KELSEY
<<... cin', sei, sette e otto! No, avete sbagliato di nuovo!>>
Le grida di Mya echeggiano per il campo all'aperto della Behnkler e mi fanno salire il sangue al cervello.
È la centesima volta che interrompe le prove. Alla centesima e uno le stacco la testa dal collo.
Passare il sabato pomeriggio alla Behnkler High School per provare la coreografia della capitana non era di certo nei miei piani.
In Australia ero io a comando delle cheerleader, ma non ero così esigente e permettevo alle ragazze della mia squadra di prendersi un secondo di respiro o almeno un sorso d'acqua. Ma, a quanto pare, Mya non è dello stesso parere.
Tra una settimana esatta ci sarà la prima partita dell'anno e non vuole assolutamente finire in secondo piano rispetto all'altra scuola.
Che perfettina...
La musica si spegne lasciando spazio solamente alle voci dei giocatori di football, che corrono lungo il campo all'aperto iniziando solo adesso il loro allenamento.
<<Ora posizionatevi per la piramide. Kelsey, tu in cima.>>
Mi è bastata una semplice domanda per convincerla a nominarmi come sua sostituta e lei ha acconsentito senza mezzi termini.
Ovviamente.
È opprimente e fastidioso essere additata come la figlia dei Myers ovunque vada e spesso il mio unico desiderio è non essere parte della mia famiglia.
So che siamo investigatori e lo siamo da generazioni.
So anche che non ci è permesso dirlo; a quanto pare, funziona così quando si lavora a stretto contatto con le forze segrete dell'ordine.
Tento spesso di integrarmi nelle investigazioni e dare una mano a papà, Oliver ed Aleck, ma loro non hanno alcuna di intenzione di mettermi in mezzo e questo mi urta.
Sono molto atletica, potrei seguire i criminali e metterli a terra in meno di un secondo.
La mamma si occupa di ricerche e hackeraggio, data la sua laurea in informatica, e dicono che un giorno seguirò le sue orme.
Le sue, non quelle di papà.
E solo perché sono una donna e quindi non posso assolutamente esercitarmi a combattere con i miei fratelli maggiori.
Benvenuti nel patriarcato dei Myers.
Faccio come detto dalla capitana, nonostante la voglia di soffiarle il posto e mettere un po' di ordine, e aspetto che le altre ragazze si mettano in posizione: devo fare appiglio a Richelle e Candace per non perdere l'equilibrio.
Proprio loro, le due che parono essere un incrocio tra un'oca e un orinatoio.
Prendo ad arrampicarmi e, ormai in cima, le mie mani si posano sulle spalle delle due castane e le ginocchia mi cadono sulle rispettive schiene.
Ma quando mollo la presa per protendere le braccia verso l'alto nella posa finale, perdo l'equilibrio cadendo all'indietro.
Un sussulto generale incombe tra le ragazze, la piramide si sfascia man mano mentre strizzo gli occhi preparandomi all'impatto con il suolo.
Ma poi.. non sento niente.
Non percepisco il dolore e neanche l'erba sintetica e fredda a contatto con la mia pelle nuda. Solo due braccia muscolose che mi stringono con forza e decisione.
STAI LEGGENDO
Ocean Inside Me
Teen Fiction"𝑀𝑖 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑣𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑠𝑖 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎 𝑖𝑙 𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑑𝑢𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑒𝑠𝑡𝑎: 𝑑𝑎 𝑙𝑜𝑛𝑡𝑎𝑛𝑜, 𝑖𝑛 𝑠𝑖𝑙𝑒𝑛𝑧𝑖𝑜 𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝑟𝑖𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑜𝑛𝑑𝑒 𝑛𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑐𝑐ℎ𝑖" ; I Myers sono la famiglia p...