Prologo

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Dieci era il numero perfetto. E per lui rappresentava anche un paracadute. La profondità del suo significato lo metteva infatti al riparo da eventuali battute dissacranti. Condizione, questa, per nulla sgradita. Perché il sarcasmo di Ilenia era ciò che temeva di più e, non potendo sapere come avrebbe accolto il suo dono, era d'obbligo provare a tutelarsi con l'ingegno. Così, qualora non avesse apprezzato il pensiero, non avrebbe comunque potuto fare a meno di riconoscere la nobiltà del suo gesto. Francesco era sicuro. Gli sarebbe bastata una semplice spiegazione per farle comprendere il proprio intendimento, garantendosi la sua approvazione.

Era la prima volta che le regalava dei fiori. Un piccolo mazzo di gigli. Bianchi, lucenti, fieri. Profumavano di onestà e purezza. Qualità che Francesco aveva sempre riscontrato e ammirato in lei. Ed erano le stesse che in parte adesso lo facevano tremare dall'emozione, poiché rendevano ogni sua reazione un'incognita. Come se fosse riuscita a conservare nell'animo l'ingenua e inappellabile sincerità dei bambini. Quella sincerità tagliente e disarmante.

Ilenia era imprevedibile. E nel suo essere imprevedibile, era pericolosa. Possedeva un'irriverente autenticità che era in grado di mettere a nudo chiunque le si trovasse di fronte. Era uno degli aspetti più attraenti della sua personalità. Ma pure uno di quelli a cui bisognava fare maggiore attenzione, per non rischiare di essere investiti e travolti dai suoi commenti lapidari e sfrontati. Francesco ne era consapevole. Conosceva la sua spietata schiettezza. Perciò, per quanto cercasse di convincere sé stesso della bontà della propria idea, era lui stesso il primo a nutrire dubbi sulla sua effettiva convenienza.

«Belli. E cosa ci faccio?» gli avrebbe chiesto, scoppiando a ridergli in faccia. «Avrei preferito una scatola di cioccolatini. Oppure qualche pasticcino. Ancora meglio.»

Sarebbe andata così, nella peggiore delle ipotesi. Il momento di romanticismo sarebbe diventato un'occasione in più di divertimento. Riflettendoci, Francesco sorrise e strinse più forte la mano attorno al mazzo di fiori. I suoi dieci splendidi gigli. Non c'era motivo di agitarsi. Quei buffetti verbali, che tanto assomigliavano a dei scherzosi rimproveri, erano energiche carezze d'affetto che Ilenia riservava solo a chi era capace di farla stare bene. Di metterla a suo agio, consentendole di essere sé stessa.

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