22 - So good at givin' me nothing

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CALITHEA

Nuova serata, nuovo evento.

Dopo l'ultima esperienza che ho vissuto ad un evento aziendale non posso far altro che sbuffare, mentre mi infilo il vestito verde petrolio appena comprato dalla mamma.

Neanche ho avuto l'opportunità di esprimere un mio parere al riguardo che subito mi ha costretta ad indossarlo...

Se non ho replicato con fare scontroso e diffidente, ormai solito quando si tratta della mia famiglia, è proprio per la mancata forza che ho nell'intraprendere un'ulteriore litigata con loro.

Dell'accordo che avevano con Sandy non ne abbiamo più parlato.

In realtà, non abbiamo più parlato e basta.

E a me va bene così.

Il vestito datomi dalla mamma è attillato e lungo, lascia scoperti i fianchi quel poco che basta per non inciampare nella volgarità.

La scollatura a V è molto profonda e mi sorprendo che a mia madre possa essere piaciuto un abito che lascia così tanta pelle in bella vista, ma non mi dispiace. Anzi, per una volta sembra aver avuto buon gusto e ringrazio Dio per questo.

Stavolta i capelli li lascio sciolti; non ho voglia di sprecare altro correttore per coprire il tatuaggio che ho dietro l'orecchio - fatto di nascosto qualche mese fa - e ricoprire di gel i capelli che fuoriescono dalla coda tirata.

Indossati i tacchi alti e finito il trucco, raggiungo i miei genitori e mio fratello con la consapevolezza dell'orrenda serata che mi sta aspettando.

Non ho alcuna voglia di andare all'evento, né tantomeno di fingere che tra me e la mia famiglia vada tutto a gonfie vele.

Ci ho provato ad uscirne fuori, ma neanche Vicky mi ha dato tanta scelta: "Sono pur sempre la tua famiglia e si tratta solamente di poche ore".

Saranno le poche ore più difficili della mia vita...

<<Sei davvero un incanto con questo vestito.>> sorride proprio lei, la domestica, quando raggiungo gli altri tre alla porta d'ingresso evitando il loro sguardo.

<<Grazie, Vicky.>>

Mi abbraccia e in quel piccolo gesto scorgo tutto l'amore che questa donna è in grado di donare.

<<Finirà presto.>> mi sussurra all'orecchio, per non farsi sentire dai suoi padroni.

<<Ci spero...>>

In auto c'è un silenzio tombale e straziante.

Solitamente durante questi tragitti scomodi, afferravo sempre il cellulare per scambiare qualche messaggio con Sandy.

Le descrivevo il vestito, la noia di quel momento, le risate che mi provocavano gli altri invitati che sembrano sempre provenire dall'aristocrazia più antica...

Mi mordo l'interno della guancia per dirmi di non pensarci più.

La meta di questa sera non è un attico con una vista sull'intera città di Boston, come la volta scorsa, ma un normale ristorante come tanti altri.

Ovviamente, neanche so perché siamo qui.

Vorrei non ammetterlo, ma sono molto nervosa al pensiero di poter rivedere Aleck e i suoi fratelli.

L'ultima volta che ho avuto a che fare con lui c'è stata quella sfilza di messaggi e stavo quasi per... No, non devo pensarci proprio adesso.

Dando un'occhiata intorno a me vedo i coniugi Colbert in un angolo della sala, intenti a conversare con un'altra coppia di età più avanzata.

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