la fumi con me?>
O merda, Veronica che fuma sarebbe stato troppo anche per me.
<certo>
Tirai fuori il pacchetto e gliene diedi una.
<aspettami fuori, vado a pagare>
Era troppo stanca persino per attaccarsi al fatto che volessi pagare io. Si limitò ad annuire e a ringraziarmi.

VERONICA:
Andai verso la porta di uscita del locale ma appena arrivata sulla soglia mi accorsi che non avevo l'accendino. All'ingresso il locale era silenzioso e sentii perfettamente due parlare. Non curante tornai da nhoa a chiedergli l'accendino ed una volta tornata all'ingresso non sentii nessuna voce. Ma appena uscii lo vidi.
Mi cedevano le ginocchia.
Il fiato non arrivava bene ai polmoni.
Mi cadde l'accendino a terra ed in quel momento attirai la sua attenzione.
Chase si giro di scatto, aveva la bocca ricoperta dal rossetto di Clotilde. Le mani ancora sul suo seno.
Mi venne da vomitare.
Sapeva che poteva essere scoperto. Lui lo sapeva. Non ha neanche provato a nasconderlo.
Rientrai con le lacrime in bilico sugli occhi e andai a sbattere contro il petto di nhoa.
<che succede Veronica?> era preoccupato
<Veronica dimmi cosa è successo ? Ti hanno toccata? PARLA!>
Le lacrime iniziarono a sgorgare.
<chase e-e Clotilde... loro- insomma si loro>
<piccola, loro cosa?>
<si stavano.. penso che stiano insieme>

NHOA:
<dov'é?>
Iniziò a scuotere la testa
<Veronica. Dimmi dove cazzo é>
Vidi arrivare il primo tra i coglioni con ancora il rossetto di quella Troia addosso.
<cosa cazzo hai fatto?> urlai
<Veronica non è come sembra>
La cosa bella dei Miller. E che non servivano troppe parole per iniziare una rissa. Jack era servito anche a questo.
Lo presi per il colletto della camicia e lo trascinai fuori dal locale.
Il primo pugno scatto appena messo il primo piede fuori . Il secondo non appena poggiai anche l'altro piede. E il resto dei pugni (non so quanti ne abbi tirati) sono arrivati di conseguenza ai primi due.
<nhoa basta> urlò Veronica. Ho lottato davvero tanto con me stesso per smettere. Ma qualcuno qui aveva rispetto per le emozioni di Veronica. Così lo tirai su da terra e gli urlai.
<ora tu, grandissimo pezzo di merda. Prendi un bel taxi. E te ne torni affanculo da dove sei venuto. E dirai a tutti quelli che ti chiederanno perché sei ridotto così che sei un coglione. >
<HAI CAPITO?>
<si,si>
Guardo Veronica con lo sguardo da cane bastonato e si diresse verso il taxi in fondo alla strada.
<io posso rimanere con te stasera?>
Mi girai verso Clotilde. Non lo aveva detto sul serio.
<non passo la sera con una troia mi spiace. Segui il tuo amico>

Veronica urló a Clotilde.
<da quanto?>
Lei si giró e con aria superba rispose.
<potremmo quasi dire che l'amante sei tu>
Le lacrime continuavano a scendere sul viso di Veronica.
Andai ad abbracciarla memtre tutti e due si allontanavano.
Non potei fare a meno di immaginare come si deve essere sentita quando me ne sono andato . Quanto poteva essere stata male per colpa mia.
Abbassai lo sguardo e vidi quei bellissimi occhi castani coperti da uno strato di lacrime che li rendeva ancora più luminosi. Avrei tanto voluto baciarla. Non la baciavo da troppo. Era come cercare di tenere lontane due calamite opposte. Era impossibile.

VERONICA:

Fissavo nhoa negli occhi. Tutto quello che era successo mi stava rendendo incredibilmente pericolosa. Sopratutto per quel vino che avevo bevuto. Non riuscivo a spettare di guardare le sue labbra . Era davvero un richiamo quello che emanava da suo corpo. Penso di essere stata attratta da nhoa al liceo, ma con tutti i cambiamenti di questi anni lo ero 1000 volte di più. Le braccia muscolose mi tenevano attaccata al suo petto scolpito. Mi sembrava addirittura più alto . Non facevo altro che chiedermi se non fosse cambiato anche altro.
Presi una scelta di impulso sbagliata o giusta che fosse. Mi allungai verso di lui e gli presi il viso tra le mani per poi poggiare le mie labbra sulle sue.
Mi erano mancate

Nhoa:
Merda.
Stava succedendo davvero?
Non era un sogno?
Io mio cazzo era sicuro non lo fosse.
Era già sull'attento da un po' ma questo l'aveva decisamente svegliato.
La presi anche io dalle guance e iniziai a baciarla.
Più profondamente, volevo sentire il suo sapore. Ogni tanto emetteva qualche gemito che non faceva altro che peggiorare la mia erezione.
<nhoa. Andiamo in macchina>
Senza pensarci la portai in macchina.
La aprii senza staccarmi da Veronica. Ci sedemmo dietro e senza smettere di baciarmi lei iniziò a toccarmi.
<piccola che fai?>
<shh. Zitto>
De quella sera dovevamo fare qualcosa, ero sicuramente io quello che doveva farla venire.
<non sto zitto roni. Tu stai zitta>
La girai sotto di me senza smettere di baciarla.
Sorrise.
<te la senti? >
Le sussurrai. Fede di si con la testa.
Non volevo scoparla. Non volevo che la nostra seconda prima volta fosse in un parcheggio dopo che lo stronzo le aveva spezzato il cuore. Ma volevo sicuramente farla venire.
Feci scendere la mano fini ad arrivare nella mia parte preferita . Inizia ad accarezzarla lentamente fino a che i gemiti non si fecero più forti.
<coraggio Veronica, pensami, mentre ti scopo, mentre ti do piacere. Non sai quante volte sono venuto pensando a te che urli il mio nome.>
I gemiti si fecero sempre più forti.
Le infilai due dita dentro, continuando a massaggiare anche all'esterno.
<so che non è come il mio cazzo piccola, ma dimmi che ti piace>
La guardai ansimare ancora, e ancora e ancora.
<dillo piccola, dimmi quanto ti mancava >
Pronuncio le sue prime parole. Le più belle che potesse dire.
<nhoa, sto-sto per venire> cercai di mantenere la stessa intensità fino a che non avvertii una vibrazione dal suo ventre. Mi prese il polso con due mani per fermarmi ma continuai a muovermi dentro di lei. <vieni piccola, vieni per me>
Seguì un urletto breve ma squillante. Sapevo già che quella sarebbe stata la mia tortura per il resto della notte.

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A-IU-TO
ahahahgaga
Spero vi sia piaciuto il capitolo. A me è piaciuto molto scriverlo. 😉😉😉 fatemi sapere opinioni e pareri su come si sta sviluppando... chissà come andrà il viaggio 🤷🏻‍♀️🤷🏻‍♀️

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