CALITHEA
Sono fuori.
Questo è il messaggio che mi manda Kelsey non appena mi chiudo in camera, reduce dall'aver concluso una cena a base di silenzio condito con nervosismo e agonia.
Ancora fatico a sedermi allo stesso tavolo con persone che mi hanno mentito per la millesima volta in soli diciassette anni di vita.
Ci ho provato a convincere Vicky a portarmi il piatto nella mia stanza, permettendomi di mangiare nel mio piccolo mondo e con un bel film in sottofondo, ma non ne ha voluto sapere niente: "Tua madre sapeva che me lo avresti chiesto e me lo ha vietato".
O
vviamente...
Ma, se sono costretta a sedere al loro fianco, di certo non possono costringermi a conversare come niente fosse successo.
Durante la cena non ho aperto bocca.
Sono rimasta tutto il tempo con il capo chino sul cellulare a scrivere con Kelsey per concordarci sull'orario, l'outfit poco riconoscibile e il mezzo da usare per arrivare al Hole.
Ancora non ci credo che le ho dato il mio numero di telefono così, senza neanche pensarci su due volte.
Ed ora mi ritrovo ad uscire dalla finestra della mia stanza come Aleck ha fatto solo due sere fa.
Molto probabilmente, questa sera ci sarà anche lui in quel posto.
Mi chiedo quale sia la categoria della settimana, penso con un'alzata di occhi al cielo notturno e nuvoloso di novembre.
Trovo Kelsey ad un isolato di distanza da casa mia, vestita completamente di nero e con indosso abiti oversize.
Il cappello che indossa sulla testa mi riporta alla mente quello di Aleck, tenuto ora in uno scompartimento del mio armadio con la speranza che nessuno lo trovi.
Ci avessi pensato prima, glielo avrei restituito la volta scorsa che è stato in camera mia.
Parcheggiata sul bordo del marciapiede c'è una Jeep nera, le cui chiavi pendono dalla presa ferrea della mora.
<<Andiamo?>>
Caccio fuori un grande respiro preparatorio all'ennesima stupidaggine che sto per fare, poi annuisco.
<<Andiamo.>>
In auto il tragitto si rivela essere molto imbarazzante, in un silenzio che mi provoca disagio e mi spinge a guardare fuori dal finestrino per tutto il tempo.
Mi soffermo sul rossetto scuro che Kelsey ha sulle labbra, i capelli nerissimi e la pelle bianca, gli occhi sempre rilassati, ma taglienti e scrutatori. Gli abiti che variano dal grigio al nero e le unghie lunghe dipinte di bordeaux.
In un istinto, osservo le mie che sono ricoperte da un sottile strato di gel semipermanente, in un monocolore tra i più semplici e noiosi.
Un classico color carne che richiama quello della mia pelle.
<<Allora... Come mai tutta questa voglia di andare al Hole? Oh, e non rifilarmi la scusa del "sono curiosa" perché non me la bevo.>> smorzo il silenzio.
<<Tu perché ci vai sempre?>>
<<Sempre è un parolone... Ci vado quando devo, per capire chi è Nolan.>>
<<Ed io per capire chi è Aleck. Non siamo poi così diverse, io e te.>>
<<Non credo, in realtà...>>
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Ocean Inside Me
Teen Fiction"𝑀𝑖 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑣𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑠𝑖 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎 𝑖𝑙 𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑑𝑢𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑒𝑠𝑡𝑎: 𝑑𝑎 𝑙𝑜𝑛𝑡𝑎𝑛𝑜, 𝑖𝑛 𝑠𝑖𝑙𝑒𝑛𝑧𝑖𝑜 𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝑟𝑖𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑜𝑛𝑑𝑒 𝑛𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑐𝑐ℎ𝑖" ; I Myers sono la famiglia p...