19 - He left her lonely with a diamond mind

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KELSEY

Tento di leggere qualche pagina del libro in cui ultimamente mi sto rifugiando per sfuggire alla merda che mi circonda.

Solo che, talmente sono distratta, sono costretta a ripassare sulle stesse pagine più e più volte.

Trovo stranamente scomodità sul morbido divano del salotto, la mia testa è in subbuglio e non riesco a trovare un minimo di pace.

Penso e ripenso a Josh Harris e alle sue viscide mani su di me.

Non so cosa aspettarmi da una persona apparentemente così trasandata e raccapricciante, specie dopo quello che è successo.

E per un semplice motivo: sono andata in quel posto con lo scopo di non essere trovata da Aleck - o anche da Kyle -.

Indossavo vestiti poco appariscenti, molto più grandi della mia taglia e che non lasciavano scoperto nemmeno un lembo di pelle.

Sul mio capo posava un cappello per coprire i miei lunghi capelli neri. Ero struccata e con i residui dell'acne che avevo qualche tempo fa ben in vista.

Chiunque a vedermi avrebbe pensato che io fossi un uomo o qualcuno di tanto strambo da tenere alla larga, ma non lui.

Josh Harris si è avvicinato con passo deciso, era sicuro di quello che stava facendo e io l'ho percepito dal contatto che tentava di instaurare tra di noi.

Perché evitare le bellissime ragazze che c'erano quella sera e venire proprio da me, che neanche mostravo la mia femminilità?

Se Calithea mi ha riconosciuta è perché anche lei, come me, vive di nascosto e ha le giuste abilità per comprendere un travestimento "anti-fratello".

Ma Josh proprio non me lo spiego.

Però, non è l'unico nome a ronzare nella mia testa.

Ce n'è anche un altro, più innocuo e fastidioso.

Sandy McGowan.

Quella biondina inizia ad essere fin troppo irritante e le parole che mi dice sono sempre un colpo al cuore.

È piena di pregiudizi, cattiveria, arroganza. Mi viene voglia di spaccare la testa e farci un posacenere per mio fratello.

Qualcuno dovrebbe dirle che non è solo un pugno allo stomaco a fare male, ma anche quelle affermazioni dette con tanto disprezzo da portarmi a rifletterci su per giorni e giorni.

Cosa le ho fatto di così brutto?

Perché mi odia così tanto?

Che cazzo di problemi ha quella pazza?

La porta d'ingresso si apre e Oliver varca la soglia di casa fasciato da un completo elegante, come sempre.

Avrà appena finito di lavorare, credo.

Gli orari di lavoro della mia famiglia sono costantemente sballati e talvolta comprendono anche le primissime ore del mattino o le più tardive della notte.

Oliver e papà sono i più dediti al mondo degli affari legali e delle ricerche, la mamma lavora da casa con solo un computer, pronta a trovare qualsiasi informazione possibile e immaginabile su chiunque.

Ocean Inside MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora