34 - A drop in the ocean

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Eccomi tornata con un nuovo capitolo dopo tante ✨maledizioni✨ che mi sono state mandate per questa improvvisa partenza per Los Angeles.

Al di là di questo, uso questo piccolo angolo per potervi fare un disclaimer su questo capitolo:
presenza di scene a luci rosse e vietate ai minori🔴

Buona lettura🩵

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CALITHEA

In piedi su di un suolo fiorito, i miei occhi scrutano il cielo grigio.

Il vento leggero mi fa danzare i capelli intorno al viso pallido. Ho sempre tentato di essere forte, impenetrabile, resistente alle interpiere. Non mi pento di esserci riuscita, in parte.

Ma oggi un pesante blocco di piombo mi è caduto addosso.

Nonna Faye era malata.

Lo sapeva da tempo e non ha mai voluto dirmelo.

Per questo tossiva in continuazione.

Per questo beveva sempre tisane senza zucchero.

Per questo insisteva così tanto affinché potesse vedermi con un ragazzo accanto, innamorata e felice.

Sapeva che non sarebbe durata a lungo, che se ne sarebbe andata da un giorno all'altro e che le rimaneva ancora poco da vivere. E, prima di andarsene, sperava di realizzare questo piccolo sogno per me e di poterne gioire insieme.

Una parte di lei è scomparsa, portando con sé ricordi, storie e saggezza. Non so dove sia ora, se tra le stelle o in un luogo segreto dove i ricordi si intrecciano con l'eternità.

Non ho proprio idea di dove possa trovarla, e questo mi uccide.

Anche il cielo è di mal umore oggi.

Guardando le nuvole mi chiedo cosa significhi davvero morire.

Forse è come spegnere una candela, lasciando che il fumo funga da ricordo di quella luce che una volta brillava, o forse è come chiudere un libro, con tutte le storie e i segreti che non verranno mai più condivisi. Anzi, verranno lasciati su di uno scaffale a prendere polvere e ingiallirsi.

Non piango durante la funzione, non verso nemmeno una lacrima.

Nolan, accorgendosene, mi stringe la mano forzando un'espressione dura e resistente alle difficoltà della vita, mentre un sacerdote sosta davanti ad una tomba che vorrei scassinare.

La mamma non riesce a stare in piedi. È seduta e si affida a papà perché sia lui a sostenerla emotivamente in un lutto che, almeno lei, sapeva sarebbe arrivato presto.

Erano tutti pronti, solo io ne ero ignara.

Alla fine, mi hai mentito anche tu.

Al termine del funerale mi ritrovo a fingere sorrisi dinanzi a chi mi dà le condoglianze e mi dice che sono forte.

Come se mi conoscessero...

Alcuni tentano di distrarmi; si complimentano di come sia cresciuta in questi dieci anni distanti da Los Angeles, mi chiedono cosa ho intenzione di studiare al college e quali siano i miei progetti per il futuro.

Ma non serve a niente, anzi.

Più mi pongono queste domande, più realizzo che, un giorno, lei non sarà presente al mio diploma, né alla mia laurea. Non mi vedrà più crescere.

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