L'ennesimo inizio di chemioterapia ripristinò un'anormalità remota, quasi dimenticata, di cui Ilenia avrebbe volentieri continuato a fare a meno. La spossatezza, il mal di stomaco, i dolori articolari, i conati di vomito. Ricominciarono tutti insieme a darle il tormento, tornando a essere suoi inseparabili compagni di viaggio durante qualsiasi giorno e nel cuore di ogni notte. Evidenziando sempre una sadica predilezione per le ore immediatamente successive ai pasti.
Era un trattamento necessario, indispensabile per porre un argine contro il pericolo di eventuali ricadute e avviare il completamento della cura, giunta ormai alla sua fase conclusiva. Quella che avrebbe dovuto estirpare il problema alla radice. E che però intanto produceva l'effetto collaterale di rallentare il processo di guarigione nella sua globalità, la quale era comprensiva sia del recupero di una piena efficienza fisica che di un adeguato riassestamento del linguaggio. Poiché comunque l'assunzione di farmaci aumentava le tossine in corpo, costringendo ogni cellula dell'organismo a concentrare le proprie energie nella direzione della lotta alla malattia.
L'inevitabile conseguenza era che, con tante risorse impegnate a prevenire la ricomparsa di un tumore, ne rimanevano ben poche da impiegare nella ripresa in senso vero e proprio. Del resto non era possibile incominciare a costruire qualcosa di stabile e duraturo quando ancora non si era finito di eliminare la fatiscenza precedente. Erigere nuove architetture sopra le macerie di quelle vecchie, marcite e crollate sotto ai bombardamenti del nemico, non rappresentava una soluzione efficace. Bisognava interrompere per un po' le ristrutturazioni, mettendo in pausa i cantieri dedicati alle grandi opere per riprendere in mano gli arnesi deputati alla distruzione.
Flebo e pillole. Avvelenavano Ilenia come un container di scorie radioattive gettato in mare, al largo di un'isola deserta. Nel mezzo dell'oceano con le acque più blu. Che strazio. Non era uno scherzo ingoiare senza battere ciglio. Ci voleva una forza d'animo superiore alla media, fuori dalla norma. Unica.
Ilenia l'aveva. L'aveva sempre avuta. E questa era emersa con potenza maggiore nelle occasioni in cui circostanze avverse l'avevano costretta ad arrancare, allorché era parso che non dovesse farcela, che fosse sul punto di mollare. Di arrendersi. Invece, puntuale come un orologio svizzero, ogni volta era risorta. Aveva toccato il fondo per darsi la spinta e riaffiorare sulla superficie navigabile. Per tornare a respirare, appena sopra il livello delle onde. Libera da un'apnea soffocante.
E scongiurato una volta di più il rischio di affondare, ora cercava soltanto di condurre la propria barca in porto. Essendo stato restaurato il regime della chemioterapia, dopo quasi un mese vissuto in clinica, Ilenia infatti era stata dimessa. La decisione era stata presa consensualmente dalle parti coinvolte nel rapporto. Lo staff medico da un lato, lei e Francesco dall'altro. Ma prima che a questi ultimi venisse concesso il benestare definitivo, erano stati presi degli accordi precisi. Che attribuivano responsabilità dirette.
Così si era stabilito che Ilenia avrebbe continuato a fare quotidianamente alcuni piccoli esercizi di ginnastica, per i quali non era necessaria la supervisione di un esperto. E, anche se in maniera più blanda e con ritmi più leggeri, pure la logopedia sarebbe proseguita. Con l'aiuto di una persona diversa, tuttavia. La quale avrebbe assistito Ilenia, andando lei a fare visita al suo domicilio, due giorni a settimana. Per tre ore complessive. Cosa che la dottoressa Carla non avrebbe mai potuto prometterle, vincolata com'era al proprio studio.
A casa, Ilenia stava bene. Comunque. Sebbene Francesco avesse spesso le mani legate a causa del lavoro, che lo obbligava a restare lontano dal focolare domestico per buona parte della giornata, l'ambiente famigliare risultava salutare. A prescindere da possibili piccoli o grandi disagi. L'atmosfera creata dalle pareti della propria abitazione era migliore di qualsiasi altra. Il clima era migliore. E non esisteva variabile che potesse scalfire questo indiscutibile dato di fatto.
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Senza paura
Roman d'amourSenza paura è la storia di un amore potente e profondo, che di colpo viene ostacolato dall'imprevedibilità della vita. Francesco è un ragazzo con aspirazioni semplici. Nella sua giovane età sono racchiusi pregi e difetti della generazione a cui appa...