33 - I hate the way you say my name

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ALECK

Andarmene da casa Cooper è confortante.

Uscire dalla camera della Principessina della famiglia, dopo aver passato la notte con lei all'insaputa dei suoi genitori e di suo fratello, invece, è soddisfacente.
Lo ammetto.

Eppure, lasciarmi alle spalle una Sirenetta dai capelli rosso fuoco che lamenta nel sonno la mia lontananza, è a dir poco fastidioso.

In auto, diretto verso casa mia, non faccio altro che massaggiarmi le tempie e stringere i denti.

I due cugini sono tornati e il pensiero che possano azzardarsi ad alzarle anche solo un dito addosso quasi mi spinge a cambiare direzione e raggiungerli, unicamente per riempire il loro volto di sangue.

Non devono toccarla, sfiorarla, tantomeno pensarla.

Spetta a me farlo. Solo e soltanto a me.

Sono le sette di mattina quando arrivo a casa, dopo aver perso un quarto d'ora a pensare, giusto in tempo per vedere i miei adorabili fratelli fare colazione in sala da pranzo.

Mi puntano gli occhi addosso.

Effettivamente, sono rimasti entrambi fermi alla mia uscita di ieri sera, non trovandomi poi la mattina dopo.

Kelsey mi guarda. Solo adesso realizza che non ero in casa e ho dormito altrove. <<Dove sei stato?>>

<<Da una parte.>>

<<Con Calithea Cooper?>> interviene Oliver con freddezza, approfittando dell'assenza di mamma e papà.

<<Eh?>>

<<Vi state avvicinando molto, ho questa... percezione.>> trova la parola giusta in un miscuglio di saccenza e superiorità.

<<Le tue percezioni fanno schifo.>>

<<Allora, dove hai dormito ieri notte?>>

<<Kyle.>> invento.

<<Ma non è vero...>> replica Kelsey, fermandosi dal mangiare il suo schifosissimo porridge.

Neanche con tutta quella frutta sarei capace di assaggiare quella poltiglia disgustosa.

La sua prontezza mi incuriosisce alquanto e assottiglio gli occhi. <<E tu che ne sai che non ero con lui?>>

<<Oh, be'... Ti conosco, si capisce quando menti.>>

<<Anche tu.>> la freddo.

Si zittisce abbassando lo sguardo sulla sua colazione, riprendendo al mangiare con il fare di chi non ha altro da aggiungere. O confessare, dipende dai punti di vista.

Non me la racconti giusta, sorellina.

<<Aleck.>> mi volto verso Oliver. <<Dimmi che non sta succedendo niente con Calithea Elizabeth Cooper.>>

<<Non sta succedendo niente con Calithea Elizabeth Cooper.>>

Kelsey accenna ad una risata che fatica a trattenere, ma Oliver ha una reazione decisamente contrariata.

<<Vi ho visti vicini più volte alla cena del Ringraziamento, per non parlare di come Nolan ti abbia urlato contro di lasciarla perdere e tenere le mani apposto. Poi, guarda caso, sono due notti che non dormi qui.>>

Inficco un morso ad una mela presa dal cestino della frutta posto al centro della tavola e ammicco verso mio fratello maggiore. <<Sei bravo a riassumere.>>

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